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Vertice Nato, la mossa di Erdogan: «Svezia dentro se Turchia entra in UE»

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incontro-Putin-Erdogan-Astana

Alla vigilia del vertice Nato, Erdogan detta le proprie condizioni per rimuovere il veto sull’ingresso della Svezia nel Patto Atlantico: riaprire le trattive per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea.

Per qualcuno è un ricatto, per qualcun altro un’abile mossa politica, quel che è certo è che la richiesta di Recep Tayyp Erdogan va ascoltata con molta attenzione. Al presidente turco si deve molto dell’accordo sul grano tra Mosca e Kiev ed è il leader con più possibilità di mantenere aperto un canale di trattative diplomatiche con la Russia di Putin, nella speranza di giungere ad un accordo sul cessate il fuoco. Il presidente russo il mese prossimo sarà in visita Turchia: un altro perno su cui può far leva per presentare le proprie rivendicazioni. Che alla vigilia del vertice Nato a Vilnius (Lituania) vengono ribadite: Erdogan è pronto a togliere il veto sull’ingresso della Svezia nel Patto Atlantico, a patto che si riaprano le trattative per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.

Erdogan dunque vuole rimescolare le carte in tavolo, mentre i vertici europei, irritati, si affrettano a ribadire la separazione fra le due questioni: «I due processi sono separati – ha spiegato la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant – L’UE ha un processo molto strutturato di allargamento, e i diversi step devono essere soddisfatti da ogni candidato. E’ un processo che guarda al merito. I due processi non possono che essere separati». Ma Erdogan è convinto di poter ottenere una “spintarella” in questo iter.

Non c’è solo la prossima visita di Putin sul piatto, ma l’accordo stesso sul grano in scadenza il prossimo 17 luglio. A più riprese Mosca ha chiesto che venisse ampliato e che comprendesse anche i prodotti russi e non solo quelli ucraini. ««L’Ucraina ha detto che è pronta a fare la sua parte – ha detto Erdogan – Credo che Putin continuerà a dire quello che ha detto fino ad ora rispetto alla questione».

Il presidente turco fin dallo scoppio del conflitto, si è adoperato per ritagliare per sé un ruolo di mediatore. Ed ora punta sulle piccole aperture che ha ottenuto, per rivendicare risultati a lui favorevoli.

L’ingresso della Svezia nella Nato infatti, è bloccato proprio dal veto imposto dall’asiatica Turchia, secondo la quale Stoccolma darebbe asilo a presunti “terroristi politici” (curdi) dei quali ha chiesto l’estradizione. Un veto che potrebbe però facilmente rimosso dalla Turchia europea.

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Sabotaggio alla rete ferroviaria francese: circolazione in tilt a poche ore dalle Olimpiadi

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I sospetti degli inquirenti si concentrano sulla sinistra radicale. Paralizzata la circolazione del Tgv: sospese tre linee su quattro. I disagi si ripercuoteranno almeno fino al weekend. Sono 800 mila i viaggiatori coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria in Francia.

Il modus operandi messo in atto, fa sospettare alle forze dell’ordine che dietro il sabotaggio alla rete ferroviaria in Francia possa esserci la mano dei gruppi della sinistra radicale. Nella notte scorsa, tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, in diversi punti nevralgici della circolazione ferroviaria, sono stati appiccati incendi che hanno di fatto paralizzato treni e stazioni. Il tutto mentre tra poche ore, in una Parigi blindatissima, andrà in scena la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Sono circa 800 mila i viaggiatori rimasti coinvolti dal sabotaggio della rete ferroviaria.

Modus operandi e ordigni incendiari già usati in passato in altre contestazioni «assomigliano a quelli utilizzati in passato dall’ultrasinistra», hanno fatto sapere fonti della sicurezza francesi a Le Parisien. Non si esclude che chi ha agito abbia potuto contare sull’appoggio di personale interno a Sncf, la compagnia ferroviaria francese.

Fin dai primi roghi, la società ha parlato di «atti dolosi concomitanti», mentre il ministro dei Trasporti francese Patrice Vergriete ha definito il sabotaggio «un’azione criminale scandalosa».

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Musk sulla figlia transgender: «è morto, ucciso dalla teoria woke. Non avrei dovuto accettare i trattamenti»

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Intervistato da Tmz il tycoon ha usato dure parole nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Tra i due non corre buon sangue. La ventenne Vivian Jenna Wilson, nato come Xavier Musk, dopo il cambio di sesso ha interrotto ogni rapporto con il padre, il fondatore di Tesla e Space X, ed ha assunto il cognome della madre. La transizione non è stata bene accolta da Elon Musk, che, intervistato da Tmz ha usato parole molto dure nei confronti della figlia transgender: «Mio figlio è morto, è stato ucciso dal virus della mentalità woke».

Il miliardario ha anche abiurato il suo consenso ai trattamenti ai quali il figlio si è sottoposto: «Sono stato ingannato nel firmare documenti medici per approvare qualsiasi trattamento lei ricevesse». Parlando con il suo intervistatore, Musk ha affermato di aver accettato perché gli avevano paventato il rischio di un gesto autolesionistico da parte del giovane.

Non è la prima volta che tra Musk e la figlia transgender due volano screzi a mezzo stampa. In passato si sono scambiati dichiarazioni al vetriolo non soltanto sulle diverse visioni sui diritti Lgbtq+, ma anche in tema di politica. Misk ha spesso definita la figlia come una «comunista» e «marxista» che odia i ricchi».

 

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Traversata ecologica dell’Atlantico finisce in tragedia: ritrovati i corpi dei due navigatori

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Brett Clibbery e Sarah Packwood  sono partito dalle coste canadesi lo scorso 18 giugno, a bordo di uno yacht ecologico. Volevano raggiungere le Azzorre, ma i loro corpi sono stati ritrovati a poche centinaia di miglia dal luogo della partenza. E’ mistero sulle cause della morte.

L'”Odissea Verde”, come era stata battezzata dai suoi ideatori, è durata poche centinaia di miglia. I corpi del canadese Brett Clibbery e della britannica Sarah Packwood, i navigatori che hanno tentato una traversata dell’Atlantico a bordo di uno yacht ecologico, sono morti ed i loro copri stati ritrovati sulle coste di Sable Island, 160 chilometri a sud-est della costa canadese da cui erano partiti oltre un mese fa. I due avevano lasciato le spiagge della Nuova Scozia con l’obiettivo di raggiungere le Azzorre.  3.228 chilometri da coprire in 21 giorni. Il viaggio però è durato poco più di un centinaio di miglia nautiche.

Ancora da capire il motivo della tragedia. Secondo quanto ricostruito al momento i due sarebbero stati costretti ad abbandonare la nave e sarebbero morti annegati. Lo yacht sul quale si trovavano a bordo però non è stato ritrovato. Tra le ipotesi, l’urto con una nave cargo, che non si sarebbe nemmeno accorta della collisione.

I due navigatori morti avevano raccontato nel dettaglio i preparativi della traversata dell’Atlantico, attraverso un canale YouTube, Theros Adventures, dal nome della loro barca eco-friendly. «È probabilmente la più grande avventura delle nostre vita», diceva entusiasta Sarah Packwood. Mentre il marito raccontava di come i due avessero equipaggiato la barca con vele, pannelli solari, batterie e un motore elettrico, così da mostrare a tutti che «viaggiare senza bruciare carburanti fossili è possibile».

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