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Oltre 4.300 arresti nelle manifestazioni in Russia: proteste anche nelle città siberiane

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Vladimir Putin

MOSCA – Al momento sono oltre 4.300 le persone arrestate mentre manifestavano contro la guerra in Ucraina in 56 città russe. Il dato lo fornisce la Ong, Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio delle manifestazioni. La stessa fonte sottolinea che questo dato potrebbe essere calcolato per difetto visto che ogni dipartimento di polizia può avere più fermati rispetto agli elenchi pubblicati, dove compaiono solo i nomi di quelle persone di cui sono certi. Solo a Mosca ci sono stati finora oltre 1.600 fermi.

Nonostante le intimidazioni delle autorità e la minaccia di pesanti pene detentive, le azioni di protesta, seppur limitate, si sono svolte quotidianamente per 10 giorni in diverse città del Paese. Come riporta l’Ansa, il dissidente tuttora in carcere, Alexei Navalny, fermamente contrario all’intervento in Ucraina, questa settimana ha invitato i russi a manifestare ogni giorno nella piazza principale della loro città per chiedere la pace.

A Mosca, almeno 560 persone sono state arrestate nella giornata di ieri, ha riferito la Ong Ovd-Info: tra loro uno dei leader dell’Ong Memorial, Oleg Orlov, e la famosa attivista Svetlana Gannouchkina. Secondo la stessa fonte, almeno 279 persone sono state arrestate anche a San Pietroburgo, dove una delle piazze centrali è stata transennata dalla polizia. Diversi attivisti stanno pubblicando in queste ore sui social video che mostrano arresti brutali e colpi di manganello. I primi arresti sono avvenuti, a causa del fuso orario interno, in estremo Oriente e in Siberia. Più di 200 persone sono state arrestate in particolare nelle grandi città di Novosibirsk e Ekaterinburg.

Come riporta l’Ansa, coloro che protestano contro la presenza militare russa in Ucraina rischiano regolarmente multe, in base a un nuovo articolo del codice amministrativo che vieta le manifestazioni pubbliche he “screditano le forze armate”. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, un residente siberiano è stata la prima vittima di questa nuova legge: è stato multato di 60mila rubli (450 euro) per aver indetto manifestazioni contro l’intervento in Ucraina. 

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In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

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ultimo senza casco

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.

Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.

Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».

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Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

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venezia acqua verde

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.

Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.

Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».

Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.

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Il questionario di una scuola di Roma: «Di che razza è il vostro bambino?»

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Un questionario sottoposto ai genitori degli alunni di una scuola elementare di Roma finisce nel mirino delle critiche per via di una domanda contente un riferimento alla razza del bambino.

Il questionario fatto girare tra i genitori degli alunni dell’Ics Borsi-Saffi del quartiere capitolino di San Lorenzo è uno strumento utilizzato per individuare eventuali disturbi dell’apprendimento dei bambini. Tra le informazioni richieste ai genitori, oltre ai dati anagrafici e quelle sul nucleo famigliare, una domanda del questionario però ha fatto scalpore: quella che chiedeva di indicare «gruppo etnico o razza del bambino» ai genitori degli alunni della scuola di Roma.

Giuseppe Romano, psicoterapeuta del Centro clinico Marco Aurelio, che ha offerto a titolo gratuito il servizio di individuazione dei Dsa all’istituto, ha spiegato che si tratta di un vecchio modello standard ancora in uso, privo di alcun intento discriminatorio. In merito alla mancata correzione al riferimento alla «razza», lo psicologo ha ammesso che semplicemente nessuno ci ha pensato e che si è trattato di un’ingenuità.

Ma il caso è andato montando, anche a livello politico. Sette deputati del Pd eletti nel Lazio, tra cui Orfini e Zingaretti, hanno annunciato che sulla questione presenteranno un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara. I dem, che hanno definito «inaccettabile» l’episodio, vogliono evitare che in futuro possano ripetersi certi malintesi e non hanno ritenuto sufficientemente esaurienti le spiegazioni fornite dal centro clinico.

Nel frattempo, dopo le obiezioni di alcuni genitori e nonni che hanno sollevato la questione, il modulo è stato moficato e non vi è più un riferimento alla razza, bensì alla nazionalità del bambino.

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