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Cronaca

«Verrete a cercare lavora in pianura», la frase di una conduttrice di un’emittente locale ad un bambino di sette anni

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La frase shock di Sara Pinna a un bambino di 7 anni: verrete tutti a cercare un lavoro in pianura

Il Vicenza è retrocesso in Lega Pro dopo lo scontro-salvezza con il Cosenza ed una giornalista di Tva, un’emittente veneta, non deve averla presa molto bene se ha risposto piccata e in maniera razzista ad un bambino di 7 anni che esultava.

Il calcio e il tifo, si sa, a volte fanno perdere la testa. In certi casi è possibile concedere qualche attenuante, ma non quando si scade nel bieco razzismo. Se poi a farlo è una conduttrice in diretta tv, la vicenda diventa ancora più grottesca. Il fatto è avvenuto qualche giorno fa, lo scorso 20 maggio. Dopo essere passato in sordina in un primo momento, è riesploso sui social, suscitando veementi polemiche. La conduttrice di un programma sportivo ha rivolto una frase shock ad un bambino di 7 anni.

Al termine della partita dei playout di serie B tra Cosenza e Vicenza, vinta dai calabresi, un inviato dell’emittente locale Tva stava raccogliendo le impressioni dei tifosi all’uscita dallo stadio Marulla.Un bambino in braccio al papà ha allora detto a favore di telecamera «lupi si nasce», riferendosi al simbolo della squadra cosentina. La conduttrice Sara Pinna ha risposto «gatti si diventa. Tanto verrete tutti in pianura a cercare lavoro», suscitando l’ilarità dell’inviato che ha riso della battuta della collega, ammiccando in macchina e affermando «non male Sara».

Ovviamente, la vicenda ha scatenato un putiferio sul web, provocando la reazione indignata di tante persone, che hanno accusato di razzismo la conduttrice. Quest’ultima ha provato a fare marcia indietro, affermando di essersi subito scusata con il padre e il bambino protagonisti di questa storia e di aver capito il suo errore. «Sono mortificata per quelle parole, che non sono state appropriate» avrebbe detto al telefono.

Il padre dal canto suo avrebbe chiuso bonariamente la questione, perdonando l’ingenuità commessa dalla conduttrice, che si è lasciata sfuggire una frase shock. La vicenda era tornata in auge dopo che era diventata virale una sua lettera aperta, diffusa attraverso la pagina “Movimento 24 Agosto”, nella quale era possibile leggere: «Ha dimostrato di essere anzitutto poco sportiva oltre che ignorante e con non pochi pregiudizi. Prima di parlare è necessario pensare bene a cosa si dice. Domenico (il nome del bambino, ndr) è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra e che certamente con non poca fatica dimostrano quotidianamente di voler contribuire per migliorarla e supportarla».

Cronaca

Condannato per aver stuprato la figlia minorenne: era tutto falso

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La giovane, per distogliere le attenzioni della madre, contraria ad una sua frequentazione con un ragazzo, ha creato un diversivo facendo leva sulle frizioni tra i suoi genitori.

Una ragazza voleva frequentare un ragazzo conosciuto on-line, ma la madre, dopo averla sorpresa ad inviare foto di nudo, non le permetteva di farlo. Per questo la figlia minorenne ha inventato un diversivo per distrarla: ha accusato il padre di un falso stupro, facendolo arrestare per i presunti abusi. Condannato in primo grado, è stato scagionato in appello.

La ragazza, ben consapevole dell’infondatezza delle sue affermazioni, ha lanciato la «pesantissima accusa» come un «diversivo» utilizzato «per lucrare della contrapposizione tra i genitori». Suo padre ha scontato 27 mesi di reclusione tra carcere e domiciliari.

«Piuttosto dovrei denunciare papà per aver abusato di me» ha detto la giovane alla madre, quando la donna l’ha scoperta inviare foto di nudo al ragazzo conosciuto on-line. La madre inizialmente avrebbe pensato di denunciare il giovane destinatario delle foto hot, poi, persuasa dalla figlia, ha denunciato il marito. In un primo tempo non ha creduto al racconto della ragazza, poi, a mano a mano, si è lasciata convincere.

Il marito è stato arrestato e condannato per il falso stupro della figlia minorenne nel 2021. La Corte d’appello ha però ribaltato la sentenza, sentenziando che i presunti abusi non si sono mai verificati.

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Cronaca

L’ex maggiordomo di Pier Silvio Berlusconi gli fa causa per gli straordinari non pagati

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Secondo l’uomo, durante il lockdown le sue incombenze sono aumentate, senza che gli venisse corrisposto un adeguato riconoscimento salariale.

Anche Pier Silvio Berlusconi deve affrontare il proprio calvario giudiziario, ma a differenza del padre, non sono le “toghe rosse” a trascinarlo in Tribunale, bensì il suo ex maggiordomo. Che se nei vecchi romanzi gialli, di solito era il colpevole, in questa storia si presenta come vittima e chiede che gli vengano pagati gli straordinari che gli spettano.

L’uomo ha lavorato per Pier Silvio Berlusconi e per la sua compagna Silvia Toffanin a villa Bonomi Biolchini, il castello di Paraggi nel comune di Santa Margherita. Alla base della disputa con il suo ex datore di lavoro, gli straordinari svolti durante il lockdown, un periodo in cui con le famiglie a casa le incombenze sono aumentate. L’ex maggiordomo di Pieri Silvio Berlusconi, vicino alla pensione, lamenta retribuzioni inadeguate, a fronte di maggiori incarichi.

Ieri si è tenuta la prima udienza, al termine della quale il magistrato ha rinviato il tutto, esortando le parti a trovare un accordo. Che però non sembra di facile raggiungimento. La mediazione infatti, prevista dai termini di legge, per il momento non ha portato a nessun accordo tra Pier Silvio Berlusconi ed il suo ex maggiordomo.

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Cronaca

Pubblicarono video hard fake di Giorgia Meloni: padre e figlio a processo

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I due, di 73 e 40 anni, rischiano di dover pagare un risarcimento da 100 mila euro. Pubblicarono su un sito per adulti americano video hard creati artificiosamente, che mostravano il volto di Giorgia Meloni.

Andranno a processo i due uomini che hanno creato e pubblicato su un sito per adulti video hard fake che mostravano Giorgia Meloni impegnata in rapporti sessuali. I due, padre e figlio di 73 e 40 anni, rischiano di dover pagare un risarcimento danni da 100 mila euro. Che, ha reso noto la premier, verrebbero devoluti  al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza.

I due hanno applicato, tramite software specifici, il volto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul corpo delle pornostar di alcuni video hard. Questi filmati sono rimasti per parecchi mesi, ottenendo migliaia di visualizzazioni.

Il padre ha richiesto la messa in prova, mentre il figlio affronterà il processo con rito abbreviato. La prima udienza è fissata per il 2 luglio, a Sassari. Le indagini, partite nel 2020, si sono basate sul tracciamento dell’utenza telefonica dalla quale erano partiti i dati. Sarebbe stato il quarantenne a modificare e a pubblicare i video.

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