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Gli azzurri si inginocchieranno prima della partita col Belgio. Ma è giallo sulla nota della Figc

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ROMA – Gli azzurri s’inginocchieranno sul campo di gioco prima dell’inizio del match col Belgio, venerdì sera. La Nazionale di Roberto Mancini aderisce così al gesto di supporto al movimento Black Lives Matter. Già Giorgio Chiellini, proprio prima della partita contro l’Austria, aveva chiarito che gli azzurri avrebbero fatto il gesto di protesta in caso di richiesta da parte di altre squadre: il Belgio lo ha sempre fatto prima delle partite.

Sin dal primissimo pomeriggio di oggi, si è ripetuta però una sequenza di articoli che prendevano come punto di riferimento una presunta «nota ufficiale FIGC» sulle circostanze che spingeranno i calciatori della nazionale a inginocchiarsi prima del quarto di finale. Il virgolettato riportato su più quotidiani è questo: «La squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari, non per la campagna in sé, che non condividiamo. I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro».

Che non si tratti di una nota ufficiale, lo testimonia il fatto che queste parole non siano state riportate su un comunicato pubblicato sul sito web della FIGC. Le parole sarebbero la dichiarazione di un responsabile della comunicazione a un giornalista che ha agito di conseguenza. Ma non si deve dare per scontato che le parole di un dirigente possano coincidere con la posizione della federazione.

Polemico Matteo Salvini: “Boldrini, Saviano, Letta…Ma davvero non riuscite a guardarvi una partita di pallone senza fare polemica o politica? Viva la Libertà, sempre, e forza Azzurri”.

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Lite a distanza tra Gruber e Mentana: «l’incontinenza è una brutta cosa», «maleducata»

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lite mentana gruber

A far battibeccare i due mezzibusti più permalosi del palinsesto di La7, il collegamento dato in ritardo dal direttore del telegiornale alla conduttrice di Otto e Mezzo.

«L’incontinenza è una brutta cosa». Lilli Gruber prende la palla ala balzo ed utilizza l’ultimo spot mandato in onda prima dell’inizio della sua trasmissione, dedicato appunto ad un integratore per il benessere della prostata, per lanciare una frecciata ad Enrico Mentana, con il quale è sorta una lite a distanza. Motivo della discordia, l’ossessione dei volti televisivi: il minutaggio.

«Buonasera e benvenuti alle 20:46, non alle otto e mezza» ha . E poi appunto, la frase che ha suscitato l’ira del reo, Enrico Mentana. Sul proprio profilo Instagram, lo spietato direttore del telegiornale di La7 ha risposto pubblicando i dati relativi all’ascolto. Non meno impietosa la didascalia: «Dall’uno al nove per cento in mezz’ora. Questa è la curva degli ascolti – del tutto simile a quelle dei giorni precedenti – del Tg La7 di ieri sera, segnato da fatti importanti e in continuo aggiornamento. A quel tg però ha imprevedibilmente fatto seguito un giudizio grevemente sprezzante nei miei confronti da parte di chi conduceva il programma successivo, che pure è ogni sera diretto beneficiario di quella curva ascendente».

Il post con cui Mentana ha acceso una lite che tutti sperano che questa sera possa riservare nuove puntate, non cita mai Lilli Gruber, secondo una precisa scelta artistica: «Un giudizio da cui finora nessuno tra i vertici di La7 ha sentito il bisogno di prendere le distanze. Piccolo episodio, ma molto indicativo. A questo punto le distanze, come è doveroso, le prendo io, dai maleducati e dagli ignavi».

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“Noi è, Io sono” la congrega che non crede nelle bollette, né nella patente

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Un bizzarro caso di cronaca avvenuto nei giorni scorsi a Brescia, successivo di qualche tempo rispetto ad un altro episodio bislacco accaduto sempre in Lombardia, accende i riflettori su “Noi è, Io Sono” una congrega italiana che segue le orme della setta statunitense “One People” che non riconosce gli Stati, le leggi e le forze dell’ordine.

Guardando le bollette del gas, specie negli ultimi inverni, sarà vacillata la fede di molti. Ed altrettante invocazioni al divino si saranno succedute. Ma la reazione di un cittadino di Iseo è fin troppo trascendentale: si rifiuta di pagare la bolletta perché non crede nello Stato e nelle leggi, tantomeno nella compagnia che gliel’ha recapitata. Fa parte di un gruppo che non riconosce alcuna organizzazione costituita e che si pone l’obiettivo di rinnovare la società. Si chiama “Noi è, Io Sono”, un’organizzazione che fin dal nome mette tutto in discussione, perfino la grammatica. E’ una sorta di costola italiana di “One People”, una setta statunitense attiva già da alcuni anni.

«Chi induce un uomo vivo a identificarsi nei documenti di una corporazione di diritto privato preclusa e pignorata, commette reato». Questa la motivazione del singolare ricorso presentato ad Iseo. La lettera non è stata recapitata alla compagnia elettrica, ma a sindaco, prefetto e questore. Ed è firmata con un’impronta insaguinata. Contiene anche una richiesta di risarcimento danni: «un’oncia troy al 99,9% valuta in argento puro». Qualora si avessero difficoltà a rintracciare il prezioso metallo, accetta anche un pagamento alternativo: «energia vitale». Che al cambio dovrebbe anche convenire.

Si tratta della seconda volta che un membro del gruppo “Noi è, Io sono” fa parlare di sé, sempre in Lombardia. Qualche mese fa, in provincia di Brescia, una signora è stata fermata per un controllo stradale ed è risultata senza patente. O meglio, una ce l’aveva: firmata con un’impronta di sangue, abilitava alla guida di veicoli, navi, aerei e affini, in quanto eterna essenza in corpo e fonte di valore. Sul sito del gruppo è anche possibile consultare la modulistica per ottenere queste ed altre certificazioni universali. Che però, almeno al momento, hanno un valore legale paragonabile al potere d’acquisto dei soldi del Monopoly.

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Un fucile puntato verso l’elettorato: polemiche sul candidato FdI

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manifesto elettorale fucile fdi

Pietro Fiocchi, europarlamentare e candidato tra le fila di Fratelli d’Italia in cerca di conferma, travolto dalle polemiche per un manifesto elettorale che lo ritrae mentre imbraccia un fucile.

A far discutere non è tanto il tema elettorale proposto, la caccia, terreno da sempre spinoso e divisivo, quanto la foto scelta per rendere l’idea: Pietro Fiocchi, europarlamentare di Fratelli d’Italia, candidato per un secondo mandato, imbraccia il fucile lo punta verso chi guarda, sotto la scritta “L’Europa e la caccia che vogliamo”. Sfondo scuro, cupo. Un occhio chiuso ed un sopracciglio alzato, a dimostrare che chi maneggia l’arma è un esperto. E che l’espressione alla Clint Eastwood non passerà mai di moda.

Immediatamente, dalle opposizioni si sono sollevate proteste. «È un’immagine di una violenza inaudita! Quel fucile puntato non è una minaccia solo per gli animali ma per tutti noi!» ha commentato Angelo Bonelli, deputato di Europa Verde. Ma anche a destra c’è chi non ha apprezzato.

Più che uno scivolone, appare una polemica volutamente sollecitata. Non è la prima volta che Pietro Fiocchi finisce al centro di un dibattito dagli echi nazionali. Lo scorso Natale hanno fatto discutere gli auguri che lo stesso ha fatto affiggere in giro per Lecco, sua città d’origine: lo ritraevano seduto di fronte ad un albero di Natale addobbato con cartucce e proiettili. Fiocchi proviene da una famiglia proprietaria di un’azienda di munizioni. E non ha mai nascosto la sua passione per le armi.

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