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Polemiche sui compensi di Corona in Rai. La presunta fonte: «mi sono inventato tutto su Zelewsky»

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Fabrizio Corona si candida alle comunali di Catania

Fabrizio Corona questa sera sarà ospite in Rai per compiere simultaneamente due missioni sulla carta impossibili: riaffermare la propria credibilità giornalistica e risollevare gli ascolti di De Girolamo. Per questi sforzi dovrebbe essere ricompensato con una cifra tra gli 8 e i 10 mila euro. 24 quelli già incassati da Venier e Fagnani. E sul web montano le polemiche per i compensi di Fabrizio Corona per parlare della vicenda nelle trasmissioni Rai.

Un nuovo scandalo si è abbattuto sul calcio italiano, quello delle scommesse che avrebbero effettuato su circuiti on-line alcuni giocatori. Mentre calciatori, dirigenti e tifosi trattengono il fiato, qualcuno gongola: si tratta della persona che ha sollevato, a puntate, il vespaio su Fagioli, Tonali, Zaniolo e Zalewsky: Fabrizio Corona. Non solo ha messo a segno uno scoop ripreso da tutte i media nazionali, e dalle procure, ma ha anche venduto a peso d’oro la propria presenza alle trasmissioni Rai per parlarne: intervistato prima da Mara Venier a Domenica In e poi da Francesca Fagnani a Belve, Corona avrebbe ottenuto compensi pari a 12 mila euro per ogni intervento. Le cifre sono state rese note da Repubblica. Questa sera sarà ospite di Nunzia De Girolamo ad Avanti Popolo per una cifra che oscillerebbe tra gli 8 e i 10 mila euro.

L’ex numero uno dei paparazzi, pur non avendo mai scattato una fotografia, adesso vuole scalare l’informazione del Paese con la sua Dillinger News, pur senza scrivere una riga. E’ stata la testata di recente formazione a scodellare lo scoop, ma qualcuno solleva dubbi sul processo di revisione delle fonti in seno alla redazione. Ospite del podcast Cerbero condotto da Mr. Marra, ieri la sedicente fonte (di cui si conosce solo la voce in seguito ad una telefonata trasmessa dallo stesso Corona), ha affermato di essersi inventato tutto su Zalewsky.

Non ha rivelato il suo nome, ma ha mostrato il volto. Sostiene di aver scritto un commento su Instagram nel quale affermava di essere in possesso di informazioni sulla vicenda e di essere stato contattato. La presunta fonte dice di essersi inventato alcune cose sul terzino Zalewksy per ottenere denaro: la testata gli avrebbe proposto 20 mila euro. In seguito però sarebbe stato colpito da rimorsi di coscienza ed avrebbe deciso di tornare sui propri passi, chiedendo anche scusa al giocatore.  Corona, sostiene ancora la “talpa”, avrebbe mandato illegalmente in onda il filmato con la sua telefonata.

Fabrizio Corona non ha smentito nulla, anzi, ha ribadito la fondatezza delle sue notizie a La Zanzara su Radio24 e dovrebbe ripeterlo, aggiungendo qualche dettaglio, stasera su Avanti Popolo. Secondo l’ex paparazzo si tratterebbe di uno scandalo in grado di coinvolgere tutto il mondo del calcio, nel quale sarebbero coinvolti diversi calciatori tesserati in diverse società, per un giro di scommesse da milioni di euro.

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Crosetto querela Il Giornale: «titolo falso e diffamatorio»

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crosetto querela il giornale diretto da sallusti

Al ministro della Difesa non è piaciuto il titolo che il quotidiano diretto da Sallusti ha dedicato all’incontro con il Procuratore Capo di Roma. Il direttore replica: «quando uno è nervoso perde la lucidità. L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto; il titolo è una sintesi come tutti i titoli lo sono».

Aveva promesso che non avrebbe avuto remore a denunciare giornali e giornalisti ed ha mantenuto la promessa il ministro della Difesa Guido Crosetto, anche se la querela arriva alla testata che non ci aspettava e per motivi diversi dalle accuse di conflitto d’interesse: a finire nel mirino di Crosetto è stato Il Giornale per un articolo, o per meglio dire un titolo, che il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ha dedicato all’incontro tra il ministro e il Procuratore Capo di Roma Francesco Lo Voi.

L’argomento è ancora quello delle polemiche innescate dal titolare del dicastero della Difesa, che una decina di giorni fa ha parlato di «opposizione giudiziaria» come unico «pericolo» per il Governo Meloni. Parole che hanno innescato una lunga sequela di commenti, critiche e puntualizzazioni. In tale contesto, ieri Crosetto e Lo Voi hanno avuto un incontro chiarificatore. Diversa l’analisi de Il Giornale, che ha titolato «Inchiesta su Crosetto», sebbene nell’articolo specifica: «al momento, il titolare della Difesa non sarebbe indagato».

Un titolo che però il diretto interessato ha giudicato fuorviante: «Oggi quasi tutti i quotidiani danno dell’incontro una rappresentazione corretta. Il Giornale invece inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso costruito evidentemente con il solo intento di infangare» ha affermato Crosetto motivando la sua decisione di far partire la querela e dimostrandosi ancora una volta intransigente verso i giornali e le interpretazioni dei giornalisti.

Non si è fatta attendere la replica del direttore responsabile Sallusti: «Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità. L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto; il titolo è una sintesi come tutti i titoli lo sono, l’inchiesta è sulle parole di Crosetto, non su Crosetto. L’inchiesta è sul tema sollevato da Crosetto e credo che questo lo capisca anche uno stupido». Il direttore continua: «Aspetto la sua querela, mi chiedo come mai non abbia querelato anche il ‘Corriere della Sera’ che lui sostiene aver fatto un titolo, una sintesi eccessiva del suo pensiero. Evidentemente ha qualche timore a querelare il ‘Corriere della Sera’ e pensa di avere gioco facile a querelare giornali che gli sono sempre stati vicini nella sua azione».

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Andrea Giambruno pronto a far causa a Mediaset per i fuori onda trasmessi da Striscia la Notizia

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fuori onda giambruno

A rivelare le intenzioni dell’ex conduttore di Diario di Giorno La Stampa, che ha raccolto le dichiarazioni di alcuni amici di Giambruno, ai quali avrebbe confidato di voler fare causa a Mediaset: «mi hanno fatto fare una figura di mxxxa mondiale».

Andrea Giambruno dovrebbe imparare a valutare meglio quale è il momento più opportuno per parlare e in quale invece è meglio far silenzio e, soprattutto, a chi affidare le proprie confidenze. Dopo che alcune frasi dette mentre non era in onda, ma registrate dalle telecamere, gli hanno fatto perdere la fidanzata ed hanno ostacolato la sua carriera, le rivelazioni ad alcuni amici potrebbero complicare a sua rivincita professionale. Giambruno infatti sarebbe intenzionato a a fare causa a Mediaset e forse sarebbe stato meglio non rivelare queste intenzioni.

« L’avvocato mi ha detto che così vinciamo sicuro», avrebbe detto Andrea Giambruno ad alcuni amici al tavolo di un ristorante, secondo quanto riportato da La Stampa, che ha pubblicato la notizia secondo la quale l’ex conduttore di Diario di Giorno, tornato tra le fila degli autori dopo la bufera mediatica che l’ha travolto, sarebbe pronto a far causa a Mediaset.

Le accuse sarebbero violazione della privacy e diffamazione a mezzo stampa. Secondo tale tesi, i contenuti diffusi dalla popolare trasmissione erano colloqui privati, tra colleghi, intercettati sul luogo di lavoro, e che non potevano essere divulgati. Invece le battutacce, le assestate alle parti intime e le provocazioni alle colleghe sono state mandate in onda dalla stessa tv della quale è dipendente.

I fuori onda sono costati caro all’ex conduttore, retrocesso dietro le telecamere e silurato dall’ex compagna Giorgia Meloni con un comunicato a mezzo social. Da qui l’idea di Giambruno di far causa a Mediaset: «mi hanno fatto fare una figura di mxxxa mondiale».

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Il film di Paola Cortellesi campione di incassi non ha ricevuto finanziamenti ministeriali: «opera non straordinaria»

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negati finanziamenti al film di paola cortellesi c'è ancora domani

Per fortuna della regista, “C’è ancora domani” sta stupendo tutti al botteghino, dal momento che la commissione del Ministero della Cultura lo scorso anno le ha bocciato i finanziamenti.

Al bando “Contributi selettivi 2022 – II Sessione”, Categoria «Produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica e film difficili con risorse finanziarie modeste», il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, che ha guadagnato i consensi della critica e sta sbancando al botteghino, è arrivato 51°, ultimo posto in classifica, non ricevendo dunque finanziamenti ministeriali: «Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale».

In sostanza, il film di Paola Cortellesi, che sta trainando il cinema italiano in questi giorni e che ha sollevato un dibattito di stringente attualità sulla violenza domestica, secondo il Ministero era di «non straordinaria qualità» e dunque non meritava i finanziamenti statali. “C’è ancora domani” ha già guadagnato 20 milioni di euro, terzo nel 2023 dietro Oppenheimer e Barbie. Era dai tempi dell’ultimo film di Checco Zalone che una pellicola italiana non faceva strappare tanti biglietti.

Dal Ministero, con una nota, precisano però che il film può contare su un ritorno economico aggiuntivo di 3,5 milioni di euro grazie al tax credit, la legge sul credito di imposta, e che la decisione è stata presa quando il dicastero era retto dall’ex ministro Dario Francheschini.

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