fbpx
Seguici su

Politica

Fini: «la Bossi-Fini va cambiata e il blocco navale è una battuta da comizio»

Pubblicato

il

gianfranco fini sulla legge bossi-fini

Il compagno Fini torna a parlare, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano. Secondo l’ex presidente della Camera la legge che porta il suo nome e quello del Senatur, relativa al controllo dei flussi migratori, è vecchia e va rivista, mentre quando Giorgia Meloni parlava di blocco navale si trattava di «battuta tipica di una campagna elettorale».

Barchini e barconi non cessano di arrivare a Lampedusa, malgrado le promesse di affondamento da parte del governo. Il tema è caldo ed ampiamente dibattuto e tra le voci chiamate a fornire la propria opinione, spicca oggi quella di Gianfranco Fini, che ha concesso un’intervista a Il Fatto Quotidiano. Fini, che prima di essere ostracizzato da quello che fu Il Popolo delle Libertà è stato presidente della Camera e Ministro per gli Affari Esteri, in materia immigrazione ha scritto una legge, la cosiddetta Bossi-Fini, che però, a sua detta, è obsoleta e «va cambiata».

«La Bossi-Fini aveva la stessa impo stazione della Turco-napolitano: il migrante economico ha diritto di permesso in Italia solo se ha un contratto di lavoro. Vent’anni dopo è cambiato tutto il panorama internazionale e il fenomeno migratorio si è trasformato. Oggi riguarda centinaia di migliaia di persone ed è dovuto a grandi fattori economico-sociali: il divario tra Nord e Sud del mondo, il malessere sociale, il crollo di alcuni Stati come Siria e Libia e così via. Per questo la legge va cambiata». Il ragionamento di Fini a Giacomo Salvini.

In sostanza secondo l’ex presidente della Camera, quando fu varata la Bossi-Fini erano in pochi a chiedere asilo politico, ma ora la situazione è differente, per questo la legge va cambiata. «Nessuno Stato può affrontare da solo un fenomeno così gigantesco. Basti pensare che la sola Nigeria tra vent’anni avrà più abitanti dell’intera Europa».

E ragionando sulle soluzioni, il giornalista chiede se ha senso parlare di blocco navale. La risposta di Fini non lascia molto spazio alle interpretazioni: «La politica dovrebbe fare un ragionamento più ampio rispetto alla battuta giornaliera del blocco navale tipica di una campagna elettorale».

Quello di Fini però non è uno j’accuse a Giorgia Meloni: «Sta facendo il massimo e sta ottenendo il massimo in sede europea». E il rapporto con gli alleati? «Ho apprezzato quello che ha detto Tajani quando chiede un coinvolgimento globale anche dell’Onu». Non così benevolo il commento su Salvini: «Qualcuno in Italia pensa di affrontare la cosa in maniera risoluta, ma sui migranti non si può dire né di ‘stare a casa loro’ né ‘accogliamoli tutti’. Quello di Salvini è un comizio, un tweet: sono affermazioni eccessive tipiche della campagna elettorale. Però poi non ci pensa a fare la crisi di governo».

Politica

Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

Pubblicato

il

andre delmastro

Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.

E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».

I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.

Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».

Continua a leggere

Politica

Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Pubblicato

il

talò alla difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.

Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.

Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».

Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.

Continua a leggere

Politica

La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Pubblicato

il

show gasparri commissione vigilanza rai ranucci

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.

Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.

L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.

Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.

Continua a leggere

Più letti

Copyright © 2020 by Iseini Group | Osservatore Quotidiano è un prodotto editoriale di Il Martino.it iscritto al tribunale di Teramo con il n. 668 del 26 aprile 2013 | R.O.C. n.32701 del 08 Marzo 2019 | Direttore : Antonio Villella | ISEINI GROUP S.R.L - Sede Legale: Alba Adriatica (TE) via Vibrata snc, 64011 - P.Iva 01972630675 - PEC: iseinigroup@pec.it - Numero REA: TE-168559 - Capitale Sociale: 1.000,00€ | Alcune delle immagini interamente o parzialmente riprodotte in questo sito sono reperite in internet. Qualora violino eventuali diritti d'autore, verranno rimosse su richiesta dell'autore o detentore dei diritti di riproduzione.