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Mondo

Guerra in Ucraina, si contano già decine di vittime, truppe russe a 30 km da Kiev

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Guerra in Ucraina si contano già decine di vittime
Un'immagine che ha già fatto il giro del web. (FONTE TWITTER)

Putin cerca la guerra lampo, anche per ridurre al minimo i contraccolpi economici: rublo in caduta libera e sanzioni durissime in arrivo. Relazioni diplomatiche pressoché azzerate. Le truppe russe hanno sconfinato in diverse zone dell’Ucraina, dove la guerra ha già mietuto decine di vittime. Capitale, già colpita da bombardamenti.

Alla fine Putin ha calato le sue carte. Le provocazioni e le minacce si sono concretizzate in una guerra che ha già provocato vittime in Ucraina tra i soldati e la popolazione civile, con buona pace dei segnali di distensione che la settimana scorsa avevano fatto illudere, ma non troppo, le diplomazie occidentali. Le truppe russe alla fine hanno dato via alle «operazioni speciali», così le ha definite il presidente russo, in Ucraina.

Si tratta in realtà di un attacco su larga scala, che ha già mietuto diverse vittime. I boati delle prime esplosioni hanno iniziato a risuonare già mezzora dopo l’annuncio del presidente russo. Le truppe russe hanno sconfinato in diverse zone del paese: ad est, nell’ormai famigerata regione del Donbass, ma anche lungo la linea di confine dove sono stati segnalati scontri nelle città di Kharkiv, Belgorod e Soumy; a sud, dove le truppe russe sono sbarcate nelle città di Dnipro e Odessa, partendo dalla Crimea, annessa giusto qualche anno fa, nel 2014; a nord, dove l’esercito russe ha varcato i confini dalla Bielorussia, anche se il premier Lukashenko ha affermato che non prenderà parte al conflitto. Bombardamenti hanno interessato anche la città di Leopoli, nella parte occidentale, praticamente a ridosso della Polonia. Ma le esplosioni hanno interessato anche Kiev, che già inizia a intravedere le divise dell’esercito russo. Si sono formate lunghe code di auto in fuga dalla città, mentre il consigliere presidenziale Mykhaylo Podolyak ha annunciato che forti scontri sono in corso nell’area aeroportuale di Hostomel, 30 chilometri a nord ovest dalla capitale. Al momento si contano già decine di morti in tutto il paese, ma i numeri non sono stati confermati.

Putin ha annunciato l’attacco nel cuore della notte, rivolgendosi alla nazione con un messaggio trasmesso dalla televisione. Ha affermato che l’intervento è stato espressamente richiesto dalle repubbliche separatiste del Donbass e che il suo fine è quello di demilitarizzare l’Ucraina. Putin ha usato parole molto dure contro le autorità ucraine, definite naziste e colpevoli di genocidio, ed ha detto senza mezzi termini che non tollererà interferenze straniere. Ha anche aggiunto che durante le “operazioni speciali” la popolazione civile non ha nulla da temere.

Le fonti ucraine parlano di 40 soldati e 10 civili caduti già accertati, ma anche di cinque aerei e di un elicottero russi abbattuti. Altre fonti segnalano altre 18 vittime, civili, durante i bombardamenti di Odessa. Le autorità russe hanno affermato di aver annientato la contraerea ucraina e di aver bloccato la flotta nel mar di Azov.

Il premier ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la popolazione a rimanere a casa, mente il consigliere Podolyak ha invitato i giornalisti a tornare nelle loro redazioni, dal momento che si aspetta un attacco alla sede del governo.

Cronaca

Sparatoria nella fabbrica Mercedes in Germania: due morti

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auto sulla folla a Berlino la polizia sta interrogando l'uomo alla guida

Questa mattina nell’impianto della Mercedes di Sindelfingen, nel sudovest della Germania, si è verificata una sparatoria in seguito alla quale sono morte due persone. Fermato il responsabile, sarebbe un dipendente di una ditta esterna.

La situazione è ora sotto controllo nell’impianto della Mercedes di Sindelfingen, secondo quanto dichiarato alla stampa dal portavoce della polizia di Ludwigsburg Yvonne Schachte, dove questa mattina intorno alle 7:45 si è verificata una sparatoria. Un uomo ha aperto il fuoco nella nell’area degli uffici dei capisquadra.

Due uomini sono stati raggiunti dai colpi. Uno è morto subito, l’altro in seguito al disperato ricovero in ospedale, a causa delle ferite subite. L’attentatore è stato subito fermato. Si tratterebbe di un uomo di 53 anni dipendente di una ditta esterna, che si occupa di logistica.

Non sono note ancora le cause che hanno portato alla sparatoria nella fabbrica della Mercedes in Germania.

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Mondo

Nuova strage in Serbia: 8 persone uccise in una sparatoria

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nuova strage in serbia

Belgrado era ancora sotto shock a causa della prima strage in una scuola verificatasi nel Paese, quando, ad una sessantina di chilometri a sud, si è verificata una nuova sparatoria in Serbia, nella quale sono morte otto persone e ferite tredici.

La nuova strage consumatasi in Serbia si è verificata nella città di Mladenovac, sessanta chilometri a sud di Belgrado, dove lo scorso 3 maggio un ragazzino ha aperto il fuoco con un’arma sottratta al padre ed ha ucciso otto compagni ed il custode dell’istituto. Nella sparatoria di ieri sera, sono morte altre otto persone e sono rimaste ferite altre tredici. Il Paese è sconvolto e c’è il timore che possano verificarsi tentativi di emulazione.

Il killer è già stato arrestato. E’ un ragazzo di 21 anni, che dopo una discussione avvenuta a scuola, sarebbe rientrato a casa ed avrebbe imbracciato il fucile con cui ha compiuto la seconda strage avvenuta in Serbia in una settimana, ancora nei dintorni dei una scuola. Avrebbe incominciato a sparare da un veicolo in movimento su due gruppi di persone, poi sarebbe scappato. dopo una caccia all’uomo lanciata su tutto il Paese, il giovane assassino è stato fermato dalla polizia vicino Kragujevac, nella Serbia centrale.

Per le ricerche, la polizia aveva fatto levare in volo droni ed elicotteri. Sette dei tredici feriti versano in gravi condizioni. Tra le vittime vi sarebbe anche un agente di polizia. Il presidente serbo Vucic dopo le due terribili sparatorie verificatesi nel Paese, ha promesso «un disarmo quasi completo» della popolazione civile.

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Tajani annulla il viaggio in Francia dopo le parole del ministro Darmanin: «Meloni incapace di risolvere problemi migratori»

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Ancora frizioni tra il governo italiano e quello d’oltralpe. dopo che il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha affermato durante un trasmissione radiofonica che il governo non è in grado di intervenire sulla questione dei migranti, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha annullato un viaggio in Francia in cui avrebbe incontrato la sua omologa Catherine Colonna: «non è questo lo spirito».

Avrebbero dovuto parlare della gestione dei flussi migratori ed invece proprio sulla questione migranti si è consumato lo strappo tra Italia e Francia che ha portato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ad annullare l’incontro che avrebbe dovuto tenere con l’omologa d’oltralpe Catherine Colonna. «Parole inaccettabili. Non andrò in Francia per il previsto incontro. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni» ha affermato il vicepremier Tajani su Twitter, spiegando per quale motivo ha annullato il viaggio diplomatico in programma in Francia.

A scatenare una reazione così piccata, le parole del ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, secondo il quale «Madame Meloni, capo del governo di estrema destra scelto dagli amici di Marine Le Pen» sarebbe «incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta».

Oltre a questo il ministro francese ha affermato: «C’è un vizio nell’estrema destra, che è quello di mentire alla popolazione. La verità è che in Tunisia c’è una situazione politica grave e l’Italia non è in grado di gestire questa pressione migratoria». Meloni dal canto suo ha scelto di non replicare direttamente al francese. Al suo posto c ha pensato, con una netta presa di posizione il ministro Tajani.

In seguito alle polemiche la Francia ha cercato di gettare acqua sul fuoco: ««La relazione tra Francia e Italia si basa sul rispetto reciproco, tra i nostri due Paesi e tra i loro dirigenti. Questo è lo spirito del Trattato del Quirinale. È anche in uno spirito di solidarietà che il governo francese desidera lavorare con l’Italia per affrontare la sfida comune che rappresenta il rapido aumento dei flussi migratori. Ho parlato con Antonio Tajani al telefono. Gli ho detto che la relazione tra Italia e Francia è basata sul reciproco rispetto, tra i nostri due Paesi e tra i loro dirigenti. Spero di poter accoglierlo presto a Parigi», ha affermato la ministra Colonna.

Non si tratta della prima frizione tra i due Paesi, da quando si è insediato il primo governo Meloni. Sebbene tra i primi passi della presidente del Consiglio ci sia stato proprio un tentativo di “disgelo”, in seguito i due governo si sono attestati nuovamente su posizioni distanti e spesso relative alla questione dei flussi migratori.

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