Politica
Forza Italia contro Report: «scorretto mandare servizio su Berlusconi a urne aperte a Monza»

Gasparri, Dalla Chiesa ed altri azzurri definiscono «vergognoso» un servizio sull’eredità di Silvio Berlusconi, che chiama in causa anche i conti in rosso di Forza Italia e i rapporti con Vittorio Mangano, che Report ha mandato in onda mentre sono in corso le elezioni suppletive per assegnare il seggio vacante di Monza.
Un’aspra nota e la richiesta di convocazione della commissione di vigilanza Rai, praticamente contemporaneamente con la messa in onda del servizio. Alcuni esponenti di Forza Italia, tra i quali Maurizio Gasparri e Rita Dalla Chiesa, protestano contro il servizio che Report ha dedicato all’eredità di Silvio Berlusconi, mentre sono aperte le urne delle suppletive a Monza. Nel servizio, si citano tra le altre cose i conti in rosso del partito, la figura di Marta Fascina, ma soprattutto, i rapporti tra Silvio Berlusconi e Vittorio Mangano,
Relativamente a quest’ultimo punto, il tesoriere azzurro ha affermato: «C’era il timore che rapissero anche i figli di Berlusconi. E allora credo che non fosse stata di Berlusconi l’idea di Mangano, ma fosse stata di Marcello Dell’Utri, che lo conosceva per altri motivi, a proporre se si metteva una tutela particolare per evitare di rapire qualche ragazzo».
Vittorio Mangano, condannato per omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti ed associazione mafiosa, ha prestato servizio in qualità di stalliere presso la villa di Berlusconi ad Arcore. Paolo Borsellino lo definì una «testa di ponte dell’organizzazione mafiosa al Nord Italia». Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, ha scontato una pena di 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Secondo Il Fatto Quotidiano, Gasparri ed altri avrebbero cercato di bloccare la messa in onda del servizio di Report, per presunte violazioni della par condicio, ricevendo però il parere contrario dei vertici. Il campione elettorale è troppo modesto per rappresentare una violazione su scala nazionale e nel servizio non è stata in alcun modo citata l’attuale campagna elettorale.
Da qui la richiesta di convocazione della commissione di vigilanza Rai: «Torna all’attacco Report con la sua attività denigratoria dei movimenti e delle personalità politiche non gradite. Ancora una volta tocca a Forza Italia, già oggetto di aggressioni mediatiche da parte della trasmissione di Ranucci. Affermazioni di ogni genere, denigrazioni basate su narrazioni prive di fondamento, una vera e propria aggressione. A dimostrazione che Report e Ranucci sono una sorta di “movimento politico” che agisce, finanziato dai cittadini con i soldi Rai, per colpire gli avversari – denuncia Gasparri – La cosa non ci meraviglia, ma ci indigna. E ci chiediamo come mai venga tollerata questa condotta di Report, di cui ricordiamo anche le performance con gli audio di Baiardo, definiti pieni di bugie dallo stesso, ma diffusi ugualmente. Una condotta vergognosa quella che ebbe anche in quella occasione Ranucci, e che ho avuto modo di contestare direttamente all’interessato. Che godendo di una sorta di libertà di agire a 360 gradi non tiene conto né della realtà, né delle osservazioni che gli sono state fatte, anche in passato. Credo che della questione si dovrà urgentemente parlare in commissione parlamentare di Vigilanza e non solo».
Politica
Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».
Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.
E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».
I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.
Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».
Politica
Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.
Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.
Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».
Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.
Politica
La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.
Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.
L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.
Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.
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