Cronaca
Telefonate e pernacchie nel cuore della notte: condannata a risarcire 41 mila euro

Il Tribunale civile di Milano ha condannato una donna al risarcimento di 41 mila euro ad una collega alla quale per anni in diverse occasioni ha fatto telefonate anonime e pernacchie nel cuore della notte. Il motivo, un’antipatia maturata sul luogo di lavoro.
Il telefono squillava nel cuore della notte, ma quando qualcuno alzava la cornetta nessuno rispondeva dall’altro capo. Spesso l’autrice delle telefonate moleste si limitava a riattaccare, ma in qualche caso ha fatto anche rimbombare il suono inconfondibile di una pernacchia. Gli episodi si sono ripetuti in diverse occasioni tra il 2006 e il 2009. Per questi motivi, dopo essere stata condannata in sede penale, una donna è stata condannata anche in sede civile dal Tribunale di Milano al risarcimento della vittima dello stalking telefonico con 41 mila euro, a causa delle pernacchie e delle telefonate anonime.
«Avevo un’antipatia nata da piccole incomprensioni lavorative – avrebbe ammesso agli inquirenti nel corso di un interrogatorio -. Avendo il suo numero di casa, ho iniziato a fare telefonate anonime, sia di giorno che di notte, riattaccando dopo che alzavano la cornetta e con l’andare del tempo ho fatto anche delle pernacchie».
La donna si è giustificata affermandosi di non essersi resa conto della gravità delle sue azioni, mentre il Tribunale l’ha condannata per aver causato alla vittima e ai suoi familiari problemi di ansia e depressione. Il risarcimento è stato così calcolato: oltre ai 15 mila euro già previsti dalla sentenza penale, altri 8.610 per ognuno dei tre famigliari importunati con telefonate anonime e pernacchie, arrivando così ad una somma di 41 mila euro.
Cronaca
Avvocatessa di Genova condannata per tentato omicidio con riti voodoo

In base alle accuse, la donna ha cercato di appropriarsi del patrimonio di una 86enne di cui era amministratrice di sostegno: oltre ad avergli già spillato un milione di euro, avrebbe commissionato riti voodoo per farla sparire.
Commettere l’omicidio perfetto, è quasi impossibile: un testimone, un’impronta, qualche elemento che sfugge anche se si ripulisce la scena del crimine, alla fine, spesso, saltano fuori. E allora, come si può far sparire una persona, senza lasciare tracce dietro di sé? Attraverso riti voodoo, stando al piano di un’avvocatessa genovese che avrebbe cercato di appropriarsi del patrimonio di un’anziana di 86 anni del quale amministrava il patrimonio e nei cui confronti avrebbe ordito un tentato omicidio.
Queste sono le accuse per le quali è stata condannata a 5 anni di reclusione con rito abbreviato l’avvocatessa, ritenuta responsabile di peculato e falso. La donna è stata inoltre accusata di tentato omicidio attraverso riti voodoo. Per il “reato impossibile” previsto dall’articolo 49 del Codice Penale, è stata sottoposta inoltre a 18 mesi di libertà vigilata.
Secondo quanto ricostruito dal Tribunale dunque, l’avvocatessa avrebbe tentato di compiere un omicidio, giudicato appunto impossibile, commissionando riti voodoo. Per tale rato non è prevista una condanna, ma una misura di sicurezza.
L’avvocatessa conosceva molto bene la vittima: era la sua amministratrice di sostegno, oltre ad esserne l’erede disegnata. Dal patrimonio dell’anziana sarebbe già sparito un milione di euro e la parte lesa ha rifiutato di chiudere la questione in maniera bonaria. Le erano infatti stati offerti due appartamenti, dal valore ingente, ma la signora ha preferito proseguire nell’iter giudiziario. L’avvocatessa, oltre alla condanna, è stata raggiunta anche dall’interdizione perpetua dei pubblici uffici e la confisca dei beni.
Cronaca
Detenuto evaso dalla finestra del Pronto Soccorso a Milano, agente in coma

Questa mattina al San Paolo di Milano un detenuto è evaso lanciandosi dalla finestra del Pronto soccorso in cui era stato ricoverato d’urgenza. Un poliziotto ha provato ad inseguirlo, ma ha sbattuto la testa ed ora si trova in gravissime condizioni.
Sembra la sceneggiatura di un film, invece è quanto avvenuto all’alba di questa mattina, giovedì 21 settembre, al Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo di Milano, dal quale è evaso un detenuto trasportato d’urgenza dopo una rissa in carcere, che si è lanciato dalla finestra. Un agente del servizio di scorta ha provato ad inseguirlo, ma ha sbattuto violentemente il capo ed ora si trova ricoverato in gravi condizioni. E’ in coma.
Il detenuto, magrebino detenuto a San Vittore, è stato portato al San Paolo ieri sera dopo una colluttazione con altri carcerati, in seguito alla quale ha riportato diverse ferite. Questa mattina, alle 5:25, la fuga: ha aperto la finestra e si è buttato dal secondo piano. L’agente che lo aveva in custodia si è lanciato a sua volta, ma non è atterrato altrettanto bene ed ha picchiato il capo.
Trasportato d’urgenza in un altro ospedale, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, si trova in gravissime condizioni. sono in corso le ricerche per individuare il detenuto evaso dalla finestra dell’ospedale a Milano.
Attualità
Sindaco di Portofino accusato di vendere borse false nella sua tabaccheria

Un articolo de Il Fatto Quotidiano accende i riflettori su Matteo Viacava, primo cittadino della nota località ligure. Le opposizioni chiedono le sue dimissioni.
Merce contraffatta venduta a poche centinaia di metri dalla celebre piazzetta. L’accusa, lanciata da Il Fatto Quotidiano, non riguarda qualche ambulante irregolare, bensì il sindaco di Portofino, Matteo Viacava, che secondo il quotidiano ha esposto borse false sugli scaffali della sua tabaccheria. Per questo fatto la Lista Sansa nel Consiglio regionale della Liguria ne ha chiesto le dimissioni.
L’atto d’accusa non è declinato propriamente in politichese: «Di solito sono i senegalesi a vendere le borse “taroccate”. A Portofino è il sindaco […] Quando a vendere le borse false per strada sono degli immigrati ecco piombare le forze dell’ordine a riempire verbali, denunce e provvedimenti di espulsione. Ma quando, stando a quanto scrive ‘il Fatto’ con tanto di fotografie, lo fa addirittura il sindaco?».
Il caso è particolare: Portofino è da sempre considerata una meta per gli amanti del lusso e delle migliori griffe. Proprio questa sua esclusività attira da decenni turisti facoltosi, attratti dall’immagine luxury della località. Che il primo cittadino possa vendere merce contraffatta non viene visto come un biglietto da visita appropriato.
-
Attualità1 settimana fa
Mannoni: «sono un neo-frequentatore di giardinetti, la Rai non la riconosco più»
-
Attualità3 settimane fa
Quella postata nelle stories è una canna? Showgirl sospesa da Rai 2 prima di cominciare
-
Attualità3 settimane fa
Giambruno trollato in diretta: «Orsa uccisa? Se esce di sera poi incontra il lupo»
-
Attualità2 settimane fa
Grandi manovre editoriali a destra: Mario Sechi a Libero, Vittorio Feltri passa a Il Giornale
-
Cronaca2 settimane fa
A due genitori una fattura per la pulizia della strada: era il sangue del figlio morto in un incidente stradale
-
Attualità4 settimane fa
Ancora polemiche su Giambruno: «se eviti di ubriacarti, eviti di trovare il lupo»
-
Cronaca2 settimane fa
Scippa un’anziana a Roma: salvato dal linciaggio dai Carabinieri
-
Attualità2 settimane fa
Selvaggia Lucarelli solleva dubbi su un evento benefico, l’organizzatore la querela, ma la famiglia Vialli si dissocia