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Politica

Show di Berlusconi a Porta a Porta: «ho competenza non paragonabile a quella degli altri leader in campo»

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Silvio Berlusconi afferma che Forza Italia raggiungerà il 20%

Sanzioni alla Russia, crisi energetica, leadership nel centrodestra, spartizioni dei ministeri. Silvio Berlusconi, ospite di Porta a Porta, è un fiume in piena: «l’invincibile Armata russa non si è dimostrata così invincibile, ma Putin può resistere alle sanzioni. Io e la Merkel potremmo mediare». E sulla politica interna Berlusconi afferma: «ho competenza, esperienza e cultura non paragonabile con nessuno dei leader in campo».

Su una cosa Silvio Berlusconi ha indiscutibilmente ragione: non esiste un personaggio a lui paragonabile in politica. Il forte sospetto è che non si candidi né per ambizioni politiche, né per il richiamo delle istituzioni: Berlusconi, forse, ama le campagne elettorali. Da quando è decaduta la sua interdizione dalle cariche pubbliche, in seguito ad una condanna per evasione fiscale, pare ringalluzzito. Ha ricominciato a fare politica in maniera attiva, va allo stadio, si lascia intervistare da radio e televisioni, ha tappezzato il paese di manifesti e spot elettorali. Ha perfino aperto un profilo Tik Tok per intercettare il voto dei giovani e si è addirittura risposato. E fa tante, tantissime, promesse. Sembra il ventennio del berlusconismo, ma con le dovute differenze.

Non è più patron di un Milan stellare, ma di un Monza ultimo in classifica. Non è più l’oggetto del desiderio più ambito dai talk show, ma è un “non-protagonista”. Non è più il padre-padrone che fa il bello e il cattivo tempo nel centrodestra, ma deve ritagliarsi il suo spazio con le unghie e con i denti. Non è più il giaguaro da smacchiare, mentre è la Meloni quella contro cui il centrosinistra ha imbastito la sua campagna. Una cosa è rimasta la stessa: le foto sui cartelloni elettorali sembrano tutte precedenti al 1994.

Eppure Silvio Berlusconi, non si sottrae alla competizione e non ha ancora intenzione di ritirarsi a vita privata. Vuole ancora sentire il calore dei riflettori puntati su di sé. Così, n questa campagna elettorale è tornato più scoppiettante che mai e si è lanciato in una serie di promesse mirabolanti: pensioni minime a 1000 euro, dentiere gratuite, tetto alle multe, 1000 alberi piantati ogni anno.

L’ultimo grande show Berlusconi l’ha fatto ieri sera in un teatro già noto e nel quale si è sempre trovato a suo agio: il salotto di Bruno Vespa a Porta a Porta. Negli studi in cui il conduttore percepì odore di santità dalle sue mani, l’ex cavaliere ne ha avuto per tutti e tutto. In primis la politica interna e i rapporti con i suoi “partner”: «Conosco molto bene i miei alleati. Con loro ho un rapporto franco, ho un rapporto da genitore a figli, da padre a figli, perché ho competenza, esperienza e cultura non paragonabile con nessuno dei leader in campo».

E su quello che accadrà dopo il 25 settembre, Berlusconi sembra avere le idee chiare: «i ministeri ce li spartiremo in maniera tranquilla in base non al numero per ogni partito ma alla qualità dei ministri». Chissà se Salvini e Meloni la pensano uguale. E cosa ci vuole per superare la crisi energetica? «Un intervento immediato del governo attuale con un decreto legge che tolga gli aumenti per le famiglie e le imprese e possa far si che le aziende fornitrici di energia presentino le bollette risalenti a due anni». Servirebbe dunque «un fondo finanziario, con i capitali di istituzioni e banche, a cui le imprese fornitrici di energia possano ricorrere per le loro esigenze. Si può fare con un fondo italiano o con un altro Recovery fund europeo».

Non poteva mancare ovviamente qualche passaggio sulla crisi in Ucraina e sulla politica estera: «Non posso scostarmi dalle posizioni del governo, dell’Ue, degli Usa e di tutto l’Occidente, ma sono molto deluso e dispiaciuto perché la Russia, invece di entrare nella Ue, ha rafforzato il totalitarismo comunista della Cina. Sono molto addolorato per questo» . Per quanto riguarda il conflitto in corso Berlusconi ha commentato che «l’invincibile Armata russa non si è dimostrata così invincibile», ma anche che Putin «è assolutamente in grado di resistere, si sono sviluppate richieste da parte di Cina e India e non vedo nessuna perdita per lui». L’ex cav oltretutto è ancora convinto che potrebbe arrivare alla soluzione diplomatica, se avesse l’appoggio di una grande protagonista della recente politica europea, Frau Angela Merkel, con la quale pure ebbe diversi scontri: «una persona che può lavorare al mio posto o al mio fianco è la signora Merkel, con lei mi sentirei di tentare un convincimento». E se un tempo la cancelliera ridacchiava di lui insieme a Sarkozy e veniva criticata perché considerata una donna poco appetibile da un punto di vista fisico a causa del suo posteriore abbondante (parafrasando), ora è l’unica possibile partner in una disperata missione di pace. Davvero, non esiste qualcuno di paragonabile a Berlusconi.

Politica

La sfilata estiva della politica italiana da Bruno Vespa: Giorgia Meloni apre il forum di Manduria

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giorgia meloni masseria bruno vespa

La passerella politica estiva a Manduria, nella Masseria di Bruno Vespa, è stata inaugurata dall’intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Fedeli al salotto, anche quando il salotto non c’è. Sembra essere questo il motto della politica italiana che si prepara a sfilare nella masseria di Bruno Vespa a Manduria per la stagione primavera-estate 2023. Al Forum L’Italia che Verrà, giunto alla sua quarta edizione, ci sarà una sola grande assente: Elly Schlein ha declinato l’invito. Non mancherà invece Giuseppe Conte. Stamane, la prima intervista di Bruno Vespa a Manduria è stata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

La masseria che possiede a Manduria, un podere del ‘600, è già diventata una tappa imprescindibile dell’estate politica italiana. Quest’anno gli sponsor che hanno voluto partecipare sono aumentati. La premier avrebbe dovuto parlare ieri sera. Aveva chiesto di anticipare l’intervista, dando il là ad un grosso sforzo organizzativo per farsi trovare pronti. Tutti i piani però sono saltati: era attesa alle 19, è arrivata alle 21. Tutto rimandato a stamattina alle 11. Il maestro del dialogo coi membri del governo, che sperava addirittura di inserirla nella sua striscia serale, ha saputo trattenere l’evidente disappunto. Si è perfino fatto immortalare mentre si asciuga dopo un tuffo in piscina.

Tanti gli argomenti affrontati da Giorgia Meloni, dall’Ucraina, ai migranti, ai rapporti con i partner europei. Prendendo spunto dalle contestazioni al ministro Roccella al Salone del Libro di Torino, in apertura ha rigettato ancora una volta accostamenti a sentimenti nostalgici ed ha riservato una stoccata a Schlein: «Se la segretaria del Pd non distingue il dissenso dalla censura abbiamo un problema di autoritarismo. Il centrodestra da sempre difende la libertà dei cittadini e delle imprese e il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strada della strategia che li ha portati alla sconfitta elettorale, io non sono nessuno per dire: cambiate strategia».

Un passaggio significativo è stato quello dedicato alla lotta alla violenza sulle donne, nel quale ha rivelato di aver chiamato la madre di Giulia Tramontano: «È una vicenda che m’ha lasciato senza fiato, come la gran parte degli italiani. Da madre ho chiamato la madre di Giulia: la prima cosa alla quale penso è la mamma. Mi ha scioccato non solo la freddezza, m’ha scioccato vedere il video di Giulia e la morte di un bimbo che a sette mesi sarebbe stato in grado di vivere, sono due le persone che muoiono, anche se il grembo della madre dovrebbe essere il posto più sicuro. Accadono molte cose che sembrano impensabili, il fatto di Giulia, il fatto in Francia, in nome di Gesù».

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Attualità

Renzi chiede le chat della professoressa che lo ha ripreso in Autogrill col 007 Mancini

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E’ opportuno che un ex presidente del Consiglio si accanisca contro una cittadina? E può un direttore di giornale, sebbene non responsabile, voler limitare la libertà di stampa al punto da chiedere che vengano indagate le conversazioni tra giornalisti e loro fonti? A quanto pare sì, se l’ex presidente e il direttore in questione sono Matteo Renzi, che non è ancora domo per quanto riguarda le immagini che lo immortalano durante un colloquio in autogrill con Marco Mancini, dei servizi segreti italiani. Renzi ha chiesto avere copia delle chat della professoressa che lo filmato.

La donna che assistette alla scena, filmò tutto e inviò il materiale a Report, che risalì all’identità dell’interlocutore dell’ex presidente del Consiglio. Una notizia che suscitò interesse e scalpore, ma che provocò al contempo il disappunto di Renzi, il quale si convinse di essere finito al centro di un’operazione di spionaggio clandestino.

Chiese ed ottenne dalla Procura di indagare sulla donna. Ne emerse che si trattava di una semplice professoressa e non di una 007 sotto copertura. Ciò non è bastato a placare l’ex boy scout. Alessio De Giorgi, capo della comunicazione renziana ed ora direttore del sito de Il Riformista, ha assistito alla perizia sul telefono della professoressa. Durante questo esame, il consulente incaricato da Renzi ha chiesto che venissero estratte, copiate e consegnate tutte le chat della professoressa che contenessero anche uno solo dei seguenti termini: “Renzi”, “Mancini”, “Fiano”, “Autogrill”, “Settebagni”. Tutte, nessuna esclusa. Anche quelle personali e vecchie di anni.

Il legale della professoressa si è opposto ed ha chiesto alla Procura di Roma di stoppare le richieste dell’ex presidente del Consiglio, sia per tutelare la privacy della propria assistita, sia per tutelare la libertà di stampa, dal momento che sono presenti interlocuzioni tra giornalisti ed una fonte (che i giornalisti sono tenuti a tutelare). Sul punto, decideranno i pm.

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Caso Metropol, Salvini al contrattacco: «Spero che giornalisti e politici complici di questa messinscena paghino»

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Ad aprile la Procura ha archiviato l’inchiesta sul caso Metropol e sui presunti fondi russi alla Lega. Nei giorni scorsi La Verità ha pubblicato una serie di articoli nei quali smonta lo «scoop bufala» del 2019 dell’Espresso. Ma gli autori difendono il pezzo: «trattativa accertata».

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini gongola e i giornali di centrodestra gli danno man forte sullo scontro politico-editoriale relativo al caso Metropol, la presunta trattiva tra faccendieri russi e uomini del carroccio per far arrivare fondi in rubli nelle casse della Lega. Ad aprile la Procura ha accolto la richiesta di archiviazione, mentre nei giorni scorsi La Verità ha dedicato una serie di “contro scoop” all’articolo de L’Espresso.

La notizia è stata pubblicata nel febbraio del 2019, quando Salvini e la Lega erano al governo e all’apice degli indici di gradimento dell’elettorato. Secondo l’articolo, all’hotel Metropol di Mosca avvenne un incontro tra il collaboratore di Salvini Gianluca Savoini e alcuni emissari russi. Al centro dell’incontro, un presunto scambio di favori: fondi russi in cambio di posizioni favorevoli alle politiche russe. Secondo La Verità, si sarebbe trattato di uno scoop montato ad arte, con testimoni imbeccati dai giornalisti che hanno firmato il pezzo.

Giovanni Tizian e Stefano Vergine però, oggi in forza a Domani, non ci stanno e bollano questa ricostruzione come una «balla sesquipedale». Secondo i giornalisti la trattiva non andò in porto, ma ci fu ed è perfino documentata.

Sulla vicenda è stato chiamato ad esprimersi anche il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, su richiesta del Carroccio. Nel frattempo il leader della Lega promette ripercussioni: «Era tutta una montatura, per screditare me e la Lega, alimentata con strategie che, secondo le ultime rivelazioni, appaiono inquietanti. Spero che giornalisti e politici che pare – secondo gli ultimi dettagli emersi – siano stati complici di questa enorme e vergognosa messinscena paghino per l’errore commesso. Noi, come sempre, andiamo avanti a testa alta e con la coscienza a posto».

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