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Cronaca

Si laurea in carcere e confessa tre omicidi nella tesi: pool anticamorra indaga

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nella tesi di laurea confessa tre omicidi

In carcere da 14 anni per omicidio, si laurea in sociologia e nella tesi confessa altri tre omicidi per i quali non era stato condannato: il pool anticamorra di Napoli che indaga sul clan D’Alessandro l’ha acquisita.

“Fascinazione Criminale” non è solo il titolo di una tesi che è valsa una laurea cum laude, ma ha tutti i requisiti per tramutarsi in un romanzo best seller: alcuni dei fatti delittuosi sono raccontati in prima persona dall’autore, che li ha compiuti. Catello Romano, 33 anni, ha trascorso poco meno della metà della sua vita in carcere, 14 anni. Durante questo periodo ha iniziato e completato con successo un percorso universitario in Sociologia, laureandosi a pieni voti. Mentre stilava la tesi, ha deciso di assumersi la responsabilità di altri tre omicidi per i quali non era stato condannato ed il pool anticamorra di Napoli ha acquisito la tesi nella quale confessa.

Romano è in carcere per l’omicidio del consigliere comunale Pd di Castellammare di Stabia Luigi Tommasino. Ma nella tesi presentata all’Università di Catanzaro ha affermato di essere responsabile anche dei delitti di Carmine D’Antuono e Federico Donnarumma, avvenuti nel 2008, e di quello di Nunzio Mascolo, dello stesso anno.

Pertanto, il pm Giuseppe Cimmarotta, che da anni indaga sul clan camorristico D’Alessandro, ha chiesto ai carabinieri di acquisire la tesi di Romano. Gli inquirenti verificheranno se ciò che Romano ha scritto corrisponde al vero. Lui intanto continua a studiare ed è intenzionato a completare il suo percorso, conseguendo anche la laurea specialistica. In passato avviò una collaborazione con la Giustizia, ma la interruppe, tentò la fuga e non la riprese.

Cronaca

Sciopero generale, Landini: «in Italia tentativo di svolta autoritaria», scontri a Torino

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sciopero generale scontri torino bruciate effigi meloni crosetto

Secondo il segretario della Cgil, che ha guidato il corteo di Bologna, sono almeno 500 mila gli italiani che sono scesi in piazza in occasione dello sciopero generale. Nel corteo di Torino le fragne pro Palestina si sono scontrate con le forze dell’ordine.

«È chiaro che siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e la libertà delle persone», Maurizio Landini non usa mezze parole a margine del corteo di Bologna in occasione dello sciopero generale di oggi, venerdì 29 novembre. Il segretario della Cgil, rispondendo ai cronisti, ha affermato: «Mi sembra chiaro che c’è stato un tentativo esplicito di mettere in discussione questo diritto. Tra l’altro è in discussione in Parlamento un decreto, che viene chiamato decreto sicurezza, e noi chiediamo che sia ritirato, che vuole far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, l’occupazione delle fabbriche quando chiudono».

Poco prima, dal palco, aveva tuonato: «Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone. La rivolta sociale, per noi, significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, anzi, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione. È una giornata di mobilitazione come da tempo non si vedeva. Oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese».

Secondo Landini l’adesione allo sciopero generale è stata molto alta, raggiungendo in alcuni casi la totalità della forza lavoro delle aziende. Sarebbero state almeno 500 mila le persone che hanno deciso di scendere in piazza e sfilare in corteo nelle città italiane.

La situazione più calda a Torino, dove si sono verificati scontri tra le frange pro Palestina e le forze dell’ordine. Studenti ed attivisti dei collettivi hanno anche brevemente occupato i binari della stazione, ma il contatto con Carabinieri e Poliziotti è avvenuto quando hanno provato a entrare nella stazione di Porta Nuova. Il cordone di forze dell’ordine li ha respinti utilizzando manganelli e scudi antisommossa, mentre i manifestanti hanno lanciato oggetti, pietre e fumogeni. Poco prima avevano anche bruciato le effigi di Meloni e Crosetto.

 

 

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Cronaca

Bambina caduta dalla finestra della casa famiglia in Calabria, la madre si suicida in ospedale

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ospedale salerno insulti omofobi specializzandi

La piccola di soli sette anni si trova ricoverata in ospedale con diversi traumi. La madre si è a sua volta lanciata nel vuoto appena arrivata nel nosocomio.

Una madre di 30 anni si è suicidata in ospedale dopo che la figlia, una bambina di 7 anni, è caduta dalla finestra di una casa famiglia nella quale erano ospitate da un paio d’anni. Le forze dell’ordine sono al lavoro per ricostruire la dinamica della vicenda e capire cosa sia accaduto nella stanza delle due. La piccola ha riportato diversi e seri traumi in seguito alla caduta ed è stata trasportata nell’ospedale Pugliese di Catanzaro, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Entrambe sono originarie dell’entroterra catanzarese e vivevano nella casa famiglia da circa due anni. Una volta arrivata in ospedale, la madre della bambina di 7 anni caduta dalla finestra si è suicidata lanciandosi a sua volta nel vuoto. In merito alla caduta della piccola indagano i Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, mentre in seguito all’estremo gesto della donna, sono intervenuti in ospedale gli agenti della Squadra Mobile catanzarese.

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Cronaca

Ragazzino di 13 anni accoltellato per un pallone da un bambino di 10 anni

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L’episodio di violenza si è verificato a Giugliano in Campania, nella provincia di Napoli. La vittima è stata colpita ad una coscia ed è stato portato in pronto soccorso. L’aggressore non può essere imputabile data la giovane età.

Stava giocando a pallone nel campetto a due passi da casa in compagnia di alcuni amici, il ragazzino di 13 anni accoltellato a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, da un bambino di appena 10 anni. L’ennesimo episodio di cronaca nera che ha per protagonisti minorenni è avvenuto nella sera di domenica 17 novembre. I due giovanissimi non si conoscevano e non si erano mai incontrati prima.

Il più piccolo si è avvicinato al più grande e gli ha intimato di consegnarli il pallone. Di fronte al rifiuto dell’altro, che ha passato la palla ad un suo amico, il minore ha estratto un coltello ed ha colpito alla coscia sinistra il tredicenne, dopodiché è scappato. Il ragazzino accoltellato per un pallone è stato soccorso dai genitori degli altri giovani presenti ed accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Giuliano, dove sono intervenuti i Carabinieri.

I militari stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi e identificare l’aggressore, che avendo meno di 10 anni non è imputabile. Tuttavia, potrebbe essere segnalato al Tribunale per i Minorenni.

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