Un tweet del ministro dell’Istruzione è diventato virale per un presunto strafalcione grammaticale: «se nelle scuole si insegni». Alcuni linguisti lo scagionano e lui spiega che si è trattato d un semplice errore in fase di trascrizione.

Se sei ministro dell’istruzione, la rete non ti perdona nessun errore grammaticale. Se lo commetti in un tweet in cui difende la proposta di riservare classi a maggioranza italiana poi, diventa proprio spietata. E’ quanto successo a Giuseppe Valditara che da ieri è vittima di numerosi sfottò per via di un tweet sgrammaticato.

«Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani -ha scritto Valditara, prima del passaggio critico – se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci».

Quel «se si insegni» a molti non è piaciuto, eppure qualche linguista non lo boccia completamente, ma lo rimanda a settembre. Massimo Arcangeli, docente di Letteratura a Cagliari, pur ammettendo che Valditara ha scelto una forma «migliorabile» spiega: ««Potrà magari non piacere l’alternanza col futuro (“se studieranno”, “se i genitori saranno coinvolti”, “se non vivranno”), ma quel congiuntivo, in cui il “se” ha valore di “qualora, a condizione che”, pertiene a un valore semantico che un linguista definirebbe di “iteratività generalizzante”».

Al termine del suo lungo post il professore chiosa: «Morale della favola l’ignoranza non è né di destra né di sinistra e quando un politico o un giornalista “ignori” (o “ignora”, fate voi) qualcosa su cui non ha sufficiente competenza – o non ce l’ha proprio – dovrebbe fare lo sforzo di richiedere il parere di un esperto prima di prodursi in sciocchezze o in sproloqui». Nell’incipit il docente aveva specificato di ritenere la decisione di mettere un tetto agli alunni stranieri «inaccettabile» e espressione del «peggior leghismo a trazione salvinista».

Oggi comunque è arrivata la spiegazione di Valditara, che ha spiegato che il tweet è uscito sgrammaticato perché dettato al telefono e trascritto male da un suo collaboratore: «Quando si detta un tweet al telefono non si compie un’operazione di rigore linguistico e si è più attenti al contenuto».