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Politica

Berlusconi: «su Casellati alla Giustizia c’è accordo con Meloni. Con Putin ho riallacciato i rapporti». E blinda Ronzulli al Senato

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Continua, seppur tra sorrisi e strette di mano, il braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che ora getta secchiate d’acqua sul fuoco, ora vi sparge sopra la benzina. Dopo le tensioni durante le elezioni dei presidenti delle Camere, la partita si sposta verso la formazione del prossimo governo. Intanto i partiti sono alle prese con le questioni capigruppo. Tra diverse conferme, spicca una novità: Ronzulli «acclamata» capogruppo FI al Senato. E LaPresse riporta una dichiarazione, già smentita da Berlusconi, destinata a far discutere: «con Putin ho riallacciato i rapporti».

Dopo l’incontro chiarificatore in via della Scrofa sono emerse due certezze: Licia Ronzulli non sarà ministra e Forza Italia sarà al fianco di Lega e Fratelli d’Italia quando le rispettive compagini saliranno al Colle per le Consultazioni con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A parte questo, non molte altre intese sono state raggiunte e se nella coalizione di centrodestra è tornato il sereno, si tratta comunque di un sereno variabile. Anche a causa delle dichiarazioni contrastanti di Berlusconi che oggi si è lasciato scappare una dichiarazione destinata a far discutere: «Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto».

Nonostante la brutta sconfitta collezionata durante l’elezione di La Russa al Senato, Berlusconi non demorde e non rinuncia ad avanzare pretese sul prossimo esecutivo. L’occasione è la nomina dei capigruppo azzurri. Forza Italia ha scelto Alessandro Cattaneo alla Camera e Licia Ronzulli al Senato. Sembra dunque chiudersi così l’affaire che ha rischiato di far saltare il banco del centrodestra. La Ronzulli non otterrà il tanto ambito dicastero, ma guiderà la compagine forzista di Palazzo Madama. Secondo Berlusconi, la senatrice sarebbe stata «acclamata» dai colleghi di partito, ma secondo le malelingue la presenza del vecchio leader si è resa necessaria per evitare colpi di testa dei malpancisti.

Berlusconi però non spreca l’occasione, sfrutta i tanti obiettivi e microfoni puntati su di lui e gioca al rialzo: «su Casellati c’è accordo con Meloni. Meloni mi ha suggerito “vedilo Nordio che ti convince che è bravo”, ma io sono già convinto della Casellati». Il capo ha parlato. C’è da vedere che ne pensa la capa. Nel frattempo arriva anche la risposta diplomatica del diretto interessato, il neodeputato FdI Carlo Nordio: «Se Berlusconi vuole incontrarmi sarà un grande piacere e un onore. Non ho visto Meloni, ero qui per delle pratiche burocratiche».

A tenere banco dunque ancora il toto-ministri, con Forza Italia che dovrebbe ottenerne, secondo le ricostruzioni di stampa, cinque: Antonio Tajani (Esteri), Gilberto Pichetto Fratin (Transizione ecologica), Elisabetta Casellati (Riforme), Annamaria Bernini (Università) e Alessandro Cattaneo (Pubblica amministrazione). Una lista che diverge da quella resa nota da Berlusconi: «Tajani sarà anche vicepresidente del Consiglio dei ministri, Casellati andrà alla Giustizia, Saccani all’Università, Bernini alla Pubblica amministrazione e Pichetto Fratin all’Ambiente.

Ma non si limita a questi commenti Berlusconi che prima torna sullo strappo di Palazzo Madama («non io ma i miei senatori hanno voluto dare un segnale su questo tema chiedendo pari dignità con la Lega, dato che abbiamo gli stessi numero di elettori»), poi affronta la questione del rapporto con Meloni («Ho un rapporto di amicizia con lei, mio figlio ha un rapporto di amicizia, il suo uomo lavora a Mediaset»), quella delle indiscrezioni sul ruolo avuto dai figli nel ricucire l’intesa con gli alleati («tutte invenzioni») ed infine quella sul ruolo che svolgerà («lei mi ha chiesto di essere suo consigliere e io mi sono messo assolutamente a disposizione»).

Ma è un’altra la “bomba” destinata a far discutere, ovvero quella riportata da LaPresse: «Putin per il mio compleanno mi ha mandato 20 bottiglie di Vodka e una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce. Io l’ho conosciuto come una persona di pace e sensata…Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro, ma sono molto, molto, molto preoccupato – prosegue Berlusconi, che conclude – Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto». Una dichiarazione che Berlusconi si è affrettato a smentire, spiegando di aver raccontato ai parlamentari forzisti una storia di qualche anno fa.

Politica

Giorgia Meloni in Senato: «Su Cutro ho la coscienza a posto, sono una madre»

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Serrato confronto al Senato tra le opposizioni e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiamata a riferire prima del consiglio europeo, su diversi temi: naufragio di Cutro, guerra in Ucraina, politica energetica ed ambientale.

Il 23 e il 24 marzo si terrà il Consiglio europèeo ed ovviamente la presidente del Consiglio presenzierà a Bruxelles. Come è d’uopo in queste occasioni, Giorgia Meloni ha riferito in Senato quale sarà la posizione italiana di fronte ai partner continentali. Inevitabilmente, le dichiarazioni della premier si sono trasformate in un confronto tra governo ed opposizioni, che ha toccato diversi temi, sia di politica interna che estera, e che in diversi passaggi si è fatto serrato. Ed altrettanto inevitabilmente le forze di minoranza hanno stuzzicato Giorgia Meloni soprattutto in tema di gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento al tragico naufragio di Cutro, suscitando la risposta piccata di Giorgia Meloni: «Ho la coscienza a posto. Io sono una madre».

La linea rimane quella “terracquea”: la colpa dei naufragi, e dell’immigrazione clandestina, è dei trafficanti di essere umani. Loro è la responsabilità e a loro bisogno dare la caccia. Ma non basta fermare «le organizzazioni criminali che lucrano sulla pelle dei migranti» dice Meloni. Bisogna rafforzare la «collaborazione con i Paesi d’origine e di transito dei migranti, con adeguate risorse finanziarie. Prima di ogni ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. Questo è l’aspetto che l’Occidente in questi anni ha colpevolmente trascurato».

 Urge anche il «coinvolgimento degli Stati di bandiera delle navi ong: gli Stati che finanziano le azioni delle organizzazioni non governative devono assumersi una responsabilità». Responsabilità che anche le opposizioni devono assumersi, rispetto al racconto degli eventi: «State superando un limite, per attaccare il governo rischiate di danneggiare l’Italia. Anche nella più feroce dialettica politica c’è un limite che non dovrebbe essere oltrepassato. Per colpire un avversario, si mette in cattiva luce l’Italia intera. Un limite che, quando superato, vi porta a gettare ombre sulla Guardia costiera. Lo dico da persona che non ha mai fatto mancare la sua opposizione ferrata ai governi che ci hanno preceduto: criticate me, il governo, ma fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia».

Per quanto riguarda i rapporti con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, la linea Meloni è quella della schiena dritta: «Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5S erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva . Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere».

E sul tema della guerra, nessun discostamento dalla linea Nato: «condividiamo la sua posizione sull’aggressione della Russia all’Ucraina: sappiamo che in questa Aula ci sono partiti che auspicano un accordo con la Cina o una resa dell’Ucraina. Noi non siamo di questo avviso. Accolgo le preoccupazione emerse sui nostri arsenali militari: del resto anche il governo Conte aumentò spese militari».

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Polemiche dopo la parolaccia di Annunziata: «arrogante turpiloquio»

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Il tema delle adozioni dei figli da parte di famiglie omogenitoriali è particolarmente caldo e a “Mezz’ora in +” alla conduttrice Lucia Annunziata, durante il confronto con la ministra Roccella, scappa una parolaccia: «prendetevi la responsabilità delle leggi c…». Oggi dal centrodestra si levano le critiche.

Le polemiche del giorno dopo sono più feroci delle reazioni a caldo. Dopo che a Lucia Annunziata è scappata una parolaccia in diretta durante la sua trasmissione “Mezz’ora in +”, alla ministra Eugenia Roccella, con la quale era impegnata a dibattere, è scappata una risata. In effetti la faccia di Luca Annunziata quando si rende conto che le è scappato un improperio è irresistibile. Tutto finito dunque? Macché, il tema è caldo e le polemiche sono nel vivo. Tanto a destra, quanto a sinistra si getta benzina sul fuoco e se le opposizioni criticano le posizioni di Rampelli, Roccella e Mollicone, le forze di maggioranza inorridiscono per cotanto turpiloquio.

Lo scivolone in diretta della conduttrice è nato mentre si dibatteva sull’eventuale riconoscimento di figli di coppie omogenitoriali. Annunziata, pur ribadendo che le posizione del governo e della coalizione sono legittime, ha invitato, con troppo trasporto, a riconoscere che si tratta di una scelta ideologica : «prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…» dove c non sta per cribbio.

Oggi, dal centrodestra si solleva un coro unanime di condanna verso quella sboccata di Lucia Annunziata. Apre le danze il sempre pacato Maurizio Gasparri, che abborrisce un uso così volgare dell’italica favella: «Ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva». “Uso ideologico del mezzo televisivo” d’altronde è alle prime pagine del manuale del perfetto forzista. Il senatore azzurro ha anche aggiunto: «Ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta».

I componenti della Lega in Vigilanza Rai hanno definito l’episodio «inaccettabile». I tempi delle dichiarazioni del senatur d’altronde ormai sono lontani e il verde padano è sbiadito I leghisti che, parafrasando, erano stati benedetti da spiccate doti virili, hanno lasciato il passo a nuovi, più puritani e formali, che non dicono parolacce.

Ora, per dare una chiusa al testo, due considerazioni (e mezzo) assolutamente non richieste. La prima: la faccia di Lucia Annunziata dopo che ha detto una parolaccia, non sembra proprio quella di una persona che vuole intimidire la sua “dirimpettaia”. La prima-bis: Roccella sembrava più divertita che intimidita. La seconda: saranno pure prive di parolacce, ma le dichiarazioni di Rampelli e Mollicone, non sembrano poi così moderate.

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Federico Mollicone (FdI): «maternità surrogato reato peggiore della pedofilia»

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Ancora polemiche relative ad alcune dichiarazioni di esponenti di Fdi in merito ai diritti civili delle famiglie arcobaleno. Dopo che Rampelli ha definito i bambini delle foglie omogenitoriali come «spacciati per figli propri», il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone cala il carico da 11 definendo la maternità surrogata un reato peggiore della pedofilia.

Nel nostro Paese la maternità surrogata non è consentita, anzi, è punibile con pene superiori ai 3 anni. Il governo però, pare intenzionato a inasprire queste pene e più in generale sembra molto sensibile al tema delle adozioni di figli da parte di famiglie arcobaleno, verso le quali mostra posizioni ultraconservatrici. Al punto che le dichiarazioni di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, hanno suscitato molte polemiche per vie delle affermazioni espresse e della loro veemenza. Ha aperto le danze sabato scorso il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che, nello stupore della conduttrice Concita De Greogorio, a InOnda su La7 ha affermato: «Se in Italia due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali». Oggi sulla questione è tornato, ancora sulle frequenze di La7 ma questa volta ad Omnibus, anche il presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, anch’egli FdI, che ha definito la maternità surrogata un: «reato peggiore della pedofilia».

Non si è limitato a questa osservazione l’onorevole, che ha anche affermato: «Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa». Poi, commentando le dichiarazioni di Rampelli ha aggiutno: «La legge prevede con chiarezza che l’utero in affitto sia un delitto. È reato anche solo farne pubblicità. Non mi pare quindi un termine particolarmente efferato». E sulla proposta di rendere la maternità surrogata un reato “universale” si dice favorevole: «Sono assolutamente d’accordo. Non si capisce perché non venga perseguito anche in Italia, come si fa con la pedofilia».

Voic isolate all’interno del partito? Non sembrerebbe, a giudicare dalle dichiarazioni di ieri del ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, che dal canto suo ha detto: «l’utero in affitto è un mercato dei bambini».

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