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Chiara Ferragni e l’accorato appello: “Il 25 settembre fate sentire la vostra voce”

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MILANO – “Fate sentire la vostra voce il 25 settembre”. E’ l’accorato appello di Chiara Ferragni, influencer da oltre 27 milioni e mezzo di follower, nel rilanciare in una story su Instagram un post pubblicato sulla pagina Instagram ‘apriteilcervello‘, antifascista, antirazzista e sostenitrice del mondo Lgbt+.

Chiara Ferragni ha, dunque, condiviso un post che non contiene riferimenti diretti ad alcun esponente politico, ma in realtà molto dettagliato e schierato nelle diverse tematiche affrontate.

“Quelle del 25 settembre per milioni e milioni di italiani saranno delle normali elezioni – si legge nel post – saranno le solite che porteranno alla formazione dell’ennesimo”governo ladro e corrotto” tanto odiato e ormai entrato nella visione dell’opinione pubblica. Per tantissime altre persone le elezioni saranno invece una carneficina, con la nascita (stando alle previsioni attuali) del governo più a destra della storia repubblicana.

Penso ai neri italiani o residenti in Italia, che subiranno la portata dell’odio per i toni accesissimi e brutali sul tema immigrazione; penso ai tanti bambini e giovani che vivono in Italia da sempre ma non hanno la cittadinanza, in uno Stato che continuerà a considerarli cittadini di serie B; penso alle persone Lgbt+ che vedranno sparire per i prossimi cinque anni le speranze di essere tutelate; penso alle donne libere e consapevoli di quanto sia importante decidere sul proprio corpo. Penso a chi di loro è consapevole che la coalizione data per vincente dai sondaggi è la stessa è la stessa che poche settimane fa, al Parlamento europeo, ha votato contro la risoluzione di condanna dell’abolizione del diritto all’aborto negli Stati Uniti e contro il riconoscimento dell’aborto come diritto fondamentale in Europa. Penso a tutte le persone che vorrebbero essere libere fino alla fine, che vedranno stroncare senza appello la speranza di avere una legge sull’ eutanasia. Penso a noi, milioni di persone che subiremo tutto questo. Penso a noi giovani che ci troveremo a convivere con chi governa con bigottismo e discriminazione, che per l’ennesima volta saremo delusi e penseremo che anche ideologicamente, l’Italia non è un paese per giovani”.

“Da un lato c’ è questo – prosegue il post – dall’altro l’apatia totale di milioni di italiani che, non andando a votare, contribuiranno indirettamente a tutto questo. L’apatia e l’indifferenza di chi sta fermo a vedere che ai vicini, alle figlie o agli amici vengano tolti o negati diritti, mi fa paura. Per quanto l’esito del 25 settembre sembri già scritto, va ricordato che oltre il 40% degli italiani non sa chi votare e potrebbe astenersi. Parliamo di circa 18 milioni di italiani, non di extraterrestri. Sono i nostri genitori, nonni, amici, gente talmente delusa e demotivata che potrebbe decidere di non far valere il proprio diritto di voto. Ecco, è a loro che bisogna parlare, e spiegare che le elezioni non sono quelle che porteranno alla formazione di un nuovo”governo corrotto”. L’attivismo e la sensibilizzazione non sono sacrosanti solo quando fatti sui social a una grande platea, lo sono sempre. Parlate con loro, sconfiggete la loro apatia perché è possibile. Ognuno di noi nel nostro piccolo può sensibilizzare. Se ogni persone che segue questa pagina convincesse una sola persona a votare e a non astenersi, avremmo 700mila votanti in più. Spesso ricevo messaggi in cui mi viene chiesto come fare attivismo. La mia strada è quella dei social ma non è l’unica giusta e l’unica esistente.

Attivismo è anche argomentare e discutere al pranzo di famiglia, se sai cosa è giusto e cosa lede la dignità di altre persone. Attivismo è correre il rischio di esser accusati di noia quando si vuole far arrivare messaggi e far capire quanto sia importante un qualcosa “

“Mai come oggi – conclude il post – c’ è bisogno di questo attivismo. La gente che non vota difficilmente segue pagine politiche o di attivismo sui social. Non posso raggiungere queste persone, ma potete farlo voi: ognuno di noi ha questa gente in casa, in comitiva o tra le conoscenze. Voi potete raggiungere queste persone. Il vostro attivismo è importante, la vostra voce è essenziale. Combattete l’apatia”.

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In tre in sella senza casco: polemiche sul cantante Ultimo

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ultimo senza casco

Il video che mostra tre persone in motorino senza casco, tra le quali il cantante Ultimo, sfrecciare per le vie di Napoli ha suscitato diverse critiche e in molti chiedo al cantante di chiedere scusa pubblicamente per l’esempio sbagliato che ha fornito.

Le immagini che mostrano tre persone, tra le quali il cantante Ultimo, in sella ad un motorino mentre sfrecciano senza casco per le vie di Napoli, hanno suscitato critiche e polemiche. Non si tratta di un video rubato da qualche paparazzo, ma di un filmato pubblicato su TikTok.Il cantante, guardando in macchina sorridente, fa perfino un gesto di saluto.

Il video è subito diventato virale e contemporaneamente sono montate le critiche di chi crede che si tratti di un pessimo messaggio fornito ai più giovani da parte di un volto noto. L’episodio è diventato perfino un caso politico in seguito al post del deputato napoletano Francesco Emlio Borrelli, Alleanza Verdi-Sinistra: «Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone. Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo ‘sosia’, chieda scusa pubblicamente al più presto».

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Che cos’è la chiazza verde fosforescente nelle acque di Venezia?

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venezia acqua verde

Si tratterebbe di un liquido tracciante usato in idraulica per verificare eventuali perdite nei tubi e negli scarichi, innocuo per la salute umana. Nessuna sigla ambientalista ha rivendicato il gesto, pertanto si pensa ad uno scherzo o ad un errore umano durante una riparazione.

Suggestive ed inquietanti al contempo, le foto dell’acqua del Canal Grande di Venezia tinta di verde fosforescente hanno fatto il giro del mondo ed hanno alimentato diverse teorie, alcune anche strampalate. Ora invece si sarebbe capito che cosa ha colorato le acque dei canali veneziani: la fluoresceina, un colorante usato come tracciante durante i lavori idraulici, per rilevare perdite nei tubi e negli scarichi. La fluoresceina è innocua per l’uomo, si può reperire tranquillamente e bastano pochi millilitri per colorare diversi litri d’acqua.

Si è pensato che potesse essere una protesta ambientalista sull’esempio di quelle avvenute nei mesi scorsi, nelle quali sono stati imbrattati fontane e palazzi, ma nessuno ha rivendicato il gesto. La mancata rivendicazione porta ed escludere dunque la pista ambientalista e a concentrarsi maggiormente verso la goliardia di qualche bontempone, oppure verso un erroneo sversamento del colorante durante qualche lavoro.

Tra coloro che pensano che l’acqua di Venezia si diventata verde fosforescente in seguito ad una qualche protesta ambientalista, Luca Zaia, presidente di Regione Veneto, che commentando la chiazza allargatasi fino a San Marco aveva paventato il rischio emulazione da «personaggi in cerca di clamore».

Secondo gli esperti, bastano un paio di grammi di fluoresceina per colorare 200 litri d’acqua. In genere il suo effetto dura un paio d’ore, ma per sciogliersi completamente nelle acque dei canali veneziani servirà qualche giorno.

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Il questionario di una scuola di Roma: «Di che razza è il vostro bambino?»

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Un questionario sottoposto ai genitori degli alunni di una scuola elementare di Roma finisce nel mirino delle critiche per via di una domanda contente un riferimento alla razza del bambino.

Il questionario fatto girare tra i genitori degli alunni dell’Ics Borsi-Saffi del quartiere capitolino di San Lorenzo è uno strumento utilizzato per individuare eventuali disturbi dell’apprendimento dei bambini. Tra le informazioni richieste ai genitori, oltre ai dati anagrafici e quelle sul nucleo famigliare, una domanda del questionario però ha fatto scalpore: quella che chiedeva di indicare «gruppo etnico o razza del bambino» ai genitori degli alunni della scuola di Roma.

Giuseppe Romano, psicoterapeuta del Centro clinico Marco Aurelio, che ha offerto a titolo gratuito il servizio di individuazione dei Dsa all’istituto, ha spiegato che si tratta di un vecchio modello standard ancora in uso, privo di alcun intento discriminatorio. In merito alla mancata correzione al riferimento alla «razza», lo psicologo ha ammesso che semplicemente nessuno ci ha pensato e che si è trattato di un’ingenuità.

Ma il caso è andato montando, anche a livello politico. Sette deputati del Pd eletti nel Lazio, tra cui Orfini e Zingaretti, hanno annunciato che sulla questione presenteranno un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara. I dem, che hanno definito «inaccettabile» l’episodio, vogliono evitare che in futuro possano ripetersi certi malintesi e non hanno ritenuto sufficientemente esaurienti le spiegazioni fornite dal centro clinico.

Nel frattempo, dopo le obiezioni di alcuni genitori e nonni che hanno sollevato la questione, il modulo è stato moficato e non vi è più un riferimento alla razza, bensì alla nazionalità del bambino.

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