Politica
Quinta votazione, la Casellati non vola: meno di 400 voti. Polemiche per la sua presenza allo spoglio

Dalla quinta votazione si è levata una nuova fumata nera, ma questa volte a finire bruciate non sono state solo le schede bianche, ma anche quelle della prima candidatura di una forza politica: quella di Maria Elisabetta Alberti Casellati, che aveva chiesto con fermezza il voto ai leader di coalizione, ma che non ha raggiunto i 400 voti. Tensione nel centrodestra e mossa che non è piaciuta al centrosinistra che si è astenuto, insieme ad Italia Viva. I leader hanno disertato il vertice con Salvini.
Salvini ieri aveva affermato che oggi sarebbe stato il giorno decisivo, ma il centrodestra esce frantumato dalla quinta votazione e alla sesta, attesa alle 17, non sembra che possa sbloccarsi facilmente la situazione, anche se le discussioni proseguono in tutti gli schieramenti.
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno provato a spingere sull’acceleratore e forzare la mano, abbandonando le strategie della scheda bianca e dell’astensione e avanzando una candidatura politica, quella dell’attuale Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Non ha raggiunto i 400 voti, fermandosi a 382, e aprendo una fronte interno alla coalizione.
La convergenza era arrivata ieri, dopo un vertice proseguito fino a notte inoltrata in maniera tutt’altro che armoniosa. I presenti hanno raccontato di aver sentito Tajani inveire contro Salvini, che avrebbe momentaneamente lasciato la riunione per fare calmare gli animi. Più che il veto del Pd, temeva franchi tiratori nel suo stesso fronte, che effettivamente non è uscito compatto da questa votazione: 382 voti su 450 grandi elettori a disposizione stimati.
La seconda carica dello Stato si era tutt’altro che sottratta dalla competizione ed aveva chiesto insistentemente sostegno, inviando per tutta la giornata di ieri diversi messaggi ai pezzi da 90 della coalizione, chiedendo senza mezzi termini il voto. Non l’ha ottenuto e a nulla è servito l’appello lanciato da Berlusconi a tutti gli schieramenti. Durante lo spoglio la Casellati non ha abbandonato l’aula ed ha presieduto lo spoglio, suscitando diverse polemiche, dal momento che il Partito Democratico aveva chiesto che non fosse presente.
Il suo nome d’altronde aveva già fatto indispettire il PD che per bocca del segretario Enrico Letta, nei giorni scorsi aveva chiuso la porta a questa ipotesi definendola «assurda e incomprensibile».
L’impressione è che, salvo grosse sorprese, dopo la quinta anche la sesta votazione, alle 17 di oggi, si chiuderà con un nulla di fatto, ma più significativo. Sul banco restano i nomi di Casini e Draghi, mentre la bruciatura della Casellati, con dissapori tanto a destra quanto a sinistra, mina la stabilità del governo alla base.
Politica
Talò, l’ex consigliere di Palazzo Chigi che ha passato lo scherzo telefonico a Meloni, andrà alla Difesa

Ha lasciato il suo incarico dopo la «vicenda gestita con leggerezza» dello scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni, ma ora passa alla Difesa e, secondo alcuni fonti di stampa, è in attesa di prendere la presidenza dell’Ispi.
Francesco Talò è l’uomo che ha passato a Giorgia Meloni la telefonata poi rivelatasi una burla di due comici russi. Per la vicenda, che la premier ammise essere stata «trattata con leggerezza», dello scherzo telefonico, che «ha esposto la Nazione», ha lasciato il suo incarico a Palazzo Chigi. Ma la carriera di Talò non sembra averne risentito più di tanto, dal momento che prenderà servizio presso il Ministero della Difesa retto da Guido Crosetto.
Per i prossimi mesi l’ex consigliere doplomatico ricoprirà il delicato ruolo di coordinatore della politica militare. Secondo Il Fatto Quotidiano, che ha riportato la notizia, oltre ad un «incarico ad hoc» nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dalla presidente del Consiglio nella quale viene ringraziato per il suo lavoro svolto «da vero patriota».
Dunque il telefonatagate è stato considerato soltanto un passo falso in una carriera diplomatica durata quasi quarant’anni altrimenti irepprensibile. Secondo il giornale poi, oltre a quello alla Difesa Talò sarebbe prossimo ad assumere un altro incarico prestigioso e di rilievo, la presidenza dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, non appena raggiungerà l’età pensionabile nel 2024.
Politica
La società di cybersecurity di cui Gasparri è presidente, all’insaputa del Senato

Secondo La Notizia, che ha scodellato lo scoop, il vero motivo alla base della staffetta tra Ronzulli e Tajani, ma anche dello show del senatore in commissione vigilanza Rai contro il giornalista Ranucci, sarebbe il fatto che Gasparri ha assunto l’incarico senza informare Palazzo Madama.
Mettere al riparo Gasparri e, allo stesso tempo, ridimensionare Licia Ronzullli. La decisione di Tajani di invertire di ruolo capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia al Senato non sarebbe stata presa solo per logiche partitiche, ma anche per anticipare una possibile difesa. Gasparri infatti da ieri non è più vice presidente del Senato. Si tratterebbe di una mossa per evitare che possa essere travolto da uno scandalo mentre ricopre un ruolo di così alto prestigio. Il presunto scandalo sarebbe collegato ad una società di cybersecurity della quale Gasparri assunto la presidenza nel 2021 senza informare Palazzo Madama. La vicenda è stata resa nota dal giornale La Notizia.
L’incarico assunto da Gasparri potrebbe essere incompatibile con il mandato parlamentare e potenzialmente, potrebbe far addirittura scattare la decadenza dal seggio. Sul tema si esprime la Giunta per le elezioni, della quale Gasparri è stato presidente fino al 2022, un anno dopo aver accettato la presidenza della società di cybersecurity.
Ma non è finita qui secondo il giornale, che sostiene che nel giro di un paio di settimane potrebbe andare in onda un servizio che Report ha confezionato proprio sull’argomento. Lo show del senatore in Commissione vigilanza Rai, quando mostrò un cognac ed una carota a Sigfrido Ranucci, chiamato a rispondere per una puntato sull’eredità di Silvio Berlusconi, si sarebbe mosso nell’ottica di sminuire il giornale e la trasmissione.
Politica
Ribaltone in Forza Italia: Tajani sceglie Gasparri al posto di Ronzulli come capogruppo

Cambio al vertice in Forza Italia e Gasparri e Ronzulli si scambiano di ruolo: il primo capogruppo, la seconda vice. : Gasparri capogruppo e Ronzulli sua vice. Nonostante le smentite degli ultimi mesi, rimangono tesi i rapporti interni al partito.
E così, all’improvviso, i nodi degli azzurri vengono al pettine e, sebbene a sorpresa, va in scena un ricambio al vertice che era nell’aria già da un po’. Lucia Ronzulli non è più capogruppo di Forza Italia al Senato, sostituita da Maurizio Gasparri. L’ex fedelissima di Berlusconi, che negli ultimi anni ha visto gradualmente ridimensionare la sua sfera di influenza, nel corso del tempo ha saputo attirarsi le antipatie di diverse anime del partito. Dopo la morte dell’ex cavaliere, diversi analisti si aspettavano un avvicendamento al vertice, anche se i più ipotizzavano che sarebbe avvenuto dopo il congresso.
Invece ieri sera Antonio Tajani ha dato comunicazione del ribaltone in Forza Italia: Gasparri capogruppo, Ronzulli, al suo posto, vice. Sebbene le comunicazioni siano state tutte all’acqua di rose e contengono messaggi distensivi, l’opinione condivisa è che alla fine Ronzulli abbia pagato la sua linea di contrasto alle politiche della nuova presidenza. La frattura finale sarebbe stata la mancata votazione alla presidenza di La Russa, un anno fa.
Dunque, nonostante i tentativi di rasserenamento, rimangono se non burrascosi, quantomeno vividi i rapporti interni al partito.
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