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Legge di Bilancio: 11,6 miliardi per il ponte, 10 milioni per le borse di studio Erasmus

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Con quota 103 andranno in pensione 17 mila lavoratori nel 2024. La legge di Bilancio approvata dal consiglio dei ministri il 16 ottobre è stata inviata in Parlamento.

Non saranno tanto gli studenti italiani che parteciperanno al progetto Erasmus nei prossimi due anni, circa dieci mila. In compenso potranno raggiungere Messina senza prendere la nave, tra una decade circa. Nella Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio lo stanziamento relativo alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina ammonta a 11,6 miliardi, mentre quello per le borse di studio Erasmus a dieci milioni per il prossimo biennio.

Per quanto riguarda le pensioni, saranno 17 mila i lavoratori che smetteranno di lavorare nel 2024 con il meccanismo quota 103: 62 anni di età, 41 di contributi. La Relazione del governo fa una stima di 149 milioni nel 2024, 835 nel 2025 e 355 nel 2026, con un risparmio di 160 milioni nel 2027, se si calcolano anche gli oneri dovuti all’anticipo del Tfr.

Le Borse di studio Erasmus da «circa 1000 euro» che verranno finanziate con la Legge di Bilancio sono dieci mila in tutto: 3 mila il prossimo anno, sette mila nel 2025. I fondi stanziati ammontano a 3 milioni per il 2024 e 7 milioni per il 2025.

Senz’altro più consistente lo stanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina: 11,6 miliardi di euro per il periodo 2024-2032. I fondi saranno così suddivisi: 780 milioni per il 2024, 1.035 milioni per il 2025, 1.300 milioni per il 2026, 1.780 milioni per il 2027, 1885 milioni per il 2028, 1.700 milioni per il 2029, 1.430 milioni per il 2030, 1.460 milioni per il 2031 e 260 milioni per il 2032.

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Delmastro: «non mi dimetto, sono orgoglioso di quel che ho fatto»

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Il sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per violazione del segreto d’ufficio: «inconsueto, i pm hanno chiesto l’arciviazione».

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia sotto il fuoco delle polemiche per aver passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio sul caso Cospito al deputato FdI Giovanni Donzelli, non ha intenzione di rassegnare le dimissioni.

E’ quanto ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha detto: «intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia». Delmastro ritiene il suo rinvio a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio «inconsueto» dal momento che «anche questa seconda volta il pubblico ministero Paolo Ielo e altri tre pm hanno ribadito la richiesta di archiviazione della procura nei miei confronti».

I guai con la Giustizia del sottosegretario alla Giustizia sono cominciati durante le ultime fasi del processo all’anarchico Cospito. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha passato le informazioni sui dialoghi di Cospito in carcere al vicepresidente del Copasir Donzelli, che le ha poi rivelate in aula.

Il caso ha sollevato molte polemiche e dopo il rinvio a giudizio le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Delmastro, che però non ci pensa minimamente. «Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia».

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Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

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Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.

Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.

Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».

Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.

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La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

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Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.

Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.

L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.

Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.

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