Politica
Fuori onda di Striscia, Donzelli: «non andiamo giù alle lobby»

Il deputato e responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ritiene che la diffusione dei filmati di Andrea Giambruno sia parte di una strategia delle lobby volta a ledere il governo Meloni. Nel frattempo il conduttore, il cui futuro a Mediaset è in bilico, è stato segnalato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Il governo fa paura ai poteri forti. E’ quanto sostiene il deputato Andrea Donzelli che, intervistato da Repubblica, in merito ai fuori onda pubblicati da Striscia la Notizia ha paralto di lobby: «la verità è che a certi ambienti non andiamo giù. Lobby abituate a entrare nelle stanze del potere, tecnici che andavano a fare i ministri, ma anche alcuni dirigenti dei ministeri che si erano assuefatti alla debolezza della politica, mentre Meloni ne ha ripristinato la forza».
Ma quindi Antonio Ricci fa parte dei poteri forti? Non sembrerebbe: «Striscia è Striscia, ha sempre fatto così. Mi ricordo quando da ragazzo dentro AN ero vicino a Maurizio Gasparri. E Ricci lo attaccava proprio mentre stava facendo la legge sulle televisioni che, mettiamola così, certo non dispiaceva a Mediaset. Maurizio si sfogava: ma come io faccio la legge per Mediaset e loro mi trattano in questo modo? E’ la legge di Striscia».
Nel frattempo si addensano le nubi sul capo di Andrea Giambruno. Non soltanto è stato lasciato dalla sua ragazza con un messaggino (pubblico), non solo si è auto-sospeso e rischia di non andare in onda per un po’, sarebbe anche stato segnalato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che potrebbe decidere di passare la pratica ad un collegio disciplinare, che a sua volta deciderebbe se e come procedere nei confronti del giornalista. Giambruno, pubblicista iscritto all’Albo Nazionale dal 2014, potrebbe rischiare un provvedimento che va dall’avvertimento alla radiazione. Nel fascicolo ci sarebbe anche una parte dedicata alla frase sul lupo che ha scatenato tante polemiche.
Il conduttore (ex?) difficilmente verrà licenziato, ma potrebbe restare dietro le telecamere per un periodo di tempo indefinito. L’azienda sta conducendo gli accertamenti su eventuali violazioni del codice etico.
Intanto, non si placano sospetti e dietrologie dietro i video trasmessi dalla rete Mediaset e non a caso i sospetti convergono ancora su Forza Italia. Secondo i rumors che circolano, sarebbe stata Marina, ai ferri corti con la premier, a dare il via libera all’operazione. Dopo la messa in onda, il fratello Pier Silvio avrebbe chiamato la premier per dirle di non aver potuto avvisarla perché non ne era a conoscenza e di esserne molto «dispiaciuto». I video risalirebbero ad un paio di mesi fa e ce ne sarebbero anche altri, anche più imbarazzanti. MA, e sono ancora le voci di corridoio a parlare, Striscia la Notizia avrebbe ricevuto l’alt dai vertici aziendali.
Politica
Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».
Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.
E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».
I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.
Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».
Politica
Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.
Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.
Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».
Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.
Politica
La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.
Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.
L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.
Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.
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