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100 giorni di operazione speciale

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guerra in Ucraina offensiva nel Donbass

Il 24 febbraio scorso, le prime truppe russe hanno oltrepassato il confine con l’Ucraina per “denazificare” le regioni di Donetsk e Luhansk. Doveva essere una guerra lampo, una blitzkrieg che avrebbe fatto capitolare in fretta il Paese ed effettivamente in pochi giorni i russi sono arrivati alle porte di Kiev. Eppure, i piani di Putin hanno incontrato la resistenza agguerrita del popolo ucraino e oggi sono 100 giorni che va avanti l’«operazione speciale».

100 giorni sono un tempo relativamente breve. Poco più di tre mesi. Bazzecole. Ma se durante questi 100 giorni una potenza straniera decide di invadere il tuo Paese per quella che spaccia come “operazione speciale” al fine di “denazificarlo”, il tempo si dilata ed inizia a scorrere molto più lentamente. Specie se per tutto il tempo, non cessa il fragore delle esplosioni e degli spari. E delle urla dei feriti. E dei pianti di chi sopravvive.

L’Unione Europea, la Nato e l’Onu hanno scoperto all’improvviso che può ancora manifestarsi una minaccia che sembrava ormai debellata: la guerra in Europa. Certo, c’era stato l’episodio della guerra nei Balcani, ma si era trattato appunto di un caso isolato, di un’eccezione che confermava la regola. Oramai i conflitti in Europa si risolvono con trattati e diplomazia, non con carrarmati ed eserciti. Non era dello stesso avviso Putin, che dopo aver più volte minacciato questa ipotesi, alla fine ha fatto la sua mossa. Che aveva dichiarato a più riprese.

L’invasione dell’Ucraina doveva essere una formalità. Una volta sconfinate nelle regioni filorusse, le truppe russe sarebbero state accolte come liberatori e le regioni si sarebbero annesse di fatto, permettendo all’esercito di concentrarsi sul resto del Paese. Ma i russi, e il mondo, hanno scoperto che esiste una profonda differenza tra russofoni e filorussi. In altre parole, anche quelli che parlano russo hanno imbracciato il fucile per difendere l’Ucraina.

Il Paese ha dato prova di una compattezza che in pochi si aspettavano. Qualcuno lo definisce patriottismo, qualcun altro nazionalismo, altri ancora Resistenza. Fatto sta che l’Ucraina ha retto, anche grazie al sostegno ricevuto dalle potenze occidentali, che hanno scelto la strada dell’opposizione distaccata. Nessun intervento diretto, sanzioni internazionali, sforzi diplomatici che stanno assumendo i contorni dell’accanimento terapeutico, accoglienza per gli sfollati ed invio di aiuti militari ed umanitari.

Ma questa situazione non può ovviamente durare in eterno. L’Ucraina non ha intenzione di arrendersi, ma, come ammesso dallo stesso presidente Zelensky, non può sperare di uscire da questo conflitto vincendo militarmente. Bisogna trovare dunque il modo di allestire un vero tavolo di pace, ma l’impresa pare disperata. I colloqui fino a questo momento sono stati infruttuosi e sterili. Anche quando si sono attivati importanti protagonisti della geopolitica mondiale. E così l’operazione speciale andrà avanti, ben oltre i 100 giorni.

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Inchiesta “Mensa dei Poveri”: condannata a 4 anni e 2 mesi l’eurodeputata Lara Comi

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condannata lara comi

L’azzurra è stata ritenuta responsabile di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni del Parlamento UE: «continuerò a difendermi, parlerò a tempo debito».

Nel maxi processo a carico di oltre 60 imputati per l’inchiesta “Mensa dei Poveri” l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi è stata condannata a Milano a 4 anni e 2 mesi. Nel 2019, l’azzurra finì ai domiciliari, poi revocati, con le accuse di corruzione, falsa testimonianza e truffa ai danni dell’Europarlamento.

Comi, presente in Aula, è rimasta invischiate dalle indagini per un contratto di collaborazione nel periodo 2016-2017 e per false fatture. Più recentemente l’ex eurodeputato Antonio Panzeri l’ha tirata in ballo nell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate affermando di aver trovato una borsa contente 60-70 mila euro a Bruxelles, appartenente a lei. Panzeri ha riferito che l’azzurra l’avrebbe contattato proprio in seguito al suo arresto, chiedendogli di ritirare una borsa dal suo appartamento in Belgio. «Ho visto dei vestiti e dei libri vuoti all’interno, con contanti tra i 60 e i 70mila euro, non li ho contati. Quindi ho preso tutto e ho deciso di buttare via i soldi nella spazzatura» ha dichiarato ai pm di Bruxelles.

«Non commento, parlerò a tempo debito e continuerò a difendermi» ha detto oggi intercettata dai cronisti all’uscita. Oltre ad essere stata condannata, Lara Comi è stata anche interdetta dai pubblici uffici e le è proibito trattare con la pubblica amministrazione per cinque anni, oltre ad aver subito la confisca di 28.700 euro.

Della sessantina di imputati, ne sono stati condannati 11, mentre più di 50 sono stati assolti perché «il fatto non sussiste», tra cui l’ex vice coordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, attualmente sindaco di Montorio al Vomano in Abruzzo. Assolto anche l’ex patron dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, come la stessa società. Condannato invece a un anno e un mese l’ex deputato di Forza Italia Diego Sottani.

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Meme di Musk contro Zelensky: «quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari in aiuti»

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meme di musk contro zelensky

L’account ufficiale di Elon Musk ha pubblicato su X una serie di meme provocatori: il patron di Space X e Tesla si è scagliato contro il presidente ucraino, i vaccini, i media e il presidente Biden.

«Quando sono passati 5 minuti e non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti» cita la didascalia. La foto, tratta da un celebre meme, mostra Volodymyr Zelensky che si trattiene a fatica, con le vene ingrossate dallo sforzo. Il meme di Elon Musk contro Zelensky ha suscitato tantissime reazioni contrariate, ma non è l’unico a tono provocatorio pubblicato nelle scorse ore su X dal suo patron.

Ma non c’è solo Zelensky tra i bersagli dei meme di Musk. Poco prima aveva pubblicato un post dai toni psichedelici che mostrava una spirale ed un dottore e la didascali: «Immagina un vaccino così sicuro che bisogna essere minacciati per prenderlo. Per una malattia così mortale bisogna sottoporsi a un test per sapere di averla». Il riferimento al vaccino anti covid è fin troppo palese. Esplicito il terzo meme: un cane di grossa taglia appoggio, indicato semplicemente come Elon, appoggia i testicoli in testa ad un altro cane, indicato genericamente come media.

Oltre ai post satirici, e divisivi, Musk dedica un pensiero anche alle politiche migratorie del presidente degli Sati Uniti: «Se New York si sta già piegando sotto il carico e ha esaurito lo spazio, come sarà la situazione tra un anno? La politica di apertura delle frontiere è iniziata sotto Biden due anni fa. Questa politica non era in vigore sotto Obama e il governatore Hochul è un democratico e non un repubblicano, quindi non si tratta di una battaglia politica tra D e R, ma di una questione specifica dell’attuale amministrazione».

I meme pubblicati da Musk hanno ampiamente diviso gli utenti dell’ex Twitter, ora X, ma sembrano rispondere alla nuova strategia imposta dal nuovo titolare: creare contenuti anche discutibili, ma sicuramente discussi.

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Saluto nazista all’Oktoberfest: due ragazzi italiani arrestati in Germania

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Rischiano fino a tre anni di reclusione ed un’ammenda salatissima. Mentre facevano il saluto con il braccio teso si filmavano con i telefoni.

La notizia è stata riportata dal giornale locale Rosenheim24. Due ragazzi italiani di 24 anni sono stati arrestati a Monaco di Baviera, all’interno del festival Oktoberfest, per aver fatto il saluto nazista. La bravata dei due, che mentre si esibivano nel saluto con il braccio destro teso si filmavano e sghignazzavano, potrebbe costare molto caro: l’Hitlergruß è punito fino a tre anni di reclusione. I due, per evitare che possano far perdere le proprie tracce, sono stati trattenuti in Germania.

I fatti sono accaduti lo scorso mercoledì 27 settembre, nell’area del festival vicino all’uscita ovest. Mentre mettevano in scena la loro goliardata non particolarmente riuscita, non si sono resi conti che alle loro spalle i poliziotti tedeschi li stavano guardano.

I due ragazzi italiani arrestati per aver fatto il saluto nazista all’Oktoberfest rischiano, oltre a tre anni di reclusione, di dover pagare un’ammenda di svariate migliaia di euro. Sorte anche peggiore toccherà al ragazzo tedesco che ha compiuto fatti simili, ma più gravi.

Nel bel mezzo della festa, prima ha esibito il braccio teso ad un uomo al suo fianco, che non conosceva, poi ha cominciato a colpirlo ripetutamente, provocandogli alcune lesioni. Anche in questo caso, l’autore dell’Hitlergruß è stato arrestato.

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