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«Sono felice che non sia gay», parla il padre del ragazzo che ha ucciso 5 persone in Colorado

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Immagine tratta da YouTube (CBS 8 San Diego).

Aaron Brink, esperto di arti marziali, ex porno attore, con precedenti per possesso di marijuana e alle prese con una dipendenza da metanfetamina, è il padre di Anderson Lee Aldrich, il ventiduenne che ha aperto il fuoco in gay club in Colorado, uccidendo 5 persone e ferendone altre 18. Intervistato, si è dimostrato sollevato per il fatto che il figlio non sia gay.

Che il figlio possa essere un pluriomicida non sembra avere scosso più di tanto Aaron Brink, il padre del ragazzo che lo scorso 19 novembre ha aperto il fuoco al Club Q, un locale gay in Colorado, uccidendo 5 persone e ferendone altre 18 prima di essere fermato ed atterrato da due passanti. La paura del genitore mormone e conservatore repubblicano, come lui stesso si è definito alla stampa, era che il figlio potesse essere gay. Il ragazzo però si è definito «non-binario» e tanto basta al padre per sentirsi un po’ meglio.

«O mio Dio è gay? Ero spaventato, ‘diamine’ [non ha detto proprio diamine, ma ha usato un’espressione più colorata, ndr] è gay? E non è gay e allora ho detto phhhhewwww». A tirare un sospiro di sollievo è Aaron Franklin Brink, lottatore di Mma, ex porno attore e con alcuni precedenti legati alla detenzione di marijuana. Attualmente si sta disintossicando dalla metanfetamina.

Ha pronunciato queste parole ad un inviato del network statunitense Cbs 8, che l’ha raggiunto fuori dalla sua abitazione, per chiedergli un commento. Il giornalista è rimasto interdetto quando Brink si è espresso solo sulla possibile sessualità del figlio: «Sono un mormone e un repubblicano conservatore, e non siamo gay. La mia opinione sui gay è che non siano ok. Credo che dovremmo ribellarci contro l’omosessualità».

Suo figlio Anderson Lee Aldrich, che ha cambiato il proprio nome nel 2016 da Nicholas Franklin Brink anche per slegarsi dal passato del padre, poco prima della mezzanotte del 19 novembre ha sparato diversi colpi con un fucile regolarmente acquistato all’interno di un gay club in Colorado. Dopo essere stato fermato, disarmato e atterrato da due passanti è stato arrestato. Dopo essere stato ricoverato in ospedale, è stato trasferito al carcere della contea di El Paso.

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Bezos supera Musk: è lui l’uomo più ricco al mondo

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jeff bezos uomo più ricco del mondo

Se Tesla ha subito un rilevante calo in borsa nel 2023, Amazon ha continuato a macinare risultati da capogiro.

Dopo due anni, Elon Musk cede il primato della classifica di paperoni e scivola al secondo posto: è Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo. Il patron di Tesla paga il calo in borsa del marchio, ma anche gli investimenti su X e gli esperimenti di Neuralink. Amazon invece continua a vendere a tutto spiano, anzi di più, ed il valore delle sue azioni è cresciuto e rischia di infrangere ogni record.

Musk cede la posizione dopo due anni, ma non è il caso di preoccuparsi per la tenuta delle sue finanze: a 197,7 miliardi di dollari ammonta il suo patrimonio, secondo le stime del Bloomberg Billionaire Index. Quello di Bezos, considerato ora l’uomo più ricco al mondo, è di 200,3.

Dietro al derby statunitense, un francese: il patron del colosso francese del lusso Lvmh Bernard Arnault, il cui patrimonio è stimato in 197,5 miliardi di dollari.

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La Corte Suprema dà l’ok: Trump può candidarsi alla Casa Bianca

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perquisita la residenza Donald Trump in Florida

La Corte Suprema, composta da sei conservatori e tre progressisti, ha deciso all’unanimità l’eleggibilità di Trump: gli Stati non hanno l’autorità per rimuovere candidati presidenziali, solo il Congresso può farlo.

Avanti coi giovani. Salvo nuovi clamorosi colpi di scena, sarà di nuovo una faccenda tra Joe Biden e Donald Trump la corsa per la Casa Bianca. La Corte Suprema ha conferito all’unanimità a Trump l’eleggibilità in Colorado, uno dei 15 Stati impegnati nel voto del Super Tuesday di domani. La decisione farà da precedente anche negli altri Stati in cui sono in corso pendenti.

La Corte era composta da sei giudici conservatori e tre progressisti. Secondo il loro parere, gli Stati non hanno l’autorità per per rimuovere un candidato presidenziale in base al quattordicesimo emendamento, cioè la «clausola di insurrezione» della Costituzione. Questo potere, spiegano i giudici, è in capo solo al Congresso.

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Oltre tre mila persone ai funerali di Navalny sfidano il regime di Putin

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condannato per estremismo Alexei Navalny

Almeno una persona è stata arrestata. La folla ha scandito il coro: «non aveva paura, non abbiamo paura» e «Russia libera». I diplomatici internazionali non hanno potuto accedere alla chiesa.

Si stimano tre mila persone circa ai funerali di Alexei Navalny. Dati certi non ce ne sono, per via delle severe restrizioni imposte dal governo. Si sa però che ai diplomatici internazionali pè stato impedito l’accesso alla chiesa. E si sa che nonostante i divieti e le minacce, una folla numerosa ha portato l’ultimo saluto all’attivista oppositore di Putin, morto lo scorso 16 febbraio in una colonia penale siberiana.

Dopo i funerali con «cerimonia abbreviata» nella chiesa dell’Icona della Madre di Dio a Mosca, Alexei Navalny è stato sepolto al cimitero di Borisovskoye. «Hanno fatto pressione sul parroco della chiesa, padre Anatoly Rodionov, e hanno chiesto che il servizio funebre si tenesse il più rapidamente possibile in modo che nessuno arrivasse» ha affermato Leonid Volkov, collaboratore di Navalny.

In chiesa hanno potuto accedere solo 300 persone. La folla ha atteso il feretro dell’attivista all’esterno. Quando la bara è stata portata fuori, sono stati scanditi cori come «Russia libera» e «assassini, assassini». Poi la bara di Navalny è stata accompagnata in corteo fino al cimitero, distante un paio di chilometri.

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