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Valzer in Parlamento: caos ripescaggi. Bossi eletto in Lombardia

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ROMA – Ieri non c’era nell’elenco del Viminale, ma oggi risulta eletto Umberto Bossi nel collegio plurinominale di Lombardia 2 (Varese). E’ quanto risulta dal sito Eligendo del Viminale, come riporta l’Ansa.

“Il ministero dell’Interno nell’attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali ha preso un granchio clamoroso. Non lo dico per contestarli, ma solo perché in autotutela, fino a quando il dato non diviene definitivo, possano ancora correggerlo. In base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in Parlamento. E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo”. Così Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, ha anticipato la correzione del dato da parte del Viminale.

“Vi spiego – dice Calderoli – da dove nasce l’errore. Tutto è corretto fino all’attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l’1%. L’errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di ‘+Europa’, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28”. “La ripartizione finale dei seggi ai singoli partiti che abbiano superato il 3% – sottolinea – è stata fatta in maniera corretta, ma purtroppo l’errore è a monte. Io di leggi elettorali magari non ne capisco tanto, ma fino a questo punto ci arrivo… E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo”, conclude.

Come riporta l’Ansa, il Ministero dell’Interno, con i dati aggiornati sul sito Eligendo, ha modificato gli eletti in regione alla Camera. Non c’è più il nome di Caterina Cerroni del Pd e al suo posto risulta eletta al proporzionale Elisabetta Lancellotta di Fratelli d’Italia. Sono, dunque, ora quattro su quattro gli eletti del centrodestra in regione. Dunque Claudio Lotito e Costanzo Della Porta risultano eletti al Senato, Lancellotta e Lorenzo Cesa alla Camera. Le operazioni di verifica, comunque, non sono ancora concluse. Stessa cosa nel Lazio. Il Viminale corregge sul sito Eligendo anche la lista degli eletti nella circoscrizione Lazio 1 plurinominale 01: nel listino con capolista Nicola Zingaretti scattano ora, nella versione corretta, due seggi anzichè uno. Dunque oltre a Zingaretti al Pd andrà un altro seggio: la seconda risulta Marianna Madia, una delle plurielette, mentre terzo il segretario cittadino del Pd Andrea Casu a cui presumibilmente sarà attribuito il secondo seggio. Altri cambiamenti riguardano  l’Umbria, dentro M5s-FI a discapito di un candidato Pd e uno FdI e la Calabria dove un seggio passa dal Pd a M5s. Cambiamenti anche in Toscana dove un altro seggio è stato attribuito alla Camera al Pd: passa Marco Simiani al proporzionale per Arezzo-Siena-Grosseto-Livorno che prende il posto di Lucia Annibali che correva per il Terzo polo. Cambia, sul sito del Viminale, l’elenco degli eletti alla Camera nel plurinominale per la Circoscrizione Campania 1: scompare dall’elenco il nome di Guido Milanese (Fi), entra quello di Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra). In caso di conferma definitiva gli eletti in regione del centrodestra scenderebbero a 22 a 21, quelli del centrosinistra passerebbero da 7 a 8. In Lombardia la Lega guadagna due deputati, oltre a Umberto Bossi anche Giulio Centemero. Anche in Sicilia cambia la composizione degli eletti alla Camera. Nel collegio Sicilia 1 P02 non sarebbe stata eletta Annalisa Tardino della Lega. Secondo questa novità in Sicilia nei collegi plurinominali alla Camera sono stati eletti sei deputati col M5s, 5 con Fdi, 3 col Pd, 1 con la Lega, 2 con Iv-azione e 2 con Forza Italia. Cambio nell’attribuzione di un seggio del plurinominale alla Camera per i parlamentari eletti in Piemonte. Esce l’astigiano Paolo Romano, candidato nella circoscrizione Piemonte 2 per ‘Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ed ex M5s. Entra invece il pentastellato Antonino Iaria, assessore all’Urbanistica al Comune di Torino con la giunta Appendino.,

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Berlusconi ricoverato nuovamente al San Raffaele di Milano

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Silvio Berlusconi afferma che Forza Italia raggiungerà il 20%

Al momento sono ignote le cause del nuovo ricovero di Silvio Berlusconi al San Raffaele di Milano, ma si teme che possa trattarsi di un aggravamento delle sue condizioni, dopo che era stato dimesso dallo stesso ospedale tre settimane fa.

Ansa ha reso noto che l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si trova nuovamente all’ospedale San Raffaele di Milano. Non si conoscono al momento i dettagli relativi alle cause del nuovo ricovero di Berlusconi o alle sue condizioni dell’ex cavaliere, ma il timore è che possa essersi verificato un aggravamento delle sua salute.

Berlusconi, che si trova alle prese con una forma di leucemia cronica, aveva lasciato lo stesso ospedale tre settimane fa, dopo una degenza durata 45 giorni.

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Claudio Lippi: «in Rai gay e gaie». E l’azienda esclude qualunque collaborazione

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claudio lippi gay in rai

Il “sorpasso a destra” non è riuscito a Claudio Lippi che con una sola intervista è riuscito a farsi chiudere qualunque porta in faccia nel nuovo corso Rai a causa di una frase su «gay e gaie».

Forse voleva salire sul carro dei conduttori patrioti e seguire il condottiero Pino Insegno verso un trionfale ritorno in Rai, ma Claudio Lippi dovrà rivedere i suoi piani: l’azienda ha escluso ogni collaborazione, dopo l’intervista pubblicata da La Stampa, nella quale ha affermato in onda vorrebbe che ci fossero «meno gay e gaie».

Nella sua intervista, Lippi voleva riguadagnare consensi politici in viale Mazzini e ne ha approfittato per ricordare i suoi buoni rapporti con l’attuale governo: «Cinque anni fa sia Salvini che Giorgia Meloni mi chiesero una mano: volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce».

Insomma, tutto stava andando a meraviglia («sto lavorando a due programmi»), fino al passaggio incriminato: ««Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Ma le pare? Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no? Vabbè, basta adesso, o dirà che sto delirando …».

Lippi ne ha avuto per tutto e tutti. Dalla politica: «Giorgia è generosa.Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Le opposizioni? Litigano tutte. Il Pd prende ancora il 20%, incredibile. Ma chi li vota? Boh. Calenda si mette nelle mani di Renzi. Sembrano il gatto e la volpe. Poi, sinceramente, Calenda può fare politica? Al massimo può fare l’opinionista al bar». Ai colleghi Fazio e Littizzetto: «Se ne sono andati loro. Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450 mila euro a puntata, incassava 1 milione e 200 mila di pubblicità? Ma dai… Fazio è stato un farabutto: lui e la sua sorellina avevano già pronto un contratto milionario con Discovery. Ma sa che c’è? Basta pigiare il nove sul telecomando per vederli ancora, qual è il problema?».

Chissà quale tasto bisognerà premere in futuro per rivedere in onda Claudio Lippi. La Rai infatti ha già preso le distanze: «Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore».

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Litigio tra Fedez e Luis Sal: «dillo alla mamma e all’avvocato», «volevi usarmi come bancomat»

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Luis Sal ha lasciato Muschio Selvaggio, il podcast che conduceva insieme a Fedez, e il divorzio non è stato pacifico: tra i due è andato in scena un violento litigio a suon di accuse e frecciatine. Tutto ovviamente via social.

Più che muschio, fango. Quello che si stanno lanciando contro Fedez e Luis Sal, che fino a poco tempo fa conducevano insieme, con un più che discreto successo, il podcast Muschio Selvaggio. Nello show però è rimasto solo Fedez: Luis Sal si è fatto da parte, non senza polemiche. Il litigio tra Fedez e Luis Sal, un botta e risposta a suon di video e stories, ha già infiammato i social. E fatto guadagnare ulteriori visualizzazione al canale che, al momento, ospita ancora entrambi.

Dopo che la sua assenza ha fatto discutere i fan del programma, Fedez ha spiegato in un video i motivi dell’assenza di Luis Sal come semplici divergenze artistiche e la volontà di dedicarsi ad altri progetti. Il content creator però ha replicato con un altro video, sullo stesso canale, ed ha dato una versione dei fatti differenti. Il primo accusa di scarsa professionalità il secondo, secondo il quale invece l’altro è troppo egocentrico. E in ballo ci sono dei soldi. Nella controreplica infatti, il rapper parla delle richieste economiche ricevute per l’acquisizione delle quote societarie e dei pagamenti rimasti in sospeso.

«Mi sono sentito emarginato nel mio stesso progetto, mi sentivo di non essere ascoltato né nella parte creativa né in quella esecutiva perché agiva senza coinvolgermi su tanti aspetti. Mi chiedeva scusa e continuava a farlo» la versione di Luis Sal, secondo il quale Fedez ha accentrato troppo su di sé l’attenzione, togliendo perfino spazio agli ospiti.

Il punto di rottura tra i due è stato raggiunto con la partecipazione a Sanremo. Qui i due avrebbero avuto una discussione che li ha portati a prendere una pausa, poi rivelatasi definitiva. Luis Sal non avrebbe voluto prendere parte al Festival in un primo momento: «Alla fine ci siamo andati. L’ho assecondato in tantissime altre cose. Ma quando si trattava di ascoltarmi, niente», ha poi spiegato.

Ha poi affermato di aver cercato di trovare un compromesso, ma Fedez avrebbe declinato: «Non puoi togliermi il mio podcast. Sei un ingrato di mxxxa, non farti più vedere a Muschio». Poi avrebbe dato mandato ai suoi legali di risolvere la questione. In conclusione Lui Sal afferma di aver ricevuto la proposta di registrare una puntata di addio, con un testo concordato, ma di aver rifiutato: «Non avrei voluto far parte di questo giochino che Federico è molto bravo a fare. Ma io non voglio giocare Fede, dillo alla mamma e dillo all’avvocato».

In poche ore il video di Luis Sal fa migliaia di visualizzazione ed ecco che arriva la pronta risposta di Fedez: «La favoletta dell’egocentrico che sfrutta Luis è vera, ma fino a un certo punto. Se questo senso di oppressione che avevi nei miei confronti era latente da così tanto tempo, perché hai deciso di fondare una società insieme a me, due settimane prima di lasciarla? Chiedendomi poi 600 mila euro per una società che non vale nemmeno la metà di quei soldi, vietandomi di dare delle spiegazioni tramite il tuo manager e minacciando di raccontare la tua verità se io avessi osato semplicemente dire che tu avessi abbandonato il podcast per dedicarti ad altri progetti».

Fedez prosegue tirando in ballo gli impegni contrattuali che i due hanno sottoscritto: «facciamo fina che tu sia la vittima e io il carnefice. Ma Luis, siamo delle persone adulte, quando si ha una società non si può andare via rompendo il giochino e sbattendo la porta perché “mi sono stufato”. Da quando hai deciso di abbandonare il podcast, hai smesso di pagare gli stipendi di persone che non sono multimilionarie come me e come te, hai smesso di pagare gli affitti, hai lasciato dei debiti nei mie confronti e, nonostante questo, continuavi a guadagnare soldi dalle visualizzazioni senza fare un caxxo. Quindi, anche se tu avessi avuto tutto le ragioni del mondo per andare via, non ci si comporta così perché si onorano gli impegni, soprattutto nel rispetto di persone che lavorano e campano solo grazie a questo lavoro, ma soprattutto si danno delle risposte al pubblico e non si impedisce al tuo partner di dare delle risponde semplicemente perché tu vuoi far leva sulla pressione  della gente e utilizzarmi come se fossi un bancomat».

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