Politica
La lite tra Calenda e Renzi entra nel vivo, divorzio vicino nel Terzo Polo

Carlo Calenda apre ufficialmente la lite e lancia l’ultimatum a Matteo Renzi: «sciogli Italia Viva o faccio il partito unico senza di te». Maria Elena Boschi cade dalle nuvole: «per noi è un fulmine a ciel sereno», poi la stoccata in difesa del suo paladino: «sei un leader grazie a Matteo».
Che Carlo Calenda e Matteo Renzi potessero litigare, era scontato. Già ai tempi della campagna elettorale i due non lo nascondevano. Ci si domandava solo quando sarebbe accaduto. La risposta è arrivata: adesso. La lite tra Carlo Calenda e Matteo Renzi entra nel vivo, dopo il duro attacco del leader di Azione verso quello di Italia Viva, dalle colonne del Corriere della Sera. Calenda non ha usato giri di parole: «Renzi deve sciogliere Italia Viva».
Perché proprio ora? Probabilmente galeotto fu il giornale e chi lo scrisse. L’ultimo e nuovo impegno di Matteo Renzi potrebbe aver spinto Calenda a rompere gli indugi. Ieri sera ai suoi avrebbe detto: «Ragazzi, io vado dritto come un fuso. Il partito lo faccio anche senza Renzi». E ancora al Corriere ha spiegato: «il nostro progetto non può dipendere da una persona che per il 90% del suo tempo fa altro e che ogni tanto torna e dice “no, non facciamo così, facciamo colà” e smonta tutto il lavoro fatto. Non puoi fare credibilmente un partito con uno che ti avverte che farà il direttore del Riformista un quarto d’ora prima che accada».
Gli attacchi di Calenda incontra lo stupore di Maria Elena Boschi, che prima afferma: «per tutti noi è stato un fulmine a ciel sereno», poi, ripresasi dallo shock, l’invettiva: «Calenda è diventato ministro grazie a Renzi, ha ottenuto i galloni da leader grazie alla generosità di Italia Viva, non vedo per cosa possa lamentarsi».
Boschi ripete quello che ieri aveva anticipato il neo direttore non responsabile: prima il partito unico, poi lo scioglimento dei partiti. Calenda invece vorrebbe fare il contrario, o almeno avere in mano un impegno formale da parte dei renziani. Che però prendono tempo. Il motivo di questo attendismo sarebbe legato alla gestione dei rimborsi elettorali. Secondi i maligni, Renzi starebbe anche aspettando sviluppi dal San Raffaele. Quel che è certo che il Terzo Polo sembra pronto ad una seconda vita. Quanto lunga lo decideranno le Europee del 2024.
Politica
Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.
Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.
Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».
Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.
Politica
La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.
Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.
L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.
Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.
Politica
Ribaltone in Forza Italia: Tajani sceglie Gasparri al posto di Ronzulli come capogruppo

Cambio al vertice in Forza Italia e Gasparri e Ronzulli si scambiano di ruolo: il primo capogruppo, la seconda vice. : Gasparri capogruppo e Ronzulli sua vice. Nonostante le smentite degli ultimi mesi, rimangono tesi i rapporti interni al partito.
E così, all’improvviso, i nodi degli azzurri vengono al pettine e, sebbene a sorpresa, va in scena un ricambio al vertice che era nell’aria già da un po’. Lucia Ronzulli non è più capogruppo di Forza Italia al Senato, sostituita da Maurizio Gasparri. L’ex fedelissima di Berlusconi, che negli ultimi anni ha visto gradualmente ridimensionare la sua sfera di influenza, nel corso del tempo ha saputo attirarsi le antipatie di diverse anime del partito. Dopo la morte dell’ex cavaliere, diversi analisti si aspettavano un avvicendamento al vertice, anche se i più ipotizzavano che sarebbe avvenuto dopo il congresso.
Invece ieri sera Antonio Tajani ha dato comunicazione del ribaltone in Forza Italia: Gasparri capogruppo, Ronzulli, al suo posto, vice. Sebbene le comunicazioni siano state tutte all’acqua di rose e contengono messaggi distensivi, l’opinione condivisa è che alla fine Ronzulli abbia pagato la sua linea di contrasto alle politiche della nuova presidenza. La frattura finale sarebbe stata la mancata votazione alla presidenza di La Russa, un anno fa.
Dunque, nonostante i tentativi di rasserenamento, rimangono se non burrascosi, quantomeno vividi i rapporti interni al partito.
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