fbpx
Seguici su

Politica

Nuove accuse per Aboubakar Soumahoro: «sapeva tutto», ma lui si difende: «mi vogliono distruggere»

Pubblicato

il

aboubakar-soumahoro-video-social

Un ex collaboratore della cooperativa gestita dalla suocera di Aboubakar Soumahoro lancia nuove accuse, tira in ballo il senatore e afferma che era a conoscenza di quanto avveniva. L’ex sindacalista si difende con un video: «mi volete morto, avete paura delle mie lotte e delle mie idee». E in Alleanza Verdi-Sinistra Italiana regna lo sgomento, anche se Soumahoro si è autosospeso.

Allo stato attuale una sola persona è indagata per le accuse alle cooperative Karibu e Consorzio Aid, Marie Therese Mukamitsindo suocera di Aboubakar Soumahoro, ma le polemiche travolgono il senatore. Anche in Alleanza Verdi-Sinistra Italiana serpeggia un certo imbarazzo e dopo il nuovo confronto con Bonelli e Frattoianni, Soumahoro ha annunciato la sua autosospensione dal partito. «Non ci sarà nessuna sospensione di Aboubakar, siamo un’alleanza che fa del garantismo un principio importante» aveva reso noto ieri Europa Verde. Ma mentre il centrodestra attacco a capo chino, i media continuano a scavare e a sinistra del Pd regna lo sgomento.

Le accuse pubblicate per prima dalla redazione romana di Repubblica, ma riprese, rilanciate e approfondite da diverse testate, non riguardavano il senatore in prima persona, ma le cooperative di Latina dedite all’accoglienza dei migranti, in gran parte minorenni, gestite dalla moglie e dalla suocera di Soumahoro. Alcune persone che avrebbero lavorato nelle cooperative, hanno raccontato al sindacato Uiltucs di non essere stati pagati e di non essere mai stati regolarizzati dal punto di vista contrattuale.

Ma oltre a questo, sono diverse le accuse mosse: debiti col fisco, raccolte fondi benefiche poco trasparenti, presunti maltrattamenti subiti da minori. Anche la sparizione di oltre 200 mila euro frutto degli aiuti anti Covid, che non è chiaro dove siano finite.

Oggi Corriere della Sera rilancia e pubblica la testimonianza di un lavoratore che ha affermato di essere stato sfruttato e di non aver ricevuto gran parte dello stipendio pattuito, di essere stato impiegato senza contratto e che non veniva fornita la “poket money” la diaria per le spese personali, ai migranti minorenni ospiti dei due centri. Ma soprattutto, che Soumahoro sapeva tutto: «Era lì, portava la spesa. Era la sua famiglia. Lui era a conoscenza di quello che accadeva lì dentro».

Il senatore non ci sta e si difende. In un primo momento ha annunciato via social che avrebbe querelato chiunque avesse messo in dubbio la sua integrità, poi ha pubblicato in video, in lacrime nella parte iniziale, nella quale promette che se la Giustizia appurerà che i suoi familiari hanno sfruttato i lavoratori, lui sarà al loro fianco a protestare. «Mi dite cosa vi ho fatto? E’ da una vita che lotto per i diritti delle persone. Vent’anni per strada a lottare per dare dignità e vita alle persone. Una vita caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto. Mi volete distruggere, avete paura delle mie idee, avete paura di chi lotta. Sono giorni che non dormo, ma non mi seppellirete. Mia moglie è al momento disoccupata, è iscritta nelle liste Inps, non possiede alcuna cooperativa. Io sarò il primo a lottare e scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti. Voi avete paura perché sapete che non vado in Parlamento per pulire la scrivania, ma per portare i diritti di chi avete abbandonato. La montagna di fango mi seppellirà, ma non seppellirà le mie idee, quelle di pensionati, giovani, disoccupati, sfruttati e migranti che avete abbandonato. Vado avanti fiero del vostro odio, che volevate un negro da cortile. Ma non lo sono mai stato, sono una persona pulita con un’integrità morale. Sono Aboubakar Soumahoro, nato 42 anni fa in costa d’Avorio, figlio di un contadino e di una casalinga che mi hanno insegnato a non inseguire la ricchezza materiale, ma quella spirituale. Non ho mai voluto tradire quei valori».

Politica

Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni da presidente di Regione Liguria

Pubblicato

il

Da

giovanni toti arrestato

Dopo ottanta giorni, l’oramai ex governatore ligure ha mollato la presa. Con le dimissioni, Giovani Toti chiederà la revoca dei domiciliari, mentre sarebbe in arrivo la notifica di conclusione delle indagini e con essa il rinvio a giudizio. Già partita la campagna elettorale, si staglia all’orizzonte la sfida Orlando-Rixi. Al voto ad ottobre?

Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni da presidente di Regione Liguria, dopo ottanta giorni di arresti domiciliari. L’ex governatore è accusato di corruzione, falso, abuso di ufficio e finanziamento illecito. Toti potrebbe così far nuovamente richiesta di revoca degli arresti domiciliari.

Le indagini sarebbero alle battute conclusive. Mentre in Procura sfilano gli ultimi testimoni, sarebbero quasi concluse anche le analisi sui telefoni e sui dispositivi sequestrai nei mesi scorsi. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio.

Sull’ex presidente ligure, grava il rischio di  processo immediato custodiale, senza passare dall’udienza preliminare. I pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti potrebbero disporlo da martedì 30 luglio, quando scadranno i termini per presentare ricorso al tribunale del riesame contro i domiciliari. Tra i presupposti per richiedere un processo immediato però, vi è proprio quello di essere sottoposti a custodia cautelare. Con le dimissioni cade di fatto il pericolo di reiterazione del reato e dunque l’istanza di revoca dei domiciliari, già avanzata e respinta in due occasioni, non dovrebbe incontrare grossi ostacoli. Rimesso in libertà, Toti potrebbe disinnescare dunque il pericolo di giudizio immediato.

Nel frattempo, si è già aperta la partita per la sua successione. Il toto-nomi ha già indicato i probabili sfidanti: Andrea Orlando del Partito Democratico ed Edoardo Rixi della Lega, vice di Salvini ai Trasporti. La lista dell’ex governatore ha ratificato il nuovo nome : Cambiare – Con Giovanni Toti, senza la parola presidente. I consiglieri hanno spiegato che in questo modo, in caso di elezioni, non dovranno raccogliere di nuovo le firme. Toti non sarebbe intenzionato a candidarsi in prima persona, come suggerirebbe la rimozione della parola presidente dal nome della lista. La tornata elettorale sarà anticipata tra ottobre e novembre, forse accorpata con le urne in Emilia-Romagna e Umbria.

Continua a leggere

Politica

L’Italia si riarma: spesa militare sale a 34 miliardi di euro

Pubblicato

il

Da

crosetto-querele-giornalisti

Oggi è stato approvato in Commissione Difesa al Senato l’ultimo dei 27 programmi di acquisto presentati da inizio legislatura. Tra i nuovi armamenti in arrivo, 24 caccia Eurofighter, 272 carri armati tedeschi e 890 missili israeliani. La spesa militare in Italia sfiora i 35 miliardi di euro.

Caccia Eurofighter, carri armati, missile e bombe per gli F-35, manche fregate, sottomarini e ammodernamenti per il comparto navale. Questo il contenuto dell’ultimo programma di acquisto approvato in Commissione Difesa al Senato. Con questo, sale a 27 il numero di pacchetti approvati da inizio legislatura. La spesa militare in Italia sale dunque a 34,6 miliardi di euro, cifra che non raggiunge il famigerato 2% del Pil, ma che dimostra un evidente incremento dei fondi: in precedenza si aggirava sui 25 miliardi.

Il voto di oggi ha trovato il solo parere contrario del Movimento 5 Stelle. Sono proprio i capogruppo nelle commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama Marco Pellegrini e Bruno Marton a riassumere gli impegni stipulati oggi: «La Difesa incassa così l’ok definitivo ad altri 24 caccia Eurofighter Typhoon (7,5 miliardi, 280 milioni di spesa per quest’anno e il prossimo) – un lotto che in passato era stato tagliato a favore del programma F-35 e che oggi viene invece riesumato in aggiunta a quelli, e a migliaia di missili e bombe della Lockheed Martin (700 milioni, 130 la spesa 2024-2025) per armare proprio i famigerati aerei americani. Semaforo verde anche per l’ammodernamento di due fregate classe Doria (240 milioni) – che arriva subito dopo l’ok all’acquisto di due nuove fregate Fremm che non erano previste dal programma originale di 10 navi – e per l’acquisto di una nave (70 milioni) per il monitoraggio delle infrastrutture sottomarine energetiche e informatiche e per la bonifica dei fondali da ordigni inesplosi, unico programma a cui non ci siamo opposti».

Nel 2010 infatti, quando il ministro della Difesa era l’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, l’Italia abbandonò il progetto Eurofighter per sposare quello che vedeva come protagonisti gli ormai celeberrimi F-35. Una mossa che provocò malumori anche nel suo fronte, dal momento che comportò un aumento delle spese belliche. Oggi invece si è deciso che gli aerei a decollo verticale resteranno alla Marina, mentre i caccia Eurofighter saranno assegnati all’aeronautica.

La lista della spesa bellica comprende anche 21 nuove batterie missilistiche semoventi a lunga gittata Himars, dell’americana Lockheed Martin, per 960 milioni e, per rimpiazzare le armi cedute a Kiev, 12 lanciatori Stinger e 890 missili Spike prodotti dalla israeliana Rafael. La Marina, tra le altre cose, acquista due nuove fregate Fremm, prodotte da Fincantieri per quasi due miliardi di euro e due sottomarini, per un miliardo e 3. Il totale di tutto l’impegno di spesa è 34,6 miliardi di euro, di cui mezzo miliardo già quest’anno.

Continua a leggere

Politica

La soluzione di Delmastro per le carceri affollate: «stranieri a casa loro»

Pubblicato

il

Da

andrea delmastro

Intervistato da Repubblica, il Sottosegretario alla Giustizia Delmastro offre la sua soluzione per allentare la pressione sulle carceri italiane: rimandare i detenuti stranieri nei Paesi di provenienza.

I penitenziari italiani vivono una situazione di emergenza cronica, tra celle sovraffollate, carenza di personale e strutture fatiscenti. Ma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha avuto un’idea per aiutare le carceri: rimandare i detenuti stranieri nei rispettivi Paesi di provenienza. «Un terzo dei detenuti è straniera e costa tra i 137 e i 150 euro al giorno. Basta moltiplicare 19.213 detenuti stranieri per 365 giorni e abbiamo trovato i fondi per costruire carceri, assumere agenti e personale».

Secondo Delmastro bisogna «recuperare altri posti per umanizzare la pena. Tant’è che abbiamo sbloccato 166 milioni per l’edilizia penitenziaria incredibilmente bloccati, più 84 col Pnrr, recuperando 6.754 posti sui 10mila mancanti». Durante l’intervista il sottosegretario smentisce di aver detto di volere che i detenuti marciscano in galera: «No, voglio che la espiino perché guardo alle vittime e ai cittadini che non devono vivere nell’insicurezza».

A proposito del tema dei bambini detenuti insieme alle madri afferma: «abbiamo solo detto che il rinvio della pena non è più obbligatorio. Il giudice valuterà la pericolosità sociale. Nessun giudice dotato di senno la sbatte in galera col bimbo di un anno. Diverso è il caso di borseggiatrici seriali che non devono più confidare nell’impunità grazie alla maternità».

Infine, una battuta sul Gio, che in molti hanno definito la squadra di picchiatori anti-rivolte: «Non sono mai stato con le “guardie”, ma sempre al fianco degli agenti che con il Gio daranno un supporto importante per mantenere la sicurezza, tant’è che ci sarà anche il negoziatore».

Continua a leggere

Più letti

Copyright © 2020 by Iseini Group | Osservatore Quotidiano è un prodotto editoriale di Il Martino.it iscritto al tribunale di Teramo con il n. 668 del 26 aprile 2013 | R.O.C. n.32701 del 08 Marzo 2019 | Direttore : Antonio Villella | ISEINI GROUP S.R.L - Sede Legale: Alba Adriatica (TE) via Vibrata snc, 64011 - P.Iva 01972630675 - PEC: iseinigroup@pec.it - Numero REA: TE-168559 - Capitale Sociale: 1.000,00€ | Alcune delle immagini interamente o parzialmente riprodotte in questo sito sono reperite in internet. Qualora violino eventuali diritti d'autore, verranno rimosse su richiesta dell'autore o detentore dei diritti di riproduzione.