La resa dei conti nella Lega è iniziata. Non solo i governatori del nord insorgono contro il capitano, ma anche la “vecchia guardia”. Bossi, che Salvini ha proposito come senatore a vita nonostante siano tutti occupati i 5 posti disponibili, lo scarica: «messaggio chiaro ed inequivocabile che non può non essere ascoltato». Maroni è più diretto: «È ora di un nuovo leader per la Lega».

Nel 2019 Salvini chiedeva l’abolizione della figura del senatore a vita in maniera netta e inderogabile: «figura assolutamente superata nella storia della nostra Repubblica. Lasciare a dei senatori a vita pro tempore, che vengono qua quando hanno tempo, il governo che nasce e che muore proprio no. Con tutto il rispetto. È la casta della casta». Ora sembra aver cambiato idea e propone di nominare senatore a vita chi “senatur” lo è già stato di nome e di fatto: Umberto Bossi, che non è stato rieletto e che abbandonerà il Parlamento dopo 35 anni.

La mancata elezione però non sembra aver turbato particolarmente il fondatore del Carroccio, che anzi si è detto «contento» ed ha precisato che: «Mi hanno pregato [di candidarsi ndr] e solo per il rispetto verso la militanza ho accettato». Bossi, che aveva disertato anche l’adunata leghista a Pontida per festeggiare in famiglia il suo compleanno, anche volendo non potrebbe essere nominato senatore a vita, dal momento che sono tutti occupati i 5 posti previsti dalla Costituzione. Ma il senatur non si esime dal commentare la batosta elettorale subita dalla Lega, scesa sotto al 9% alle Elezioni: ««Il popolo del Nord esprime un messaggio chiaro ed inequivocabile che non può non essere ascoltato». Un messaggio che si inserisce nel solco di quello già tracciato da Luca Zaia.

Un altro esponente storico invece, Roberto Maroni, è più diretto: ««È ora di un nuovo leader per la Lega. Ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole». L’ex numero due del Carroccio sembra avere anche le idee chiare su chi possa essere il successore, ma per il momento non si sbottona: «Io saprei chi eleggere come nuovo segretario, ma per adesso non faccio nomi».

Sembra comunque partito il meccanismo per detronizzare il capitano. La frattura apertasi durante la permanenza al governo Draghi tra l’ala governista e quella più intransigente, pare essersi definitivamente spaccata in seguito alla batosta alle urne. Il toto segretario federale si è aperto e sono già uscite le quote dei bookmaker su chi guiderà la Lega dopo Salvini: Fedriga è indicato come più probabile, di poco davanti a Zaia, mentre sono più staccati Garavaglia e Giorgetti. Il nord è pronto a riprendersi la Lega.