Cronaca
Naufragio di Cutro, critiche a Salvini per il mancato intervento della Guardia Costiera

Non solo il ministro dell’Interno Piantedesi è al centro delle polemiche per il naufragio di Cutro (e per le sue dichiarazioni): critiche anche per il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, al quale si imputa il mancato intervento della Guardia Costiera.
«Solo immaginare che il ministro dei Trasporti, che è papà, abbia non solo detto ma anche soltanto pensato di non intervenire, è un oltraggio. Chi vuole fare polemiche, fare politica su questo, lasci in pace lo Stato e la Guardia costiera». Matteo Salvini prova a smarcarsi dalle critiche che lo hanno travolto in seguito al tragico nubifragio di Cutro, dove decine di persone hanno perduto la vita di fronte alle coste italiane, distanti pochi metri.
Sebbene polemiche e ricerca delle responsabilità di quella che viene considerata come una tragedia evitabile abbiano in un primo momento riguardato solo il titolare del Viminale Piantedosi, anche in seguito alla sue dichiarazioni, queste poi si sono spostate su colui che ministro dell’Interno lo è già stato e che ora sta ai Trasporti. Anche in virtù delle direttive, ancora in vigore, da lui emanate nel 2019.
A Cutro, in seguito al naufragio del barcone, non sono intervenute lance della Capitaneria di Porto, della quale risponde appunto il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. A detta di molti, le imbarcazioni della Guardia Costiera, più adatte e meglio equipaggiate rispetto a quelle della Guardia di Finanza intervenute per le operazioni di ricerca e soccorso, avrebbero potuto salvare molte più vite.
Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella farà visita ai superstiti del naufragio, Piantedosi nel frattempo rimane al centro del mirino e il Pd e il M5S hanno chiesto le sue dimissioni. Oggi riferirà in merito al naufragio. LE sue parole però non sono piaciute a Giorgia Meloni, che dopo Cutro ha stemperato sulla linea dura in tema immigrazione e preferisce un approccio più soft. Non a caso non sono arrivate parole di sostegno al ministro.
Cronaca
Controlli dei Nas nelle mense scolastiche di tutto il Paese: irregolarità in un terzo di esse

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e il Ministero della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha avviato una campagna di ispezioni e verifiche nelle mense scolastiche di tutto il Paese. Oggetto dei controlli, i servizi di ristorazione e quelli di catering di asili, scuole elementari, medie e superiori ed università. In seguito ai controlli dei Nas nelle mense scolastiche, sono emerse irregolarità in un terzo delle ditte controllate.
341per la precisione e attività in cui sono state riscontrate violazioni, su 1058 aziende controllate. In tutto sono stati sequestrati 700 chili di derrate alimentari non tracciabili, avariati o mal conservati, 9 cucine sono state chiuse, 22 gestori di servizi mensa sono stati denunciati. Le violazioni penali e ammnistrative sono 482 e le sanzioni complessive superano i 240 mila euro.
Tra le principali irregolarità riscontrate, le carenze strutturali degli impianti e dei locali in cui venivano conservati e preparati i cibi, carenze igienico sanitarie, discrepanze tra qualità e quantità dei cibi dichiarate e quelle effettivamente servite, contratti e preparazione professionale degli addetti.
Molto spesso gli inquirenti hanno trovato alimenti scaduti, conservati male e privi delle etichettature relativa a tracciabilità e ingredienti previsti dalle norme. Giusto per fare due esempi eclatanti delle irregolarità riscontrate dai Nas in seguito ai controlli nelle mense scolastiche, in un caso in una scuola è stata servita pasta e patate priva di patate, mentre in un’altra le stoviglie venivano conservate nei bagni.
Le forze dell’ordine rendono noto che con le operazioni dei giorni scorsi non si concludono le verifiche relative al benessere degli studenti e degli scolari all’interno degli edifici scolastici.

Cronaca
Le scale mobili sono fuori uso: i vigili accompagnano in braccio la turista disabile

Le scale mobili della stazione Colosseo della Metro B di Roma sono rotte da mesi: i vigili urbani hanno accompagnato in braccio una turista disabile.
Un fastidioso disguido a cittadini e turisti si è trasformato in uno straordinario gesto di solidarietà da parte dei vigili di Roma, che hanno accompagnato in braccio una ragazza disabile, per permetterle di vedere il Colosseo.
Le scale mobili della stazione della metro antistante l’Anfiteatro Flavio sono fuori uso oramai da mesi. Qui è rimasta bloccata una turista americana affetta da Sla di 21 anni, che si sposta per mezzo di deambulatore. Ha chiesto aiuto agli agenti di polizia locale e per permetterle di visitare il Colosseo, i vigili di Roma l’hanno accompagnata per le scale in braccio.
E per una volta sui social, a fianco alle inevitabili e sempiterne proteste nei confronti del trasporto pubblico capitolino, si sprecano le lodi nei confronti dei due agenti che hanno accompagnato in braccio la turista disabile.
Attualità
Scimmiotta il discorso di Mussolini sul delitto Matteotti: dimissioni per Claudio Anastasio, il manager scelto da Meloni

Era stato scelto da Giorgia Meloni per guidare 3-I, la società che gestisce l’innovazione digitale di Inps, Inail e Istat. Claudio Anastasio si è dimesso dopo che è cominciata a circolare una sua mail inviata al consiglio di amministrazione, nella quale scimmiottava il discorso di Benito Mussolini.
Quando Benito Mussolini si assunse la responsabilità del delitto Matteotti, il Paese cambiò definitivamente. Il ventennio entrava nel vivo, Mussolini si toglieva l’abito borghese da presidente del Consiglio per indossare la divisa da duce, le opposizioni nel tentativo di farlo desistere, gli spianarono la strada. Il delitto Matteotti, e il conseguente discorso alla Camera di Mussolini, è una delle pagine più significative, e per certi versi più drammatiche, della storia contemporanea del Paese. Eppure a Claudio Anastasio, manager scelto da Giorgia Meloni in persona per guidare 3-I, è parsa una buona idea usare questo discorso per inviare una mail al consiglio di amministrazione, nella quale commentava la sua nomina. Il corpo della mail è pressoché la trascrizione letterale del testo mussoliniano: 3-I sostituisce la parola fascismo.
«Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il Governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo». Forse una provocazione, forse uno scherzo di cattivo gusto, fatto sta che non a tutti è piaciuta questa goliardata. E la mail ha cominciato a circolare, fino a che Repubblica l’ha pubblicata.
Risultato? Tantissime critiche e polemiche e Claudio Anastasio costretto alle dimissioni da 3-I. La società gestisce la transizione digitale, quindi i software, di Inps, Inail ed Istat. Quindi di tre delle principali banche dati del Paese. Il ruolo, delicato e prestigioso, gli era stata conferito dalla presidente del Consiglio.
Le dimissioni sono state accompagnate da un messaggio molto più neutro: «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato».
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