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Cronaca

Dimitri Kunz, compagno di Santanché, alla dipendente Visibilia: «se parli con Inps ci metti nei casini»

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dimitri kunz registrato da dipendente su cassa integrazione covid e restituzioni a inps

Una dipendente di Visibilia ha registrato il compagno della ministra, durante una conversazione sulla Cassa Integrazione Covid: «adesso, è chiaro che non è che possiamo renderli all’Inps perché sarebbe come ammettere…».

«Federica scusami … adesso, è chiaro che non è che possiamo renderli all’Inps perché sarebbe come ammettere … non lo puoi fare, sennò metti nei casini tutti». A parlare è Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanché. L’interlocutrice è una dipendente che ha registrato la conversazione. Oggetto della discussione, la Cassa Integrazione Covid. La registrazione è finita tra gli atti trasmessi alla Procura di Milano, per la causa civile contro Visibilia Editore intentata dai soci di minoranza.

Le ipotesi di reato sono truffa aggravata, falso in bilancio e bancarotta. In base ad alcune dichiarazioni di ex collaboratori e dipendenti, Kunz e Santanché sarebbero stati al corrente di un sistema che prevedeva di continuare a incassare la Cig mentre i dipendenti lavoravano regolarmente.

In base ad altri stralci della conversazione finita tra gli atti a Milano, Dimitri Kunz avrebbe detto alla dipendente, intenzionata a rivolgersi ad un Caf «. «Adesso noi ti tiriamo fuori dalla cosa e fine, finisce lì». Lei ha risposto: «Non me ne importa nulla, io voglio stare a posto» e Kunz ha ribadito: «L’unico modo per essere a posto è non fare casino (…) perché se fai casino, fai un macello (…) se ti autodenunci e poi dopo anche l’azienda, anche noi dobbiamo difenderci. Cioè, poi dopo ci mettiamo l’uno contro l’altro in maniera sbagliata». E ancora: «Te ti sei messa in regola eh … però magari hai messo in difficoltà l’azienda, cosa che invece bastava ne parlassi con noi». Secondo La Stampa, sarebbero 13 i lavoratori in Cig di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

Cronaca

Orio al Serio, tifoso tenta di attraversare l’autostrada e viene travolto da diverse macchine

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La vittima è un tifoso dei reds di nazionalità irlandese arrivato in Italia per assistere alla partita tra Milan e Liverpool. L’incedente è avvenuto nei pressi dell’aeroporto. Secondo i testimoni insieme a lui c’erano altre persone.

Non si tratterebbe di un gesto volontario, determinato dalla volontà di farla finita, né della fuga disperata da un pericolo, quanto più che altro di un sconsiderato tentativo di raggiungere a piedi il proprio hotel. Philip Joseph Dooley, 51, è morto intorno all’1:00 di martedì 17 settembre sull’autostrada A4, all’altezza di Orio al Serio, dopo essere stato investito da diverse auto. Dopo il primo impatto infatti, il suo corpo è stato sbalzato sulla strada e colpite da altre vetture.

L’uomo era atterrato poche ore prima all’aeroporto di Orio Al Serio, distante qualche decina di metri. La mattina avrebbe dovuto raggiungere Milano per seguire la partita tra Liverpool e Milan, poi sarebbe tornato a casa. Ha viaggiato insieme ad una comitiva di tifosi dei “reds”, partita da Manchester. In tasca gli hanno trovato il passaporto ed il biglietto per entrare a San Siro. L’hotel nel quale avrebbe dovuto dormire si trovava dalla parte opposta dell’autostrada, rispetto all’aeroporto.

Dopo aver scavalcato la recinzione, ha attraversato le prime 3 corsie dell’A4, quelle che viaggiano in direzione Milano. Quando ha scavalcato la barriera in cemento che delimita le due carreggiate, è stato centrato da un suv guidato un cittadino svizzero. Il corpo del cinquantunenne è stato poi travolto da altre auto che viaggiavano in direzione Brescia.

Secondo alcuni testimoni l’uomo investito sull’autostrada non sarebbe stato da solo, ma insieme a lui ci sarebbero state altre due persone.

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Cronaca

Neonati sepolti a Parma, la madre avrebbe confessato: «ho fatto tutto da sola»

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ris carabinieri

I media hanno raccolto le testimonianze di chi conosceva bene la made dei neonati sepolti in provincia di Parma: tutti si dicono sconvolti e nessuno si sarebbe accorto della gravidanza. L’amica intima: «nessun segnale, Chiara dimostrava una tranquillità che ora mi fa paura».

Al ritrovamento del secondo corpicino gli inquirenti non sarebbero arrivati in seguito ad una confessione, bensì grazie alle analisi sul telefono della principale sospettata. Che solo in seguito sarebbe crollata ed avrebbe confessato tutto. La madre dei neonati sepolti a Vignale di Traversetolo, in quello che è stato ribattezzato come il cimitero dei bambini di Parma, si chiama Chiara Petrolini, studentessa di giurisprudenza di 22 anni. Agli inquirenti ha detto di aver fatto tutto da sola.

Né il fidanzato, né i genitori, né le sue amiche più strette, sarebbero state a conoscenza della gravidanza. Gli inquirenti starebbero comunque verificando l’eventuale coinvolgimento di altre persone. Agli investigatori la ragazza avrebbe detto di aver partorito da sola, nel bagno di casa. Il parto sarebbe avvenuto il 7 agosto. Il giorno successivo lei e la sua famiglia sono volati a New York. Il 9 agosto è stato ritrovato il primo corpicino, sepolto sotto un sottile strato di terra.

Il secondo corpicino è stato trovato dagli agenti del Ris dopo le analisi sul telefonino della ragazza. Una ricerca in particolare li ha instradati: «come abortire il secondo figlio». Dopo il ritrovamento la ragazza avrebbe deciso di confessare.

Nel frattempo i media hanno raccolto le testimonianze, attonite, di chi conosceva bene la ragazza. Secondo una fonte accreditata, «non mangiava più per non ingrassare e non far crescere la pancia». Il fidanzato, Emanuele, è stato intervistato da La Stampa. Ha ribadito di non saper nulla della gravidanza, aggiungendo che lui avrebbe tenuto il bambino, con l’aiuto della madre. La donna, sentita invece da Corriere della Sera, l’ha confermato ed ha ripetuto fino al 7 agosto «la pancia non si vedeva». Repubblica ha invece ascoltato una delle amiche più strette di Chiara, secondo la quale la ragazza dimostrava una «tranquillità che ora mi fa paura».

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Grave una ragazza colpita da una statuetta caduta da un balcone a Napoli

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Lo scorso 15 settembre una ragazza di origine padovana in gita a Napoli insieme al fidanzato, è stata colpita da una pesante statuetta in onice caduta da un balcone. Si trova in gravi condizioni.

E’ ricoverata in terapia intensiva dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’Ospedale del Mare, la ragazza colpita da una statuetta caduta da un balcone a Napoli lo scorso 15 settembre. La giovane si trovava nella città partenopea in compagnia del fidanzato per una vacanza. Mentre percorreva via Sant’Anna di Palazzo ai Quartieri Spagnoli è stat colpita dal pesante manufatto in onice.

Subito dopo l’urto, la ragazza è caduta a terra, priva di sensi e perdendo copiosamente sangue. Trasportata d’urgenza e stabilizzata al vicino ospedale Vecchio Pellegrini, è stata poi trasferita all’Ospedale del Mare. L’incidente si è verificato alle 16. Poco dopo i due avrebbero dovuto raggiungere Capodichino per prendere l’aereo che li avrebbe riportati a Parigi, dove vivono.

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