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Le sorti di Francia e gli equilibri in Europa appesi ai voti di Mélenchon

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Jean-Luc Mélenchon

Il candidato della sinistra più a sinistra, Jean-Luc Mélenchon, rimane escluso dal ballottaggio per un manciata di voti, circa 400 mila: poco più di un punto percentuale in meno rispetto a Marine Le Pen, alla quale «non bisogna dare nemmeno un voto». Ma nessuna indicazione arriva in favore di Macron e il suo elettorato potrebbe disertare le urne.

Il sogno di sfidare il suo principale bersaglio negli ultimi 4 anni per la corsa all’Eliseo, è sfumato praticamente sul traguardo. Jean-Luc Mélenchon, il candidato di “France insoumise”, un passato prima da senatore socialista e poi nel Fronte di Sinistra insieme al Partito Comunista, si ferma 21,9%. Un risultato straordinario, mai eguagliato prima dal settantenne candidato della sinistra che per la terza volta si è presentato alle elezioni in Francia. Eppure non è bastato a superare al primo turno Marine Le Pen, 23,1%, e sarà quindi la candidata della destra, anch’essa in corsa per la terza volta, a sfidare il più giovane Presidente della Repubblica francese della storia, Emmanuel Macron, 27,8%. Eppure è grande il rammarico tra l’elettorato di sinistra: appena 412 mila voti lo scarto con la Le Pen. Sarebbe bastato insomma che la galassia della sinistra radicale si fosse presentata unita per fare arrivare Mélenchon al ballottaggio. Bruciano quini i voti dispersi, ad esempio il 2,2% del Partito Comunista, il 1,7% del Partito socialista, o il 4,6% dei Verdi.

Rimane adesso l”incognita di quel che accadrà al ballottaggio, tra due settimane. Macron ha già iniziato una campagna per rastrellare voti a sinistra, ma l’impresa pare difficile. Mélenchon ha spesso criticato la politica presidenziale francese ed anche in questa campagna elettorale non ha certo risparmiato attacchi. Indubbiamente ha commentato ad urne ancora calde di spoglio «nemmeno un voto deve andare a Le Pen», ma questo non implica che Macron possa contare su questo serbatoio di voti. In base ai sondaggi, chi ha votato Mélenchon si divide in tre gruppi quasi uguali: due di questi voteranno per i due candidati, il terzo blocco invece non si presenterà alle urne.

Si tratta in gran parte dei giovani, che Mélenchon è riuscito a convincere più dei suoi competitor. O almeno di quei pochi giovani che sono andati a votare e che hanno preferito il candidato più anziano. Il 42%& di astensione tra gli elettori tra i 18 e i 24 anni rappresenta un record.

La partita dunque resta tutt’altro che decisa e si giocherà in gran parte sugli elettori di sinistra delusi: per chi riuscirà a convincere questa larga fascia di popolazione e convogliare questi flussi elettorali verso il proprio mulino, si spalancheranno le porte dell’Eliseo.

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Sabotaggio alla rete ferroviaria francese: circolazione in tilt a poche ore dalle Olimpiadi

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sabotaggio rete ferroviaria francia tgv

I sospetti degli inquirenti si concentrano sulla sinistra radicale. Paralizzata la circolazione del Tgv: sospese tre linee su quattro. I disagi si ripercuoteranno almeno fino al weekend. Sono 800 mila i viaggiatori coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria in Francia.

Il modus operandi messo in atto, fa sospettare alle forze dell’ordine che dietro il sabotaggio alla rete ferroviaria in Francia possa esserci la mano dei gruppi della sinistra radicale. Nella notte scorsa, tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, in diversi punti nevralgici della circolazione ferroviaria, sono stati appiccati incendi che hanno di fatto paralizzato treni e stazioni. Il tutto mentre tra poche ore, in una Parigi blindatissima, andrà in scena la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Sono circa 800 mila i viaggiatori rimasti coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria.

Modus operandi e ordigni incendiari già usati in passato in altre contestazioni «assomigliano a quelli utilizzati in passato dall’ultrasinistra», hanno fatto sapere fonti della sicurezza francesi a Le Parisien. Non si esclude che chi ha agito abbia potuto contare sull’appoggio di personale interno a Sncf, la compagnia ferroviaria francese.

Fin dai primi roghi, la società ha parlato di «atti dolosi concomitanti», mentre il ministro dei Trasporti francese Patrice Vergriete ha definito il sabotaggio «un’azione criminale scandalosa».

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Musk sulla figlia transgender: «è morto, ucciso dalla teoria woke. Non avrei dovuto accettare i trattamenti»

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elon musk figlia transgender

Intervistato da Tmz il tycoon ha usato dure parole nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Tra i due non corre buon sangue. La ventenne Vivian Jenna Wilson, nato come Xavier Musk, dopo il cambio di sesso ha interrotto ogni rapporto con il padre, il fondatore di Tesla e Space X, ed ha assunto il cognome della madre. La transizione non è stata bene accolta da Elon Musk, che, intervistato da Tmz ha usato parole molto dure nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Il miliardario ha anche abiurato il suo consenso ai trattamenti ai quali il figlio si è sottoposto: «Sono stato ingannato nel firmare documenti medici per approvare qualsiasi trattamento lei ricevesse». Parlando con il suo intervistatore, Musk ha affermato di aver accettato perché gli avevano paventato il rischio di un gesto autolesionistico da parte del giovane.

Non è la prima volta che tra Musk e la figlia transgender due volano screzi a mezzo stampa. In passato si sono scambiati dichiarazioni al vetriolo non soltanto sulle diverse visioni sui diritti Lgbtq+, ma anche in tema di politica. Misk ha spesso definita la figlia come una «comunista» e «marxista» che odia i ricchi».

 

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Traversata ecologica dell’Atlantico finisce in tragedia: ritrovati i corpi dei due navigatori

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navigatori morti durante traversata ecologica dell'atlantico

Brett Clibbery e Sarah Packwood  sono partito dalle coste canadesi lo scorso 18 giugno, a bordo di uno yacht ecologico. Volevano raggiungere le Azzorre, ma i loro corpi sono stati ritrovati a poche centinaia di miglia dal luogo della partenza. E’ mistero sulle cause della morte.

L'”Odissea Verde”, come era stata battezzata dai suoi ideatori, è durata poche centinaia di miglia. I corpi del canadese Brett Clibbery e della britannica Sarah Packwood, i navigatori che hanno tentato una traversata dell’Atlantico a bordo di uno yacht ecologico, sono morti ed i loro copri stati ritrovati sulle coste di Sable Island, 160 chilometri a sud-est della costa canadese da cui erano partiti oltre un mese fa. I due avevano lasciato le spiagge della Nuova Scozia con l’obiettivo di raggiungere le Azzorre.  3.228 chilometri da coprire in 21 giorni. Il viaggio però è durato poco più di un centinaio di miglia nautiche.

Ancora da capire il motivo della tragedia. Secondo quanto ricostruito al momento i due sarebbero stati costretti ad abbandonare la nave e sarebbero morti annegati. Lo yacht sul quale si trovavano a bordo però non è stato ritrovato. Tra le ipotesi, l’urto con una nave cargo, che non si sarebbe nemmeno accorta della collisione.

I due navigatori morti avevano raccontato nel dettaglio i preparativi della traversata dell’Atlantico, attraverso un canale YouTube, Theros Adventures, dal nome della loro barca eco-friendly. «È probabilmente la più grande avventura delle nostre vita», diceva entusiasta Sarah Packwood. Mentre il marito raccontava di come i due avessero equipaggiato la barca con vele, pannelli solari, batterie e un motore elettrico, così da mostrare a tutti che «viaggiare senza bruciare carburanti fossili è possibile».

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