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Il caso Richetti: senatore molestatore o articolo di giornale non verificato?

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A sinistra Ludovica Mairè Rogati, a destra Matteo Richetti (foto tratte da Facebook).

Il caso Richetti fa discutere più i giornali che i politici e non si è trasformato in un caso politico in grado di influenzare la campagna elettorale. “Domani” ha messo in discussione l’articolo di FanPage ed ha sollevato dubbi sulla sua fonte, della quale fa nome e cognome e rivela alcuni precedenti per stalking e calunnia. Il senatore, che nel frattempo ha querelato FanPage, sostiene che i messaggi pubblicati sono stati «falsamente attribuiti» a lui.

Da una parte c’è l’articolo di FanPage che parla di molestie sessuali attribuite ad un senatore, dall’altra quello di Domani che mette in discussione l’attendibilità della fonte e ne rivela le generalità e i precedenti. In mezzo c’è Matteo Richetti, il senatore di Azione al centro dell’inchiesta. Quello che doveva essere lo scoop che avrebbe dovuto tenere banco durante l’ultima settimana di campagna elettorale, non ha provocato in realtà forti reazioni da parte delle forze politiche e si è trasformato più che altro in una sfida giornalistica. Ma andiamo con ordine.

FanPage ha pubblicato un’intervista ad una donna, in forma anonima, ed un articolo nei quali si parla di un «senatore molestatore». Il suo nome, come quello della fonte, non viene mai rivelato, ma il pezzo lascia intuire di chi possa trattarsi e in rete comincia a circolare il nome di Richetti. Secondo l’articolo, avrebbe riservato attenzioni inopportune e compiuto vere e proprie molestie sessuali ad un’aspirante collaboratrice del suo partito, che avrebbe toccato anche nelle parti intime. Non si tratterebbe nemmeno dell’unica donna che il senatore avrebbe molestato. Il giornale pubblica anche stralci dei messaggi tra i due, prima e dopo l’episodio contestato. Gli screenshot descrivono un uomo sicuro di sé che fa leva sulla propria posizione di prestigio e autorità. Il racconto della protagonista prosegue parlando di una perquisizione che avrebbe subito su pressione del senatore. Una volta che ha richiesto spiegazioni anche l’ispettore che ha seguito il caso avrebbe mantenuto nei suoi confronti atteggiamenti inappropriati. La donna allora avrebbe denunciato il fatto ai suoi superiori. Fatto questo al quale non sarebbe seguita nessuna conseguenza.

L’articolo fa scalpore, ma non deflagra sulla campagna elettorale. Salvini, Meloni, Letta, Conte, Berlusconi non si fiondano sull’argomento, ma anzi se ne tengono alla larga. Giusto Calenda interviene in merito, per difendere un uomo del suo partito dagli attacchi che provengono da fuori, rendendo noto che Richetti nella vicenda è parte lesa.

Il senatore infatti ha reagito querelando per diffamazione FanPage e il suo direttore, Francesco Cancellato. Secondo il senatore, che constata il fatto che il giornale non abbia in nessun modo fatto cenno ai precedenti della sua fonte, il materiale pubblicato non è stato controllato a dovere ed è composto da: «messaggi falsamente attribuiti a me». In seguito, è emerso che Richetti aveva già denunciato la donna ritenuta colei che ha passato l’informazione a FanPage per stalking, dopo aver ricevuto minacce ed insulti, rivolti anche ai suoi famigliari.

La questione viene ripresa da Domani che mette in qualche modo in discussione l’attendibilità della fonte, della quale fa nome e cognome: Ludovica Mairè Rogati, modella, con ambizioni politiche ed un padre che in passato si è candidato con Forza Italia. Il giornale sostiene che secondo Richetti e i suoi legali sarebbe lei l’accusatrice. La Rogati avrebbe precedenti per stalking e calunnie e sarebbe stata denunciata da Richetti. Da qui, si sarebbe arrivati alla perquisizione nella sua abitazione. L’indagine comunque non avrebbe avuto ulteriori sviluppi. L’articolo prosegue affermando che la protagonista della vicenda, che avrebbe preferito rivolgersi direttamente ad autori e trasmissioni piuttosto che alla Procura, presentandosi come «amica di Confalonieri» avrebbe sottoposto il suo caso anche alle trasmissioni d’inchiesta di punta di Rai e Mediaset, ovvero Report e Le Iene. Le redazioni delle trasmissioni però non hanno ritenuto sufficientemente attendibili le rivelazioni. Successivamente anche il Fatto Quotidiano ha reso noto di essere stato contattato dalla Rogati, ma di non aver dato seguito alla vicenda.

La diretta interessata il giorno successivo rilascia una nota stampa nella quale afferma di essere del tutto estranea alla vicenda, pur non smentendo di aver parlato con il quotidiano, e di non aver mai denunciato o querelato un senatore, cosa che però Domani non aveva affermato.

La vicenda rimane intricata, ma rimane una vicenda giudiziaria. Il caso Richetti non si è trasformato in un caso politico e non ha influenzato particolarmente la campagna elettorale. La prova regina di tutta l’inchiesta resta la conversazione tra i due. Una perizia tecnica sul telefono della donna stabilirà se quei messaggi sono stati davvero inviati da Richetti, oppure se si tratta di una montatura.

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Sanzione da 200 mila euro alla Rai per la pubblicità occulta sulle scarpe di John Travolta

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Il purtroppo indimenticabile teatrino tra Fiorello, Amadeus e John Travolta a Sanremo, oltre che ad essere stato orribile, costa caro alla  Rai, che ha ricevuto una sanzione per pubblicità occulta. Agcom: «episodio gravissimo».

In quel inguardabile siparietto saltavano all’occhio tre cose: l’evidente imbarazzo di un attore che non si è fatto scrupoli a recitare nel pietoso “Battaglia per la Terra”, delle papere giganti e la marca delle scarpe indossate dall’attore. Il “ballo del qua qua” con John Travolta, Amadeus e Fiorello costa caro alla Rai: sanzione da oltre 200 mila euro per pubblicità occulta.

La Commissione per i servizi e i prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazione ha approvato una sanzione di euro 206.580,00, pari a venti volte il minimo edittale, per ‘violazione delle disposizioni relative alla corretta segnalazione dei messaggi pubblicitari”, definendo «gravissimo» l’episodio.

«La violazione accertata – sottolinea oggi l’autorità – riguarda la pubblicità occulta di un noto marchio di scarpe nel corso dell’esibizione di John Travolta insieme ad Amadeus, conduttore del Festival. L’Autorità ha ritenuto di estrema gravità l’episodio, in quanto l’esposizione del prodotto è avvenuta nel corso del principale programma televisivo della Rai in termini di audience e durante l’esibizione di un ospite di chiara fama internazionale, con notevoli effetti pregiudizievoli a danno dei telespettatori. Nel determinare la sanzione l’Autorità ha tenuto conto della reiterazione della condotta da parte della Rai, già sanzionata per episodi di pubblicità occulta nel corso della passata edizione del Festival di Sanremo».

L’esibizione di Travolta con i pennuti è stata talmente brutta, che lo stesso attore ha rifiutato di firmare la liberatoria che ne autorizza la rimessa in onda. Ma in quel momento di fronte allo schermo c’erano circa 11 milioni di osservatori. Abbastanza per avere tonnellate di meme a ricordarci un imbarazzante momento di televisione.

Ed intanto arrivano anche le prime reazioni del mondo politico: «Amadeus ha sbagliato e Amadeus deve pagare» ha affermato Maurizio Gasparri, secondo il quale «dovrebbero pagare non i cittadini attraverso il canone, ma i responsabili di questo episodio, quindi Amadeus, che si è arricchito negli anni con i soldi della Rai, e chi non ha vigilato a dovere sulla trasmissione».

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Musk sulla figlia transgender: «è morto, ucciso dalla teoria woke. Non avrei dovuto accettare i trattamenti»

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Intervistato da Tmz il tycoon ha usato dure parole nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Tra i due non corre buon sangue. La ventenne Vivian Jenna Wilson, nato come Xavier Musk, dopo il cambio di sesso ha interrotto ogni rapporto con il padre, il fondatore di Tesla e Space X, ed ha assunto il cognome della madre. La transizione non è stata bene accolta da Elon Musk, che, intervistato da Tmz ha usato parole molto dure nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Il miliardario ha anche abiurato il suo consenso ai trattamenti ai quali il figlio si è sottoposto: «Sono stato ingannato nel firmare documenti medici per approvare qualsiasi trattamento lei ricevesse». Parlando con il suo intervistatore, Musk ha affermato di aver accettato perché gli avevano paventato il rischio di un gesto autolesionistico da parte del giovane.

Non è la prima volta che tra Musk e la figlia transgender due volano screzi a mezzo stampa. In passato si sono scambiati dichiarazioni al vetriolo non soltanto sulle diverse visioni sui diritti Lgbtq+, ma anche in tema di politica. Misk ha spesso definita la figlia come una «comunista» e «marxista» che odia i ricchi».

 

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Flavio Briatore: «tanta stima per chi campa con 4 mila euro al mese»

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Il noto imprenditore voleva fare una sorta di elogio al ceto medio per essere in grado di destreggiarsi in tempi difficili, ma le sue parole a molti non sono piaciute. Ma non manca chi lo vorrebbe candidato.

Polemiche su Flavio Briatore che, ospite del podcast 2046 condotta da Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli, ha affermato: «Come si fa a vivere con 4 mila euro al mese?». Una frase, rilanciata sui social dallo stesso imprenditore, che ha suscitato l’irritazione di molti utenti.

In realtà Briatore si era lanciato in una sorta di elogio delle famiglie italiane in tempi di inflazione: «Io penso che una famiglia di quattro persone, con il marito che guadagna 1 e 500 euro al mese o 2 mila, e la moglie magari ne guadagna 1 e 500 ma anche 2 e 500 o 4 mila, già sono cifre importanti, come fanno a vivere?». A molti è sembrato un discorso snob con numeri oltretutto lontani dalla realtà. Ma Briatore continua: «Cioè io mi chiedo: paghi l’affitto, se hai bisogno del dentista o di comprare qualcosa… cioè questi sono i veri miracoli. Cioè per sta gente qui tanto di rispetto perché è la cosa più difficile che puoi fare. Mantieni i tuoi figli, la tua famiglia, li vesti bene….»

Il problema, secondo Briatore, sta tutto nelle tasse: «Gli aumenti dei salari è giusto, ma non puoi pagare le tasse che ti appioppano. Dovrebbero diminuire le tasse, aumentare anche questo e i soldi spenderli bene».

Il suo discorso non ha ricevuto soltanto critiche. Qualcuno ha gradito, anzi, auspica perfino una sua discesa in campo: «Ci vorrebbe una persona così a governare» si legge tra i commenti. E’ non è l’unico.

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