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Bambino di 10 anni arrestato in Florida: ha minacciato di compiere una strage

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Bambino di 10 anni arrestato in Florida

Un ragazzino con una felpa militare e le ciabatte ai piedi, viene portato via, ammanettato dietro la schiena. Il motivo per cui un bambino di 10 anni è stato arrestato, è stato l’invio di alcuni messaggi nei quali minacciava di voler compiere una strage a scuola, sparando sulla folla.

«Non è il momento di agire come un piccolo delinquente, non è divertente. Questo bambino ha lanciato una falsa minaccia e ora ne sta pagando le vere conseguenze» non ammette repliche il messaggio con cui Carmine Marceno, sceriffo di Cape Coral in Florida, commenta su Facebook il motivo per cui ha arrestato un bambino di 10 anni. Il ragazzino è finito in manette per aver inviato, sabato 28 maggio, un messaggino indirizzato alla scuola elementare che frequenta, la Patriot Elementary School, nel quale minacciava di voler compiere una strage.

Una sparatoria di massa simile a quella recentemente avvenuta in Texas, a Uvalde, dove un ragazzo di diciotto anni ha aperto il fuoco ed ha ucciso 21 persone. E non si trattava certo della prima volta che gli Stati Uniti si sono ritrovati costretti a fare i conti con vicende simili. Il massacro della Columbine nel 1999 ha infatti aperto un’infausta stagione di sparatorie e omicidi compiuti nelle scuole americane. Troppo spesso infatti, il disagio giovanile degli studenti americani, unito alla facilità con cui anche i ragazzi possono possedere un’arma, è scaturito in una strage all’interno di un edificio scolastico. Una piaga verso la quale gli Stati Uniti sembrano quasi volersi rassegnare, dal momento che aumenta sempre più la vigilanza nelle scuole, dove sempre più spesso compaiono metal detector e guardie armate, ma continuano a circolare le armi.

E in un contesto in cui si dibatte se rivedere o meno l’emendamento della Costituzione che garantisce il possesso di armi ai cittadini statunitensi, con un vasto fronte che chiede regole più severe e uno zoccolo duro di sostenitori del diritto alla difesa, bene finanziato dalla National Rifle Association, la polizia di Cape Coral, in Florida, ha deciso di mostrare i muscoli al bambino di 10 anni che è stato arrestato.

Lo sceriffo Marceno ha postato su Facebook il video in cui il ragazzino viene portato via da un agente di polizia, commentando: «Il comportamento di questo studente è disgustoso, soprattutto dopo la recente tragedia di Uvalde, in Texas. Assicurarsi che i nostri figli siano al sicuro è fondamentale. Avremo legge e ordine nelle nostre scuole! Il mio team non ha esitato un secondo».

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Sabotaggio alla rete ferroviaria francese: circolazione in tilt a poche ore dalle Olimpiadi

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I sospetti degli inquirenti si concentrano sulla sinistra radicale. Paralizzata la circolazione del Tgv: sospese tre linee su quattro. I disagi si ripercuoteranno almeno fino al weekend. Sono 800 mila i viaggiatori coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria in Francia.

Il modus operandi messo in atto, fa sospettare alle forze dell’ordine che dietro il sabotaggio alla rete ferroviaria in Francia possa esserci la mano dei gruppi della sinistra radicale. Nella notte scorsa, tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, in diversi punti nevralgici della circolazione ferroviaria, sono stati appiccati incendi che hanno di fatto paralizzato treni e stazioni. Il tutto mentre tra poche ore, in una Parigi blindatissima, andrà in scena la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Sono circa 800 mila i viaggiatori rimasti coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria.

Modus operandi e ordigni incendiari già usati in passato in altre contestazioni «assomigliano a quelli utilizzati in passato dall’ultrasinistra», hanno fatto sapere fonti della sicurezza francesi a Le Parisien. Non si esclude che chi ha agito abbia potuto contare sull’appoggio di personale interno a Sncf, la compagnia ferroviaria francese.

Fin dai primi roghi, la società ha parlato di «atti dolosi concomitanti», mentre il ministro dei Trasporti francese Patrice Vergriete ha definito il sabotaggio «un’azione criminale scandalosa».

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Musk sulla figlia transgender: «è morto, ucciso dalla teoria woke. Non avrei dovuto accettare i trattamenti»

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Intervistato da Tmz il tycoon ha usato dure parole nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Tra i due non corre buon sangue. La ventenne Vivian Jenna Wilson, nato come Xavier Musk, dopo il cambio di sesso ha interrotto ogni rapporto con il padre, il fondatore di Tesla e Space X, ed ha assunto il cognome della madre. La transizione non è stata bene accolta da Elon Musk, che, intervistato da Tmz ha usato parole molto dure nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Il miliardario ha anche abiurato il suo consenso ai trattamenti ai quali il figlio si è sottoposto: «Sono stato ingannato nel firmare documenti medici per approvare qualsiasi trattamento lei ricevesse». Parlando con il suo intervistatore, Musk ha affermato di aver accettato perché gli avevano paventato il rischio di un gesto autolesionistico da parte del giovane.

Non è la prima volta che tra Musk e la figlia transgender due volano screzi a mezzo stampa. In passato si sono scambiati dichiarazioni al vetriolo non soltanto sulle diverse visioni sui diritti Lgbtq+, ma anche in tema di politica. Misk ha spesso definita la figlia come una «comunista» e «marxista» che odia i ricchi».

 

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Traversata ecologica dell’Atlantico finisce in tragedia: ritrovati i corpi dei due navigatori

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navigatori morti durante traversata ecologica dell'atlantico

Brett Clibbery e Sarah Packwood  sono partito dalle coste canadesi lo scorso 18 giugno, a bordo di uno yacht ecologico. Volevano raggiungere le Azzorre, ma i loro corpi sono stati ritrovati a poche centinaia di miglia dal luogo della partenza. E’ mistero sulle cause della morte.

L'”Odissea Verde”, come era stata battezzata dai suoi ideatori, è durata poche centinaia di miglia. I corpi del canadese Brett Clibbery e della britannica Sarah Packwood, i navigatori che hanno tentato una traversata dell’Atlantico a bordo di uno yacht ecologico, sono morti ed i loro copri stati ritrovati sulle coste di Sable Island, 160 chilometri a sud-est della costa canadese da cui erano partiti oltre un mese fa. I due avevano lasciato le spiagge della Nuova Scozia con l’obiettivo di raggiungere le Azzorre.  3.228 chilometri da coprire in 21 giorni. Il viaggio però è durato poco più di un centinaio di miglia nautiche.

Ancora da capire il motivo della tragedia. Secondo quanto ricostruito al momento i due sarebbero stati costretti ad abbandonare la nave e sarebbero morti annegati. Lo yacht sul quale si trovavano a bordo però non è stato ritrovato. Tra le ipotesi, l’urto con una nave cargo, che non si sarebbe nemmeno accorta della collisione.

I due navigatori morti avevano raccontato nel dettaglio i preparativi della traversata dell’Atlantico, attraverso un canale YouTube, Theros Adventures, dal nome della loro barca eco-friendly. «È probabilmente la più grande avventura delle nostre vita», diceva entusiasta Sarah Packwood. Mentre il marito raccontava di come i due avessero equipaggiato la barca con vele, pannelli solari, batterie e un motore elettrico, così da mostrare a tutti che «viaggiare senza bruciare carburanti fossili è possibile».

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