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Omofobia, condannato a due anni l’ex consigliere della Lega di Trieste Fabio Tuiach

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TRIESTE – Condannato a due anni Fabio Tuiach, ex consigliere comunale candidato dalla Lega a Trieste, per le sue dichiarazioni nei confronti degli omosessuali esternate sui social. La sentenza è stata pronunciata dal giudice per le udienze preliminari di Trieste che ha riconosciuto anche un risarcimento nei confronti dell’associazione milanese “I Sentinelli” che si erano costituiti parte civile.

Come riporta Repubblica, era stato lo stesso Luca Paladini, presidente dell’associazione, a presentare la denuncia in seguito a un post del febbraio 2021 di Tuiach sul social network VKontakte (molto diffuso in Russia). In quel caso, riferendosi all’aggressione nei confronti di un attivista Lgbt a Repen in provincia di Trieste, Tuiach aveva scritto: “Un esponente Lgbt è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’Est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi”.

I Sentinelli, assistiti dall’avvocata Paola Ponte, avevano anche chiesto oltre alla diffamazione anche l’aggravante dell’odio sulla base della legge Mancino: una richiesta per sottolineare il vuoto legislativo sull’omofobia, ovvero quello che il ddl Zan. Il giudice non ha riconosciuto l’aggravante ma ha alzato di molto la pena rispetto alla richiesta del pm che era di 10 mesi e ha previsto un risarcimento di 15mila euro per il giovane vittima della diffamazione e 5mila euro per i Sentinelli.

“Come prima cosa siamo soddisfatti che sia stata fatta giustizia per il giovane vittime di quegli insulti – ha detto Luca Paladini – Per noi è una sentenza storica. Per la prima volta è stato riconosciuto che la vittima ha subito un attacco omofobo via social. Sapevamo che il vuoto legislativo poteva rappresentare un ostacolo per il riconoscimento dell’aggravante, ma l’entità della condanna è tale che la riconosce nei fatti”.

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La causa di Elon Musk ad OpenAi: «doveva essere no profit, è succursale di Microsoft»

Anche il New York Times ed altre 3 testate hanno fatto causa ad OpenAi per presunte violazioni del copyright.

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ia intelligenza artificiale

Il patron di Tesla ha citato in giudizio Sam Altman, ad della società che ha lanciato Chat GPT. Musk nel 2015 fu tra i fondatori di OpenAi, abbandonata nel 2018, prima del successo della piattaforma, acquistata per 13 miliardi di dollari da Microsoft alla fine del 2023.

Doveva essere una società no profit, senza scopo di lucro e con lo scopo di sviluppare prodotti di intelligenza artificiale per le persone, invece si è trasformata in una compagnia interessata ai profitti. E’ questa l’accusa della causa intentata da Elon Musk nei confronti di OpenAi, società che lui ha contribuito a fondare nel 2015. Il patron di Tesla ha citato in giudizio Sam Altman, ad della compagnia. Insieme a Greg Brockman fondarono la società open source e senza scopo di lucro.

Secondo Musk, ora OpenAi sta violando il primo contratto firmato dai tre cofondatori, secondo il quale la tecnologia sviluppata doveva essere «disponibile liberamente» al pubblico. Secondo Musk questo è venuto meno e lo dimostrerebbe lo sviluppo stesso di ChatGPT 4, avvolto dal segreto.

Nel 2018 Musk decise di lasciare la compagnia, quando venne rifiutata la sua proposta di acquisizione. Musk pensava di aver accumulato troppo ritardo rispetto a Google nello sviluppo dell’IA e voleva assumere la guida. Quando la sua proposta è stata rifiutata , ha salutato tutti e se n’è andata. Poco dopo ChatGPT è diventato sinonimo di intelligenza artificiale in tutto il mondo. OpenAi è stata poi acquisita da Microsoft sul finire del 2023 per 13 miliardi di dollari.

Nel documento legale depositato dall’accusa si legge: «OpenAI, Inc. è stata trasformata in una filiale di fatto closed-source della più grande azienda tecnologica al mondo: Microsoft. Sotto il suo nuovo Consiglio di amministrazione, non sta solo sviluppando, ma sta effettivamente perfezionando l’intelligenza artificiale generativa per massimizzare i profitti per Microsoft, piuttosto che per il beneficio dell’umanità».

La causa di Elon Musk è la seconda grana legale per OpenAi in pochi giorni, dopo quella intentata dal New York Times e da altre tre testate americane per presunte violazioni del copyright. Secondo gli accusanti, l’intelligenza artificiale replicherebbe interi articoli, senza citare fonte ed autore. Per le testate che muovono le accuse, OpenAi e Microsoft potrebbero esplicitare le loro fonti, ma non lo farebbero per una scelta ben precisa: indicare che si tratta di risposte che violano il diritto d’autore lederebbe sulla reputazione della piattaforma e di conseguenza suylle sue entrate.

OpenAi ha replicato a queste accuse sostenendo che il New York Times ha sfruttato un bug presente per formulare questa accusa e che per farlo avrebbe perfino ingaggiato hacker professionisti.

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Il ritorno di Veronica Lario: «bollata come velina ingrata, avevo contro stampa e potere»

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Andrà in onda domani sera l’intervista che l’ex moglie di Silvio Berlusconi ha concesso a Sky TG24. Oggi sono state rilasciate alcune anticipazioni.

Andrà in onda domani sera su Sky TG24 l’intervista che per la prima volta Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi, concede ad un’emittente televisiva. Sarà ospite di “A cena da Maria Latella” il dinner talk che sarà trasmesso alle 21. Qualche anticipazione dell’intervista a Veronica Lario ha già fatto scalpore: «Sono passata dall’essere “una velina ingrata“, al tribunale di Milano che mi ha negato ogni diritto. Un salto di 10 anni in cui mi sono sentita un po’ vessata. Cosa facevo? Subivo ed è difficile combattere contro il potere e la stampa soprattutto quando la stampa è piegata al potere. Io l’unica cosa che potevo fare era qualche passo indietro e quelli ho imparato a farli, forse dall’equitazione».

«I personaggi che sono passati nei salotti di Berlusconi sono stati sempre di grande livello e in qualche modo ne ho sempre subito il fascino, ma non ho mai pensato di trovarmi un mio spazio all’interno di quelle dinamiche. Io ero li perché rispettavo un ruolo, cercavo di farlo al meglio e per me significava fare un passo indietro», ha dichiarato Lario, raccontando il suo ruolo da first lady. «Questi anni – racconta – sono stati un’altalena di momenti in cui c’era modo di ricongiungermi con la mia famiglia, ed altri momenti in cui queste speranze le perdevo. Sono stata molto vicina ai miei figli, è stato tutto un susseguirsi di vicende familiari. I momenti sono stati tutti belli perché la mia famiglia e i miei figli sono stati molto vicini. La parte peggiore è stato non poter partecipare alle loro lauree perché in due eravamo troppi»

Veronica Lario è stata la seconda moglie di Silvio Berlusconi dal 1990 al 2014. Insieme hanno avuto i tre figli Barbara Eleonora e Luigi. Il primo a chiamare Veronica Lario “velina ingrata” fu Vittorio Feltri nel 2009 in uno sferzante editoriale scritto in risposta alle dichiarazioni dell’allora moglie dell’allora presidente del Consiglio in merito al caso Noemi Letizia.

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L’affondo di Travaglio a Fedez: «ce l’hai con Lucarelli perché ha trasformato tua moglie in Wanna Marchi»

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fedez travaglio il muschio selvaggio

Ospite del podcast Muschio Selvaggio, il direttore de Il Fatto Quotidiano risponde a tono alle critiche del rapper: ««L’ho conosciuto che era un rapper e ora dispensa lezioni di giornalismo».

Marco Travaglio è stato ospite di Fedez nel suo podcast Muschio Selvaggio e, come era facilmente prevedibile, i due se le sono date di santa ragione. Sebbene all’inizio della trasmissione il clima fosse disteso e sereno, in breve tra il direttore de Il fatto quotidiano ed il rapper i rapporti si sono irrigiditi. Tema della puntata era il «giornalismo selvaggio» e non poteva mancare un riferimento alla penna che meno piace a Fedez, Selvaggia Lucarelli. Proprio questo ha dato fuoco alle polveri.

«Sei fissato con Selvaggia Lucarelli perché ha trasformato tua moglie in Wanna Marchi» ha affermato Travaglio quando è uscito il nome della giornalista e Fedez ha risposto: «Non ce l’ho con lei per il caso Balocco, ma più per il fatto che lei e Serena Doe hanno asserito che sono guarito da un cancro al pancreas in 10 giorni perché sono ricco».

Poi, affrontando il caso di Matteo Mariotti, il ragazzo che ha perso una gamba dopo essere stato morso da uno squalo, Fedez continua ad attaccare la giornalista e Travaglio la difende affermando che ce ne vorrebbero «altre venti» come lei perché «Lancia scoop che vengono ripresi da tutta la stampa. E quando spara con il bazooka non lo fa contro moscerini, ma con obiettivi proporzionati». E in merito ai toni usati dalla giornalista, Travaglio sostiene che rimane una sua libera scelta: «Se si superano i confini – puntualizza – si risponde in tribunale».

Verso la conclusione della puntata, l’affondo finale: «Da quale pulpito distribuisci patenti di verità visto che continui a chiamarla falsa giornalista ma da quello che mi risulta non mi sembra che tu sia un giornalista, e nemmeno pubblicista. E allora che titolo hai di dare lezioni di giornalismo a chi fa la giornalista e fa molto di più di tanti iscritti all’albo dei giornalisti».

L’altro ospite di puntata era Daniele Capezzone, protagonista una decina d’anni fa di ua storica lite televisiva proprio con travaglio. Proprio commentando questo decennale il direttore del Fatto dice di «aver perso la voglia di fare risse in tv» e che si cambia e «si invecchia» con il passare del tempo, come Fedez ai suoi occhi: «L’ho conosciuto che era un rapper e ora dispensa lezioni di giornalismo».

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