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Cronaca

Omicidio Laura Ziliani, dagli interrogatori delle figlie: «voleva ucciderci, l’abbiamo uccisa»

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Dopo circa una settimana dall’inizio del processo che vede imputate Silvia e Paola Zani insieme al fidanzato di quest’ultima Mirto Milani per l’omicidio di Laura Ziliani, sono stati pubblicati stralci dei verbali nei quali le figlie confessano l’omicidio della madre.

Hanno agito in maniera consapevole e pianificata. Emerge questo dai verbali delle confessioni di Silvia e Paola Zani, accusate dell’omicidio della madre, Laura Ziliani, la vigilessa di Temù in Valcamonica, provincia di Brescia, insieme a Mirto Milani, fidanzato di Paola. Dopo circa una settimana dall’inizio del processo, Il Giornale di Brescia, ha pubblicato stralci degli interrogatori del maggio scorso nei quali le figlie confessavano l’omicidio e motivavano il gesto.

Si sarebbe tratta di un “eccesso di legittima difesa preventiva”. Le donne hanno sostenuto di essere spaventate dalla madre e che pensavano che lei volesse uccidere loro: «Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea, mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l’idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell’estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla» ha affermato Silvia Zani. In base a quanto raccontato, le figlie avrebbero trovato tracce di candeggina nel latte bevuto a colazione e residui di sostanze caustiche nel sale.

Il racconto prosegue spiegando come è avvenuto l’omicidio di Laura Ziliani: «Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto. Io ero convinta di quello che volevo fare. Sono entrata nella camera da letto di mia madre e ricordo di averle messo le mani attorno al collo. Paola la teneva ferma con il suo peso. Mia madre ha iniziato a rantolare e a quel punto Mirto si è accorto non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio».

Una ricostruzione confermata da Mirto Milani: « «Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura. Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa».

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Cronaca

I dipendenti sbagliano il caricamento e il bancomat elargisce 50€ al posto di 20€

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bancomat regala soldi per errore

Una volta resisi conto del disguido, diverse persone si sono messe in fila di fronte al bancomat che “regala” più soldi del dovuto. Ma la banca ha avvisato i correntisti: «i prelievi maggiorati saranno addebitati».

Lunedì scorso in provincia di Padova, un bancomat elargiva banconote da 50 euro al posto di quelle da 20. Non era impazzito il macchinario, semplicemente gli addetti al caricamento hanno confuso ed invertito i due cassetti. In breve tempo però del disguido si sono accorti diversi correntisti, che hanno pensato di approfittarne del bancomat che “regala” soldi ed eseguire diversi prelevamenti.

Il giorno successivo gli impiegati della banca hanno trovato le riserve a secco e si sono resi conto dell’errore. L’istituto ha già pronto un piano di rientro: ha invitato tutti a riconsegnare la cifra ottenuta, altrimenti addebiterà direttamente ai correntisti le somme eccedenti.

Ma oltre alla beffa, anche il danno. L’inversione dei due cassetti delle banconote era valevole anche al contrario e se qualcuno ha raddoppiato i profitto, qualcun altro li ha invece dimezzati. Pertanto chi ha digitato, ad esempio, 40 euro, potrebbe aver ricevuto due banconote da 50, mentre chi voleva prelevarne 100, si è vsto consegnare due banconote da 20.

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Cronaca

Studente ferisce professoressa con arma da taglio a Milano

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L’episodio si è verificato questa mattina: inizialmente si è parlato anche di una sparatoria, poi è emerso invece che il ragazzo aveva una pistola giocattolo col quale ha convinto i compagni di classe a lasciare l’aula. Non sarebbe in pericolo di vita la professoressa ferita dal suo studente.

Al momento non è chiara la dinamica, tantomeno la causa. Le notizie che giungono dall’istituto Alessandrini di Abbiategrasso, in provincia di Milano, parlano di una professoressa ferita ad un braccio e alla testa con un’arma da taglio e di uno studente fermato per l’aggressione. In un primo momento le informazioni trapelate dalla scuola di secondo grado erano perfino peggiori e parlavano di una sparatoria all’interno dell’edificio scolastico.

La sparatoria non è avvenuta, ma il ragazzo che ha aggredito e ferito la professoressa, aveva con sé una pistola giocattolo, che ha usato per intimidire i compagni di classe e convincerli a lasciare l’aula in cui si trovavano. La docente, 50 anni, ha riportato una ferita al braccio ed alla testa, ma anche l’aggressore, 16 anni, avrebbe riportato piccole ferite.

Non si conosce al momento il movente dell’aggressione. Il giovane però non avrebbe mai sofferto di problemi psichici, né avrebbe alcun precedente alle spalle. La pistola giocattolo che aveva con sé era a gas.

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Cronaca

Ordinata l’evacuazione di Conselice (RA): «acqua alle ginocchia e topi morti»

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alluvione acqua ponte allagamento evacuazione conselice

La sindaca del comune ravennate di Conselice, ha firmato l’ordinanza di evacuazione della popolazione per l’alto rischio sanitario.

A Conselice l’acqua la conoscono bene. Non è sul mare ma è una meta molto frequentata d’estate grazie alla presenza di un parco acquatico. Eppure le condizioni in cui si trova il comune dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna sono insopportabili proprio a causa dell’acqua: a preoccupare non è solo la sua altezza, che in diversi punti raggiunge ancora le ginocchia delle persone, ma anche il rischio di proliferazione e diffusione di malattie. Per questi motivi, la prima cittadina di Conselice, Paola Pula, ha firmato un’ordinanza di evacuazione.

I cittadini delle zone ancora allagate, dove il deflusso delle acque procede a fatica, dovranno abbandonare temporaneamente le proprie abitazioni, fino a che non saranno ripristinate le normali condizioni igienico-sanitarie.

Le acque stagnanti, presenti non solo nel comune del ravennate, ma in diverse località duramente colpite dall’alluvione, hanno infatti innalzato il livello di allerta sanitaria, per il rischio di diffusione di patologie gravi. Da più parti sono piovuti appelli affinché le persone eseguano il vaccino, o il richiamo qualora fossero passati troppi anni, contro il tetano e l’epatite A ed il centro vaccinale è stato preso d’assalto.

Sui social un cittadino ha diffuso un video in cui mostra una via totalmente allagata, durante il quale afferma: «Siamo qui con i topi morti, pensa un po’ come siamo messi. Quante malattie possono esserci?».

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