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Cronaca

Una ragazzina di 15 anni ha tentato il suicidio dopo che sono finite in rete sue foto intime

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Le sue foto in topless hanno fatto il giro di centinaia di smartphone e i troppi insulti ricevuti, sia on-line che per strada, hanno spinto una ragazzina di 15 anni a provare il suicidio. «Avevo mandato quelle foto sotto ricatto, volevo solo esser accettata».

Un paio di video ed una foto dei suoi seni hanno fatto il giro di Roma, inoltrati e condivisi da centinaia di adolescenti. La protagonista è una ragazzina di 15 anni che racconta di aver tentato il suicidio ed essere finita in coma a causa della diffusione delle sue foto intime: «Momento brutto. Ho provato ad ammazzarmi per i troppi insulti e sono finita in coma e adesso ancora ci sono persone che pensano cose negative su di me». Il caso di revenge porn che vede una minorenne coinvolta è affiorato nell’ambito delle indagini sulla baby gang “18”che nel 2021 aggredì un ragazzo di 17 anni affetto dalla sindrome di down.

I dettagli della vicenda sono stati raccontanti dalla stessa protagonista: «due estati fa sono stata ricattata e ho mandato foto intime ai miei ex e anche un video senza reggiseno. Sono stata una c… e non ho pensato alle conseguenze e volevo essere accettata. So che ho sbagliato perché non ci si accetta così». I destinatari di foto e video che la ragazzina pensava fossero privati, iniziano subito a farle circolare tra gruppi e chat. In breve diventano virali e li vede mezza Roma. La giovanissima viene subissata di critiche ed insulti, sia in rete che per strada.

In breve, sprofonda in una crisi depressiva e manifesta atteggiamenti autodistruttivi. Fino al tentativo di suicidio raccontato dalla ragazzina, causato dalla diffusione delle sue foto intime. Sul caso, segnalato nell’informativa conclusiva sull’episodio dell’aggressione al ragazzo down, potrebbe ora essere avviata una verifica investigativa dalla Procura dei minori.

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Cronaca

Controlli dei Nas nelle mense scolastiche di tutto il Paese: irregolarità in un terzo di esse

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Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e il Ministero della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha avviato una campagna di ispezioni e verifiche nelle mense scolastiche di tutto il Paese. Oggetto dei controlli, i servizi di ristorazione e quelli di catering di asili, scuole elementari, medie e superiori ed università. In seguito ai controlli dei Nas nelle mense scolastiche, sono emerse irregolarità in un terzo delle ditte controllate.

341per la precisione e attività in cui sono state riscontrate violazioni, su 1058 aziende controllate. In tutto sono stati sequestrati 700 chili di derrate alimentari non tracciabili, avariati o mal conservati, 9 cucine sono state chiuse, 22 gestori di servizi mensa sono stati denunciati. Le violazioni penali e ammnistrative sono 482 e le sanzioni complessive superano i 240 mila euro.

Tra le principali irregolarità riscontrate, le carenze strutturali degli impianti e dei locali in cui venivano conservati e preparati i cibi, carenze igienico sanitarie, discrepanze tra qualità e quantità dei cibi dichiarate e quelle effettivamente servite, contratti e preparazione professionale degli addetti.

Molto spesso gli inquirenti hanno trovato alimenti scaduti, conservati male e privi delle etichettature relativa a tracciabilità e ingredienti previsti dalle norme. Giusto per fare due esempi eclatanti delle irregolarità riscontrate dai Nas in seguito ai controlli nelle mense scolastiche, in un caso in una scuola è stata servita pasta e patate priva di patate, mentre in un’altra le stoviglie venivano conservate nei bagni.

Le forze dell’ordine rendono noto che con le operazioni dei giorni scorsi non si concludono le verifiche relative al benessere degli studenti e degli scolari all’interno degli edifici scolastici.

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Cronaca

Le scale mobili sono fuori uso: i vigili accompagnano in braccio la turista disabile

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Le scale mobili della stazione Colosseo della Metro B di Roma sono rotte da mesi: i vigili urbani hanno accompagnato in braccio una turista disabile.

Un fastidioso disguido a cittadini e turisti si è trasformato in uno straordinario gesto di solidarietà da parte dei vigili di Roma, che hanno accompagnato in braccio una ragazza disabile, per permetterle di vedere il Colosseo.

Le scale mobili della stazione della metro antistante l’Anfiteatro Flavio sono fuori uso oramai da mesi. Qui è rimasta bloccata una turista americana affetta da Sla di 21 anni, che si sposta per mezzo di deambulatore. Ha chiesto aiuto agli agenti di polizia locale e per permetterle di visitare il Colosseo, i vigili di Roma l’hanno accompagnata per le scale in braccio.

E per una volta sui social, a fianco alle inevitabili e sempiterne proteste nei confronti del trasporto pubblico capitolino, si sprecano le lodi nei confronti dei due agenti che hanno accompagnato in braccio la turista disabile.

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Attualità

Scimmiotta il discorso di Mussolini sul delitto Matteotti: dimissioni per Claudio Anastasio, il manager scelto da Meloni

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Era stato scelto da Giorgia Meloni per guidare 3-I, la società che gestisce l’innovazione digitale di Inps, Inail e Istat. Claudio Anastasio si è dimesso dopo che è cominciata a circolare una sua mail inviata al consiglio di amministrazione, nella quale scimmiottava il discorso di Benito Mussolini.

Quando Benito Mussolini si assunse la responsabilità del delitto Matteotti, il Paese cambiò definitivamente. Il ventennio entrava nel vivo, Mussolini si toglieva l’abito borghese da presidente del Consiglio per indossare la divisa da duce, le opposizioni nel tentativo di farlo desistere, gli spianarono la strada. Il delitto Matteotti, e il conseguente discorso alla Camera di Mussolini, è una delle pagine più significative, e per certi versi più drammatiche, della storia contemporanea del Paese. Eppure a Claudio Anastasio, manager scelto da Giorgia Meloni in persona per guidare 3-I, è parsa una buona idea usare questo discorso per inviare una mail al consiglio di amministrazione, nella quale commentava la sua nomina. Il corpo della mail è pressoché la trascrizione letterale del testo mussoliniano: 3-I sostituisce la parola fascismo.

«Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il Governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo». Forse una provocazione, forse uno scherzo di cattivo gusto, fatto sta che non a tutti è piaciuta questa goliardata. E la mail ha cominciato a circolare, fino a che Repubblica l’ha pubblicata.

Risultato? Tantissime critiche e polemiche e Claudio Anastasio costretto alle dimissioni da 3-I. La società gestisce la transizione digitale, quindi i software, di Inps, Inail ed Istat. Quindi di tre delle principali banche dati del Paese. Il ruolo, delicato e prestigioso, gli era stata conferito dalla presidente del Consiglio.

Le dimissioni sono state accompagnate da un messaggio molto più neutro: «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato».

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